• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Tav: progresso, ma a quale prezzo?

Tav: progresso, ma a quale prezzo?

Quelle proteste spesso non pacifiche che talvolta sconfinano in scontri come "sine qua non" per la non realizzazione della TAV Torino - Lione sono una contrapposizione tra un disegno ambizioso di sviluppo Italo Francese e una resistenza locale di un popolo del No. Pare comprensibile che gli abitanti della Valle di Susa si oppongano a un investimento che ritengono li danneggi nonostante quelle promesse di lavoro e di forti investimenti fatte nonché quella fortissima sferzata commerciale per alberghi e tutte quelle attività zonali come conseguenza di questa faraonica opera.

Necessario sempre con quella valenza democratica che deve essere alla base di ogni manifestazione per ragionare sui pro e contro di una decisione già presa sia per gli aspetti economici che tale opera comporta che ambientali, decisioni che riguardano il Paese intero oltre ai tanti valligiani.

Certo quest'opera mette in moto capitali ingentissimi sia da parte dell'Italia che da parte francese, ma quei tempi di trasporto dimezzati tra l'Italia e la Francia e poi oltre l'Europa come clou ripagheranno per intero e con i dovuti interessi tutti quei sacrifici sia di natura economica che ambientali che scaturiranno da tale opera?

I contributi Europei coprirebbero meno del 30% della sola tratta internazionale il resto lo pagherebbe lo Stato Italiano, quello che lamenta carenza di risorse e fatica a mantenere la sostenibilità della finanza pubblica se non con quegli enormi sacrifici da sostenere i quali ben conosciamo.

Gli anni (10/15) di cantiere necessari a costruire la Torino-Lione porteranno sulle strade della Valle e della cintura di Torino decine e decine di camion al giorno (e notte) per il trasporto del materiale di scavo dai tunnel ai luoghi di stoccaggio. Ciò sara causa di grande aumento di inquinanti e polveri. Gli ambientalisti, il popolo del "no", rappresentano tali ragioni legate all'ambiente che sono visibilissime unitamente alla possibile presenza ed alla esposizione-rischio di amianto di uranio e diossine come conseguenza degli stessi scavi di perforazione nella roccia.

Le proteste pur nella loro giustezza e ideologia a salvaguardia di un qualcosa del nostro habitat naturale da preservare non possono sfociare in quelle forme di violenza o di scontri ed insulti a quelle forze dell'ordine preposte in tale senso a difendere tale opera. 

Tali proteste dovranno sempre essere condotte con civiltà per mettere in risalto con tutti i mezzi pacifici a disposizione gli aspetti negativi che certamente esistono per tale opera, come certamente esisteranno quei vantaggi ad opera ultimata.

In questo momento particolare per l'Italia sarebbe piu una notizia l'apertura di presidi di nuovi pronto soccorso che siano effetivamente di soccorso pronto, confortevoli, per pazienti medici ed infermieri e senza condizioni di precarietà piuttosto che una Tav che inizia.

La terra è un ambiente unico che ci ospita e ospiterà i nostri figli se noi sapremo non insultarla come abbiamo fatto fino ad oggi come per i gas serra con l'innalzamento notevole negli anni della C02, l'ecosistema locale contribuisce al benessere degli stessi esseri umani e variazioni di tale sono nocive per la nostra permanenza e quella dei nostri discedenti.

Pur vero che il progresso ha richiesto e richiederà grossi sacrifici ma a quali condizioni dovremo sostenerli per un qualcosa di migliore?

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares