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Tasi: per la Chiesa ancora esenzioni

Per mesi e mesi il go­ver­no di Ma­rio Mon­ti ave­va di­scus­so del­la pos­si­bi­le in­tro­du­zio­ne del­l’I­mu per le attività com­mer­cia­li del­la Chie­sa. Ma con le pro­te­ste e l’o­stru­zio­ni­smo e le esca­mo­ta­ge del go­ver­no alla fine la que­stio­ne era ca­du­ta nel­l’o­blio. No­no­stan­te l’a­per­tu­ra del­la pro­ce­du­ra d’in­fra­zio­ne da par­te del­l’Eu­ro­pa.

Ora il nuo­vo ese­cu­ti­vo di Mat­teo Ren­zi ha stu­dia­to l’in­tro­du­zio­ne di una im­po­sta che di fat­to so­sti­tui­sce la vec­chia Imu seb­be­ne sia re­la­ti­va ai ser­vi­zi for­ni­ti dai co­mu­ni e non alla pro­prie­tà, la co­sid­det­ta Tasi. Da quan­to si ap­pren­de, la Chie­sa sarà an­co­ra fa­vo­ri­ta: un ul­te­rio­re co­sto che si som­ma agli al­tri, pa­ga­to dai cit­ta­di­ni. Nel­l’ul­ti­ma boz­za del de­cre­to va­ra­to dal con­si­glio dei mi­ni­stri emer­ge che l’e­sen­zio­ne sarà va­li­da solo per le par­ti del­l’im­mo­bi­le uti­liz­za­te per “at­ti­vi­tà me­ri­te­vo­li” con “mo­da­li­tà non com­mer­cia­li” e per i ter­re­ni agri­co­li, men­tre la pa­ghe­ran­no quel­li de­sti­na­ti a usi com­mer­cia­li.

Non solo gli edi­fi­ci de­sti­na­ti solo al cul­to ven­go­no esen­ta­ti, ma an­che le re­la­ti­ve “per­ti­nen­ze”: quin­di sono com­pre­se le abi­ta­zio­ni dei par­ro­ci e gli ora­to­ri, la­scian­do dun­que un am­pio mar­gi­ne per eva­de­re il pa­ga­men­to del­la tas­sa. Par­ti­co­lar­men­te di­scu­ti­bi­le l’e­sen­zio­ne sul­le case di sa­cer­do­ti e pre­la­ti — che non han­no fi­gli a ca­ri­co e come gli al­tri pro­du­co­no spaz­za­tu­ra — vi­sto che il re­sto del­la po­po­la­zio­ne in­ve­ce do­vrà pa­ga­re la Tasi. Ri­ma­ne dub­bio se de­ter­mi­na­te ca­te­go­rie ca­ta­sta­li di im­mo­bi­li pa­ghe­ran­no l’im­po­sta, ov­ve­ro tut­ta la zona gri­gia de­gli ex con­ven­ti o de­gli al­ber­ghi che for­mal­men­te ri­sul­ta­no ostel­li per pel­le­gri­ni.

Vie­ne con­fer­ma­ta al­l’art. 4 del de­cre­to l’e­sen­zio­ne per 25 im­mo­bi­li del­la San­ta Sede che go­do­no del­l’ex­tra­ter­ri­to­ria­li­tà gra­zie ai Pat­ti La­te­ra­nen­si sti­pu­la­ti con il re­gi­me fa­sci­sta. Scor­ren­do il nu­tri­to elen­co è dub­bio che sia­no tut­te strut­tu­re a uso esclu­si­va­men­te spi­ri­tua­le. Nel det­ta­glio: Ba­si­li­ca e Pa­laz­zo Apo­sto­li­co La­te­ra­nen­se ed an­nes­si con la Sca­la San­ta, Ba­si­li­ca di S. Ma­ria Mag­gio­re con gli edi­fi­ci an­nes­si, Ba­si­li­ca di S. Pao­lo con gli edi­fi­ci an­nes­si, Pa­laz­zo Pon­ti­fi­cio di Ca­stel Gan­dol­fo, Pa­laz­zo del­la Da­ta­ria, Pa­laz­zo del­la Can­cel­le­ria, Pa­laz­zo di Pro­pa­gan­da Fide, Pa­laz­zo di S. Cal­li­sto in Tra­ste­ve­re, Pa­laz­zo dei Con­ver­ten­di (ora Con­gre­ga­zio­ne per la Chie­sa Orien­ta­le) in Piaz­za Scos­sa­ca­val­li, Pa­laz­zo del S. Of­fi­zio e adia­cen­ze, Pa­laz­zo del Vi­ca­ria­to in via del­la Pi­gna, im­mo­bi­li sul Gia­ni­co­lo, im­mo­bi­li esen­ti da espro­pria­zio­ni e da tri­bu­ti, Uni­ver­si­tà Gre­go­ria­na, Uni­ver­si­tà Gre­go­ria­na del­la Pi­lot­ta, Isti­tu­to Bi­bli­co, Pa­laz­zo dei SS. XII Apo­sto­li, Pa­laz­zo an­nes­so alla Chie­sa di S. An­drea del­la Val­le, Pa­laz­zo an­nes­so alla Chie­sa di S. Car­lo ai Ca­ti­na­ri, Isti­tu­to Ar­cheo­lo­gi­co, Isti­tu­to Orien­ta­le, Col­le­gio Lom­bar­do, Col­le­gio Rus­so, Pa­laz­zi di S. Apol­li­na­re, Casa di eser­ci­zi per il Cle­ro in SS. Gio­van­ni e Pao­lo.

Su Re­pub­bli­ca Ro­ber­to Pe­tri­ni par­la di “re­tro­mar­cia” del go­ver­no, che ha ri­scrit­to la boz­za per al­lar­ga­re le esen­zio­ni a chie­se, ora­to­ri, as­so­cia­zio­ni non pro­fit e mu­sei. Se­con­do l’ar­ti­co­lo 1, com­ma 3, non pa­ghe­ran­no la Tasi gli im­mo­bi­li ec­cla­sia­sti­ci, quel­li di Sta­to, Re­gio­ni e Pro­vin­ce, del­le as­so­cia­zio­ni di vo­lon­ta­ria­to, dei par­ti­ti. Nei gior­ni scor­si il man­ca­to in­se­ri­men­to dei fab­bri­ca­ti de­sti­na­ti “esclu­si­va­men­te al­l’e­ser­ci­zio del cul­to” ave­va sol­le­va­to ma­ret­ta nel­l’e­se­cu­ti­vo, con il sot­to­se­gre­ta­rio Gra­zia­no Del­rio che pun­ta­va ad al­lar­ga­re le esen­zio­ni.

Nel te­sto de­fi­ni­ti­vo del prov­ve­di­men­to sono sta­te quin­di in­se­ri­te le esen­zio­ni pre­vi­ste già con l’I­ci. Il man­ca­to get­ti­to per i co­mu­ni vie­ne sti­ma­to a 625 mi­lio­ni di euro. C’è da dire che, in que­ste am­bi­gui­tà e co­di­cil­li, la di­ci­tu­ra “non com­mer­cia­le” non si­gni­fi­ca ne­ces­sa­ria­men­te “non pro­fit” e che la tas­sa­zio­ne do­vreb­be pun­ta­re a re­di­stri­bui­re red­di­ti, quin­di in­tac­can­do an­che ren­di­te di po­si­zio­ne par­ti­co­lar­men­te for­ti come quel­le del­la Chie­sa (che se­con­do le sti­me ha cir­ca il 20% del pa­tri­mo­nio im­mo­bi­lia­re ita­lia­no). Ma nem­me­no il rot­ta­ma­to­re Ren­zi in­ten­de rot­ta­ma­re que­sto pri­vi­le­gio di cui gode an­che e so­prat­tut­to la Chie­sa.

Foto: Flickr/Riccardo Palazzani

La re­da­zio­neViene confermata all’art. 4 del decreto l’esenzione per 25 immobili della Santa Sede che godono dell’extraterritorialità grazie ai Patti Lateranensi stipulati con il regime fascista. Scorrendo il nutrito elenco è dubbio che siano tutte strutture a uso esclusivamente spirituale. Nel dettaglio: Basilica e Palazzo Apostolico Lateranense ed annessi con la Scala Santa, Basilica di S. Maria Maggiore con gli edifici annessi, Basilica di S. Paolo con gli edifici annessi, Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, Palazzo della Dataria, Palazzo della Cancelleria, Palazzo di Propaganda Fide, Palazzo di S. Callisto in Trastevere, Palazzo dei Convertendi (ora Congregazione per la Chiesa Orientale) in Piazza Scossacavalli, Palazzo del S. Offizio e adiacenze, Palazzo del Vicariato in via della Pigna, immobili sul Gianicolo, immobili esenti da espropriazioni e da tributi, Università Gregoriana, Università Gregoriana della Pilotta, Istituto Biblico, Palazzo dei SS. XII Apostoli, Palazzo annesso alla Chiesa di S. Andrea della Valle, Palazzo annesso alla Chiesa di S. Carlo ai Catinari, Istituto Archeologico, Istituto Orientale, Collegio Lombardo, Collegio Russo, Palazzi di S. Apollinare, Casa di esercizi per il Clero in SS. Giovan

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