• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Stupro in Calabria | "Una coperta rosa" ha coperto 3 anni di stupri e (...)

Stupro in Calabria | "Una coperta rosa" ha coperto 3 anni di stupri e ricatti su una 13enne

Oggi comincia la scuola e fai conto che vieni a sapere che tua figlia di 13 anni,1.55 x 40 chili, all'uscita viene caricata da uno, che poi sono 8 o 9, e portata in una casa o al cimitero, o sotto un ponte... o dovunque ci sia un giaciglio; che le tengano fermi i polsi e la violentino: per 3 anni.

Ora si sa, chi sono quei "ragazzi" e lei che se l'è cercata...

La notizia è dei primi di settembre in Calabria, con l'Operazione Ricatto: "Arrestati 9 ragazzi, tra i 18 e i 30 anni per violenza sessuale di gruppo aggravata, atti sessuali con minorenne, detenzione di materiale pedopornografico, violenza privata, atti persecutori, lesioni personali aggravate e di favoreggiamento personale". 

E sappiamo anche chi sono gli 11.416 che risiedono a Melito di Porto Salvo, tranne 400 venuti anche da fuori per la solita fiaccolata di solidarietà per le strade di Melito, per la famiglia della ragazzina vittima di abusi sessuali: erano stati tutti invitati dalla stampa e dalla Chiesa.

Il parroco, Domenico De Biase, riesce a tirare fuori queste parole: «Sono tutte vittime anche i ragazzi. E poi, io credo che certe volte il silenzio sia la risposta più eloquente». Ma poi ci sarebbe stato poche ore dopo "Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, ha dedicato anche la sua omelia di oggi a questo tema, durante la Santa Messa nella Basilica Cattedrale davanti alla Madonna della Consolazione". 

Il sindaco Giuseppe Meduri attacca la giornalista Giusy Utano del TgR Calabria e sentenzia: «Certe ricostruzioni uscite sul servizio pubblico ci hanno offesi». Aveva riportato una certa "signora" dire: «Sono vicina alle famiglie dei figli maschi. Per come si vestono, certe ragazze se la vanno a cercare». Il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, ha detto: «Questo territorio sconta un ritardo costante. C’è una mancanza di sensibilità. Anche i genitori sono stati omertosi. Tutti sapevano». 

Mi viene in mente la storia della ragazzina di Montalto di Castro violentata dal branco e le parole del sindaco, oltre i fatti, Salvatore Carai, zio di uno dei violentatori che dichiarò: “Quei ragazzi ingiustamente accusati sono dei bravi ragazzi. Dalle nostre parti le uniche bestie sono gli immigrati romeni. Loro si che lo stupro l’hanno nel sangue"

Verrrebbe voglia di andare lontano, dove non mancheranno i matti ma dove manca tanta spaventosa folla di di donne che hanno subito ed educato così i loro figli, alla violenza, e le figlie a subire. Dei padri è meglio tacere, che se si limitano all'indifferenza è già tanto.«C’era la coperta rosa... e non avevo più stima in me stessa. Certe volte li lasciavo fare. Se mi opponevo, dicevano che non ero capace. Mi veniva da piangere. Mi sentivo una merda».

Parole sommesse e ripetute alla psicologa, da questa nostra piccola figlia, strazianti, in questo deserto umano. La coperta rosa non è riuscita a coprire niente, se non il silenzio di tutto un paese intorno, stretto nel miserevole ipocrita silenzio.

Doriana Goracci

 

Commenti all'articolo

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.222) 12 settembre 2016 10:53
    Doriana Goracci

    grazie alla redazione per avermi fatto intervenire stamattina, grazie a Fiorenza Sarzanini per la risposta e il suo impegno quotidiano, di donna e giornalista. riAPRITE i Centri Antiviolenza a questo link  http://www.primapagina.rai.it/dl/po...; sentite il mio intervento stamattina e la risposta della giornalista Fiorenza Sarzanini, che ringrazio molto come la redazione di Rai3 per avermi dato la possibilità di esprimermi...sono al minuto 7,34

  • Di Gennaro Morgese (---.---.---.9) 12 settembre 2016 18:09

    Questa spazzatura umana, compreso il sindaco razzista, andrebbero "trattati" con la castrazione chimica, a prescindere dal processo teoricamente educativo della detenzione in carcere. Una legge che voglia ritenersi veramente efficace DEVE valutare il danno irreparabile inflitto alla vittima dello stupro e allo stesso tempo, impedire che il farabutto che ha commesso il reato possa ripeterlo di nuovo, magari per vendicarsi contro la "sporca" società che lo ha punito, mandandolo in galera. Non ci sono giustificazioni che tengano per coloro che, nel nome della loro presunta maschilità, usano la loro violenza repressa contro persone indifese. Lo stupro, sia individuale che di gruppo, è da considerare come delitto contro l’umanità e come tale, DEVE essere punito in modo esemplare. Altrimenti rassegniamoci al peggio.

  • Di Gio53 (---.---.---.143) 12 settembre 2016 18:18

    Sono senza parole, fino a quando noi mamme di ragazzi non insegnamo ad avere RISPETTO per le donne qualsiasi sia il loro modo di agire avremo questi farabutti. Non sono uomini neanche bestie , non sono catalogabili

    • Di Doriana Goracci (---.---.---.222) 12 settembre 2016 20:11
      Doriana Goracci

      Costoro, e spesso i loro esemplari di genitori e altrettanti esemplari di rispettabili...autorità locali, esigono il rispetto per loro, in quel caso sanno cosa è il rispetto ma in effetti conoscono solo l’ affermazione violenta del proprio io.La storia è lunga, per me C’E’ UNA NECESSITA’ DRAMMATICA DI LUOGHI DOVE LE DONNE POSSANO TROVARE AIUTO, IN TUTTI I SENSI: CENTRI ANTIVIOLENZA.(SCUSATE MI è SCAPPATO IL MAIUSCOLO MA NON CORREGGO FORSE è MEGLIO ESSERE CHIARA)

    • Di ste (---.---.---.172) 13 settembre 2016 10:56

      Io invece ritengo siano uomini, umani non bestie.
      Spesso allontaniamo da noi chi commette misfatti, "abbassandoli" di rango ad animali (ma non mi risulta che gli altri animali facciano cose simili).
      E invece questi fatti sono generati dalla nostra società umana, dalla nostra cultura malata intrisa di odio, gerarchia, discriminazione (sessuale, razziale...), indifferenza all’ingiustizia, conformismo.
      Caratteristiche profondamente umane. Finché non ci facciamo i conti, guardandoci allo specchio, non risolveremo nulla.

  • Di calabria saudita (---.---.---.97) 12 settembre 2016 21:13

    non sapevo che in calabria ci fossero i talebani
    oddio i talebani mica sono così bestie
    questi sono delle scimmie
    oddio le scimmie non sono così impotenti da dover esser in 10 contro una

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.117) 13 settembre 2016 09:24
    Doriana Goracci
    GRAZIE a un tema svolto a scuola, la tredicenne di Melito spiegò il dramma che stava vivendo. E la madre sapeva e il padre pure...Non trovo più parole per esprimere un giudizio ma solo fermamente la volontà di chiedere a gran voce SPORTELLI ANTIVIOLENZA: trovate i soldi per riAPRIRLI.
    "I genitori della tredicenne di Melito Porto Salvo stuprata per tre anni dal branco, sapevano da tempo quello che era accaduto alla loro figlia. Hanno però taciuto. La madre era venuta casualmente a conoscenza delle violenze subite dalla figlia attraverso la brutta copia di un tema che la tredicenne aveva lasciato sulla scrivania della propria stanza. Il particolare emerge dall’ordinanza che ha portato all’arresto dei giovani accusati degli abusi. La ragazzina che frequentava il Liceo delle Scienze Umane e Linguistiche a Reggio Calabria, aveva espresso in quello scritto il proprio disagio personale e familiare, soprattutto."
  • Di Marina Serafini (---.---.---.180) 13 settembre 2016 22:50
    Marina Serafini

    Proprio così: "folla di di donne che hanno subito ed educato così i loro figli, alla violenza, e le figlie a subire".

    E’ un problema di cultura (nel senso tedesco di Kultur, ossia di civiltà), non di essere animali. Gli animali fanno gli animali, e in questo sanno essere più coerenti di quanto non facciano spesso gli umani con il proprio genere.
    In alcuni paesi la violenza (sessuale e non) sulle donne è normale, anche rituale. Umano dovrebbe esser definito colui che fa onore alla sua umanità esercitandola, ma la programmazione depistante che subiamo di continuo si riversa sui nostri figli e sui loro, snaturandoci tutti.
    Chi ci insegna cosa; perchè ci adeguiamo fino a introiettare e far nostri quei modi che non ci appartengono; cosa ci impedisce di provare pietas davanti a certi abomini?
    H.G.Gadamer sosteneva che siamo già sempre traditi (ossia prodotti dalla tradizione, formati da essa, ma al tempo stesso "traditi" nel senso più usuale del termine: pensiamo di noi ciò che non è) dalla tradizione nella quale nasciamo, inconsapevoli trasmettitori di valori che sono stati già immessi in noi prima ancora di venire al mondo.
    Eppure c’è chi riesce a vedere, a sentire, a comprendere, chi si discosta dal baratro dell’alieno default per orientarsi verso l’umana specie.
    Cosa ci rende così diversi?
    Molti grandi personaggi si son fatti tali ascoltando l’analogico messaggio dei loro sogni; altri si son fidati di persone sagge, dei maestri incontrati per la via.
    Chiunque ci sia riuscito ha avuto voglia di farlo, e ha lottato per riuscirci.
    Nihil datur gratis, tantomeno la nostra sana e felice permanenza in questo mondo.


    • Di Doriana Goracci (---.---.---.67) 13 settembre 2016 23:52
      Doriana Goracci

      Grazie Marina, davvero ti sono grata per quanto e come esprimi la tua voglia di vivere e amare, come anche le altre due giovani donne che hanno commentato direttamente da Facebook. Mi rimane il pensiero luminoso di quella ragazzina che in una mattina di sole a scuola ha scritto di sè, ha vinto tutte le paure e ha tentato la sorte. Ce l’ ha fatta, e spero le arrivi la nostra riconoscenza e affetto. Un giorno forse sarà madre, sono certa che saprà esserlo, istintivamente. Ha cominciato da poco a volersi bene, ha una vita davanti...

  • Di gianfranco s. (---.---.---.247) 14 settembre 2016 13:21

    io sono un "maschio del sud", della provincia di Me (ma vivo altrove), ed ogni volta che sento e leggo cose di questo tipo (che sono più frequenti di quanto si creda) mi sento sprofondare in un pozzo di vergogna senza fine. la normalità purtroppo è una cosa del tutto relativa all’interno di un ambiente corrotto fino al midollo. ad esempio è cosa normale, e non vorrei andare troppo fuori traccia, che un 30enne stia con una minorenne o che una ragazza molestata venga appunto accusata. L’essere umano trascende il mestiere ed è quindi anche frequente che una donna che chiama le forze dell’ordine per molestie e simili si senta chiedere "ha bevuto? è ubriaca?". è una questione di maschilismo diffusa ed imperante in molti ambienti. ricordo la storia di una ragazza molestata che dovette cambiare scuola, per esempio. io non sono così,e mi chiedo costantemente come si possa essere così meschini. io non voglio tornare "a casa", e sono stanco di essere biasimato per questo. vorrei tanto che le persone facessero autocritica per migliorare la vivibilità di certi posti, ma da bravo meridionale ho la rassegnazione nel sangue e so che tra 50/100 anni sarà tutto pressocchè uguale.
    apprezzo molto il suo articolo ed ho sentito il suo intervento su "filodiretto", sei il motivo per cui agoravox è diventato la pagina iniziale del mio browser.
    grazie.

    • Di Doriana Goracci (---.---.---.29) 14 settembre 2016 17:26
      Doriana Goracci

      con il tuo commento caro Gianfranco hai fatto "giornalismo partecipativo" come è nello spirito di questo blog. La mia casa è dove vivo non dove sono nata, ho passato da un po’ i 50 e ancora credo fermamente nell’ amore e nella vita. Grazie per tutto, tu non sai quanto è importante partecipare come hai fatto...e non rassegnarsi al silenzio.Un abbraccio grande

  • Di fortuna (---.---.---.38) 18 settembre 2016 01:04

    sono nata vicino a Melito ed a Porto Salvo torno spesso anche perché un medico di quell’ospedale mi ha salvata la vita. ho chiamato amiche e parenti volevo poter difendere qui dove vivo a Varese. le donne di Melito quelle che hanno condannato il "branco"... Volevo vergognarmi un po meno x quei ragazzi figli di buone famiglie ma molto di più per le famiglie che nel 2016 non sono ancora capaci di educari i figli maschi al rispetto della donna madre moglie sorella ma anche solo creature di Dio ! prego che i vari politici e non, si rendano conto delle dichiarazioni becere fatte verso quei "bravi ragazzi" e provvedano nel frattempo a proteggere la donna anche solo da un soffio di vento e diventino uomini veri che rispettano x primi la vita di chi la vita la dona sempre come prova d’amore e non per uno stupro di gruppo! amo la mia Calabria e tutte le persone oneste che la abitano amo Melito e vorrei sentire una condanna unanime x il male fatto ad una bambina di 13 anni... mai più, .. mai più !!! fortunata

    • Di Doriana Goracci (---.---.---.57) 18 settembre 2016 13:19
      Doriana Goracci

      "Fortunata" la persona che mantiene come te l’ affetto per la sua terra e chi la abita, malgrado tutto. E dire che c’è tanto sole in Calabria, che dovrebbe illuminare tutto, anche quello che viene occultato come ci fosse sempre la nebbia e la notte. Quella giovanissima donna ha avuto tanto coraggio, penso che noi donne abbiamo da imparare da lei e quindi grazie anche a te che hai avuto questo sentimento così forte di solidarietà affetto e partecipazione, da scriverne e comunicare. Grazie Fortunata, un abbraccio dalla Tuscia, che non è il mio luogo d’ origine ma ci vivo...

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.167) 13 gennaio 2018 12:22
    Doriana Goracci

    Aggiorno con estrema tristezza ed è il caso di dire "desolazione":

    Torna in servizio Antonino Schimizzi, l’agente che era stato destituito dalla Polizia di Stato, dopo l’inchiesta “Ricatto” che portò all’arresto di un branco di presunti stupratori di una ragazzina residente a Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria. Lo ha deciso il Tar Lombardia che ha accolto il ricorso dell’agente di polizia. A darne notizia è “Il Giornale”, in un articolo a firma di Luca Fazzo.Antonino Schimizzi è il fratello di Davide, quello che la giovane vedeva come suo fidanzatino e che invece, stando a quanto raccolto dagli investigatori, si tramutò nell’uomo che diede inizio al suo incubo durato diverso tempo. Perché furono vari giovani ad abusare di lei, ad approfittare di quella condizione di ragazzina ormai vessata, che la fece precipitare in un vortice tremendo da cui, fra grandi difficoltà, è riuscita a venire fuori.Anche Antonino Schimizzi ebbe un rapporto con la giovane. Fu lei stessa a rivelarlo. Ma si trattò di un atto consenziente, come disse la stessa ragazza. «C’è stato però non faceva parte di questo ricatto. Però ci siamo sentiti, così messaggiato e poi ci siamo visti», mise la giovane a verbale. «È stata una cosa… voluta da me e in parte anche da lui nel senso da me in base al fatto che… dopo questi ricatti, queste cose che erano successe io non avevo più stima in me stessa. Diciamo sempre sono una merda, sono cose così».Di certo c’è che il racconto della giovane, sebbene non fece scattare l’accusa per l’uomo, però provocò comunque una valutazione netta da parte del gip Bennato, che emise l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti delle persone indagate: «La giovane parla di consenso, ma la sua volontà già acerba ed incompleta per età e condizione evolutiva, era fortemente viziata e mutilata da una condizione di disistima e di disprezzo per la propria persona e di totale svilimento del proprio corpo che, invece di prepararsi gioiosamente e correttamente a vivere in pieno la propria femminilità era stato ridotto (non da lei, ma da un manipolo di balordi) ad oggetto da usare al soddisfacimento dei propri brutali e patologici istinti sessuali. Se tuttavia non vi sono elementi per collocare il rapporto sessuale quando la ragazza era infraquattordicenne, né per ritenere che la stessa fosse stata comunque costretta a consumarlo, non vi è dubbio che Antonino Schimizzi, vi è più a cagione della professione di poliziotto, fosse pienamente a conoscenza degli abusi subiti dalla minore».Ma il ruolo di Antonino Schimizzi venne fuori, invece, quanto ai consigli dati al fratello Davide, che temeva di essere coinvolto nella vicenda dello stupro. Questi, infatti, chiese lumi al fratello poliziotto sul comportamento da tenere nel caso in cui fosse stato chiamato in caserma dai carabinieri, dopo le parole della ragazza. «Si vabbè, può andare avanti con quello che vuole. Allora tu – disse il poliziotto al fratello – in ogni qualsiasi caso ti chiamano, tu vai e dici io non mi ricordo niente! Perché no! Gli devi dire che quando mi chiamate in giudizio poi ne parliamo, adesso a titolo informativo non vi dico niente! E scrivete quello che volete! Non ho nulla da dichiarare! Esattamente così! Così gli devi dire! Davide non fare u stortu, così gli devi dire, perché altrimenti ti fanno fare, ehm ti danno un’altra cosa, tu non gli dire niente, perché se gli dici qualcosa fanno un’altra cosa loro, capito? E poi rompono i coglioni!».Parole che costarono a Schimizzi, nel gennaio di un anno fa, la destituzione dal servizio perché, secondo la polizia di Stato, con i suggerimenti al fratello «ha denotato l’assenza dei valori di lealtà, rettitudine e abnegazione che devono rappresentare il patrimonio genetico di ogni appartenente alla polizia di Stato». Una decisione dura a cui Schimizzi non si è rassegnato. Ed il Tar della Lombardia gli ha dato ragione. Perché? Per i giudici amministrativi, quando ebbe quei rapporti sessuali con la ragazzina, non era in polizia ma nell’esercito. Mentre sul versante dei consigli dati al fratello, la decisione del Tar sembra non affrontare direttamente la questione. Mentre il branco oggi si trova a processo davanti al Tribunale di Reggio Calabria, Schimizzi può tornare a fare il poliziotto. Almeno in attesa di una decisione definitiva.Consolato Minniti

    http://lacnews24.it/cronaca/stupro-...

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità