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Strage di Ustica, la sentenza definitiva: fu un missile ad abbattere il DC-9. Lo Stato dovrà risarcire

La terza sezione civile della Corte di Cassazione di Palermo ha condannato lo Stato a risarcire 6 familiari delle 81 vittime della Strage di Ustica. Si tratta della prima sentenza definitiva dopo 30 anni di inchieste, depistaggi, insabbiamenti e omissioni.

È la prima volta, dopo trentatré anni, che una sentenza sulla strage di Ustica passa in giudicato. Quanto dichiarato dalla Corte di Cassazione il 28 gennaio è la verità - almeno quella giudiziaria - su quanto accadde al DC-9 dell'Itavia inabissatosi in mare la sera del 27 giugno 1980. Nessuna bomba nella toilette (come sostiene l'ex sottosegretario Carlo Giovanardi), nessun cedimento strutturale, la tesi che a lungo è stata quella ufficiale, portata avanti dall'Aeronautica Militare Italiana nonostante fosse stata smentita prima dai riscontri oggettivi e dalle perizie, poi dal ripescaggio dell'aeroplano. A far esplodere quell'aeroplano è stato un missile. Chi lo abbia lanciato e perché, resta ancora un mistero. 

Secondo le informazioni raccolte da AgoraVox, si tratterebbe di una sentenza giunta dopo un lunghissimo iter. Il pronunciamento sarebbe stato presentato da 3 famiglie delle vittime, tramite gli avvocati Fallica di Palermo, addirittura nel 1990. Due anni prima, nel 1988, era stata creata l'Associazione Familiari della Strage di Ustica, fondata dalla senatrice Daria Bonfietti, che ha preferito condurre la battaglia su un piano penale, anziché civile. 
 
"Lo Stato italiano non seppe garantire la sicurezza del volo partito da Bologna e diretto a Palermo", questa la motivazione del risarcimento disposto dai giudici siciliani, che concordano de facto con la sentenza emessa dal giudice Paola Protopisani nel settembre 2011. 
 
Non si tratta del mega-risarcimento di 100 milioni di euro richiesti allora al Ministero dei trasporti, degli Interni e della Difesa (decisione contro la quale il Governo Berlusconi ha presentato ricorso) ma la sentenza rappresenta comunque un colpo importante a quel muro di gomma che per trent'anni ha reso (quasi) impossibile la ricerca della verità.
 
Come dice l'avvocato Daniele Osnato ad Antonella Beccaria del Fatto Quotidiano: "Adesso il parlamento europeo può avviare le procedure per una petizione o per una commissione d’inchiesta”. Petizione resa finora impossibile dalla mancanza di una sentenza definitiva, oltre che dall'esistenza dell'altra ipotesi, quella della bomba a bordo. Non c'era la certezza fattuale che a squarciare la carlinga del DC-9 fosse stata la detonazione di un missile. “Ora questa sicurezza c’è”, afferma l'avvocato dei familiari delle vittime. 

 

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.98) 28 gennaio 2013 22:37

    Uno stato di sterco, attraverso i suoi nauseabondi sgherri, uccide intenzionalmente ben 81 ignare persone. Adesso, cosa succede? Che quei poveracci non vengano risarciti, ammettendo di poter risarcire la perdita degli affetti, da quegli sgherri. No! Quelli godono di ampie protezioni! A risarcirli saranno i soliti fessi: cioè quegli stessi cittadini che subiscono continuamente i criminali intenti di una classe politica fatta di deiezioni! E così il cerchio si chiude. Mentre i soliti fessi si accapigliano per votare questo o quell’altro criminale, questi mascalzoni mantengono e incrementano i rispettivi privilegi, facendone pagare lo scotto, ora anche economico perché quei risarcimenti li pagheremo soltanto noi con le tasse, alla faccia dei soliti cretini! Che bello essere italiani!

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