Prima di accostarci al vocabolario di questa crisi che sembra farsi più intensa ogni giorno, può essere utile rammentare la regola d’oro della finanza: i guadagni devono essere proporzionati al rischio percepito di un investimento. Se ne deduce che se investo in un’azienda solida, stabile e trasparente, non mi posso aspettare un ritorno – o una perdita – sopra la media dei mercati; se investo in una piccola compagnia sconosciuta, e quindi più rischiosa, è molto più probabile che il mio investimento renda molto più – o molto meno – dell’indice di mercato. Tenendo a mente questa regoletta (che regola in realtà non è, ma è un buon punto di partenza), tanti meccanismi della crisi dovrebbero avere più senso.
Auditor: vedi Rating.
Bond: il nome generico, in Inglese, delle obbligazioni finanziarie (BOT, BTP, CCT, etc.) emesse da governi e aziende. In pratica, chi compa un Bond presta soldi all’emittente in cambio della promessa di venire ripagato con un tasso d’interesse in futuro.
BTP: vedi Bond e Spread.
Bund: il nome che i tedeschi danno ai loro Bond.
Debito: è la quantità di soldi che uno stato o un’azienda devono a chi ha prestato loro denaro. Per gli Stati, viene spesso citato come frazione del PIL (Prodotto Interno Lordo) dello stato stesso. Il PIL altro non è che il “reddito” annuo del paese stesso. Quando diciamo che il debito Italiano è – ahimè – al 120%, intendiamo dire che l’Italia deve 1,2 volte quello che guadagna in un anno.
Differenziale: vedi Spread.
Downgrade: quando un auditor decide di abbassare il rating, o giudizio sul debito di uno Stato o di un'azienda.
Leva: il rapporto tra il debito e il capitale di un’ente finanziario. La leva viene utilizzata per aumentare i potenziali guadagni di un investimento. Se ho 1.000 € da investire, e ne chiedo altrettanti a una banca per poterli investire, sto usando una leva del 100% (il mio debito è uguale al mio capitale). Quando l’investimento è maturato, posso ridare i soldi alla banca e tenermi i guadagni; se d’altro canto l’investimento non dà i risultati sperati, dovrò utilizzare il mio capitale iniziale per ripagare la banca: per questo motivo, maggiore è la leva utilizzata, maggiore è il rischio sottostante.
Obbligazione: vedi Bond.
Rating: il giudizio che gli auditor (grandi aziende che fungono da giudici internazionali) danno a un paese o azienda in termini di affidabilità. È la valutazione complessiva che permette agli investitori di capire qual è la probabilità che il paese o l’azienda tenga fede alla sua promessa di ripagare i debiti contratti. Il miglio rating possibile è una AAA, il peggiore, prima del fallimento, è la C.
Recessione: un pediodo prolungato - più di qualche mese - caratterizzato da un peggioramento delle condizioni economiche: crescita negativa del PIL, aumento del tasso di disoccupazione, diminuzione della produzione industriale.
Spread: è la differenza tra i rendimenti, o tassi d’interesse, di due investimenti. I giornali citano spesso lo Spread tra i BTP Italiani e quelli Tedeschi. Il motivo è che le obbligazioni Tedesche sono considerate lo standard al quale il resto dei paesi Europei si deve paragonare. In altre parole, tra tutti gli stati Europei, la Germania è quella che con maggiore sicurezza manterrà la promessa di ripagare il suo debito. Viene quotato in bps (pronuncia: [bi-pi-es]), cioè centesimi di percentuale: 500bps di spread indicano che l’Italia deve pagare un tasso d’interesse che è il 5% più alto di quello Tedesco.
Tasso d’interesse: è la quantità di denaro che un’azienda o uno stato promette in cambio del prestito. In termini di obbligazioni finanziarie, è anche il rischio percepito di uno Stato. Più viene considerato rischioso uno Stato, più alto dovrà essere il tasso d’interesse pagato dalle sue obbligazioni. Questa è la ricompensa che gli investitori richiedono per affrontare il rischio che lo Stato non sia in grado di ripagare il suo debito.