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Spending review non è sinonimo di speculazione

Il ministro Giarda ha paventato l'ipotesi di intervenire su 100 miliardi di spesa pubblica. Ma di quale spesa parla? Costi della politica, spese militari e super pensioni, o (i soliti) tagli a istruzione, sanità, ricerca e trasporti?

Quando ho appreso che il ministro Piero Giarda ha detto che dalla spending review si potrebbero recuperare 100 miliardi nel breve periodo, più altri 300 nel medio lungo, sono sobbalzato dalla sedia. Nientedimeno, lo stesso ministro, che solo qualche settimana fa parlava di 4-5 miliardi di tagli da effettuare, oggi aggiunge addirittura due zeri a quella cifra?

E’ assolutamente normale allora avere più di qualche perplessità sullo spessore dei tecnici attualmente al governo. Gli stessi tecnici che nominano altri tecnici per procedere a dei tagli, forse perché bloccati da una paura consona solo a dei governi politici, per evidenti motivi elettorali. Lo stesso governo tecnico che s’affida alle segnalazioni dei cittadini per procedere a dei consistenti tagli alla spesa pubblica: per carità, un atto di merito va dato, se non altro per aver favorito un minimo di partecipazione, ma poi resta un quadro vuoto se queste indicazioni non vengono seguite.

Dicevamo dunque della spending review. Ovviamente chi può dirsi contrario a dei tagli alla spesa pubblica che non alimenta altro se non una casta di parassiti e burocrati? Sarei il primo a scendere in piazza a battermi pubblicamente per una rivisitazione della spesa in modo che si possa dire "basta" ad uno sperpero di denaro pubblico. Sono nettamente a favore di un taglio ai costi della politica: a cosa ci servono oltre 600 mila auto blu? Quanto manca ancora per vedere abolite le Province con tutti i rispettivi amministratori?

Sulle pensioni? Abolire qualsiasi vitalizio, e fissare un tetto alle pensioni d’oro; abbiamo già preso troppo da tutto il resto. Gli ordini professionali quanto ancora dovranno essere mantenuti in vita? I consigli di amministrazione delle varie partecipate pubbliche sono pieni di braccia sottratte all’agricoltura! E gli enti inutili, tipo la SIAE, a cosa servono? A chi giova mantenerli attivi? Per non parlare delle spese militari che ci costano decine e decine di miliardi, con annesse le perdite di esseri umani che puntualmente siam bravi a commemorare.

Anche io sono d’accordo con lo sforbiciare queste spese improduttive ed a-sociali che ci permetterebbero di abbattere una bella quota di debito pubblico nel giro di qualche anno! Il problema però, è la spending review che questi signori hanno in testa: quando a pagare di questi tagli sono i disabili che si vedono assegnare meno personale (e meno servizi), o un anziano che vede diminuire sensibilmente le corse dei mezzi pubblici, di quale “necessarietà” parliamo? L’istruzione, la sanità, la ricerca e la cultura non sono settori dove tagliare a priori significa poter avere risparmi immediati: quel poco che si risparmia adesso, lo perderemo in seguito, garantito!

La Fornero, recentemente, ha aperto al licenziamento dei lavoratori pubblici. Ma licenziare anche nel pubblico, quando poi chi ci va di mezzo è sempre l’ultima ruota del carro, ovvero coloro che non hanno altro aldifuori di un contratto precario, è profondamente ingiusto: si alimenta solo una guerra tra bande, il tutto a vantaggio di un sistema marcio e corrotto. Se i tagli, attualmente nella testa del ministro Giarda, vanno in questa direzione, ci troveremo a commentare un altro fattore di negligenza dell’attuale governo Monti: un altro episodio che sarebbe difficile non catalogarlo come un altro atto speculativo sulla pelle di chi davvero lavora e si rimbocca le maniche. Discorso diverso sarebbe, se si prendesse (umilmente) lezione dai quasi 100 mila consulenti volontari che hanno detto la loro nelle scorse settimane…

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