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E se il MoVimento volesse allearsi?

C'è stato un dato interessante emerso dai sondaggi del programma Piazza Pulita: il 40% del Movimento infatti, vorrebbe allearsi alle prossime elezioni, andando contro corrente rispetto a quelle che, notoriamente, sono le direttive di Grillo.

Durante la trasmissione “Piazza Pulita” su La7 ho notato, in particolare, un sondaggio che alla domanda “Il M5S deve allearsi?” rispondeva in modo negativo con il 55%, mentre il 40% non disprezzava l’ipotesi, rispondendo in maniera positiva.

Ecco, non mi soffermeri tanto sulla maggioranza dei “no”, quanto piuttosto su un nutrito numero di votanti che, di fatto, non rispetterebbe le intenzioni del leader del MoVimento stesso: ovviamente, Beppe Grillo. Non è affatto un mistero che il comico genovese abbia ripetuto fino alla nausea, che il M5S dovesse andare per forza di cose da solo alle elezioni, senza alleanza alcuna, almenochè non si tratti di altri movimenti.

Fermo restando che il buon Di Pietro, viste anche le enormi potenzialità elettorali in caso di coalizione e, certamente, molte vedute in comune, sta tentando di tendere una mano a Grillo. Prendendo spunto dal Fatto Quotidiano: “Se vai da solo questi (intesa quale “vecchia politica”) ti fregano! Certo, analizzando il sondaggio con la dovuta cautela, voglio sottolineare il fatto che all’interno del movimento, continuano a crescere delle divergenze di opinioni con Grillo e Casaleggio. Non parlo dei “dissidi quotidiani” all’interno dei partiti tradizionali, ma di pensieri liberi che possono esserci anche nelle migliori e più funzionanti democrazie. Ed è per questo che, non serve continuare a puntare il dito verso Tavolazzi o Favia, oppure impartire direttive alle quali attenersi, pena l’espulsione o, forse peggio, una gogna internautica.

Se davvero si punta a crescere, in termini di idee, in termini di confronto e dunque, anche di trasparenza, serve un congresso, una riunione in cui vengano prese decisioni collegiali. Vanno bene le consultazioni online, ma bisognerebbe dunque, estenderle ad una maggior raggio d’azione entro cui spaziare. Non si può decidere solo quali tasse e quali privilegi tagliare, o su cosa dirottare gli investimenti (argomenti degni d’interesse, ci mancherebbe). Anche questioni come la possibilità di poter decidere un possibile alleato alle prossime elezioni meriterebbero di essere condivise e ragionate il più possibile, e non essere delegate alla semplicissima, e poco rappresentativa, scelta di un singolo.

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