Sondaggi politici: crolla Fratelli d’Italia, mentre sale vorticosamente il Partito Democratico
La pacchia per Fratelli d’Italia sembra ormai finita. Il partito di Giorgia Meloni ha fatto registrare un forte calo nei consensi elettorali, scivolando mestamente al ventisette per cento. Un dato allarmante se si pensa che nel 2022 Fratelli d’Italia aveva raggiunto il record storico di consensi, vincendo le elezioni con il trenta per cento.
Chi festeggia, invece, è il Partito Democratico che ha raggiunto il ventiquattro per cento, distanziato da Fratelli d’Italia di sole tre lunghezze, mentre nel 2022 era precipitato al diciassette per cento. Un salto in avanti scaturito, forse, anche dal successo alle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Umbria, con quest’ultima strappata alla destra, che ha dato un'indicazione di come la destra stia perdendo quota agli occhi di un elettorato che osserva e che giudica. Tanto è vero che è scesa anche la Lega, scesa all’otto per cento, e Forza Italia, calata addirittura al sette per cento. Così, nel contrasto tra i due partiti secondari della destra al momento risulta in vantaggio il Carroccio per otto decimi.
Va meno bene al Movimento Cinque Stelle, scivolato all’undici per cento. Un calo causato forse anche dalle tensioni tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Resta da vedere se, con l'inizio di un nuovo ciclo da cui il comico genovese è stato ufficialmente escluso, il Movimento riuscirà a risalire nei consensi. La coalizione di maggioranza è chiusa da Noi Moderati, stabile all'uno per cento. Nel complesso, la destra raccoglie appena il quarantacinque per cento dei consensi: un dato ben più basso di quello registrato alle ultime elezioni politiche tenute a settembre del 2022.
Il resto dei partiti è un’accozzaglia di movimenti che si dividono il resto delle spoglie del consenso, oscillando tra il sei per cento e il due per cento. Un marasma di piccoli pesci che succhiano voti agli squali, trasformando l’Italia in una Babele di movimenti che sono al di sotto della soglia per entrare persino in Parlamento e, ciononostante, fanno la voce grossa come se contassero su un esercito di elettori, come Carlo Calenda e Matteo Renzi che con il loro misero due e tre per cento dovrebbero uscire fuori dai palazzi della politica e cercarsi un lavoro vero e serio.
In ogni caso, mettendo insieme il Partito Democratico, il Movimento Cinque Stelle e Verdi-Sinistra si arriverebbe al quarantuno per cento dei voti. Se a questi si aggiungessero anche i partiti liberali e centristi, invece, si andrebbe fino al cinquanta per cento dei voti. Un totale ben più alto di quello della maggioranza della destra. Ma, in questo caos di partiti che vanno per conto proprio, una coalizione tra tutti questi partiti al momento sembra tutt'altro che scontata.
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