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Siria: l’Italia e altri paesi europei cacciano gli ambasciatori siriani

Update: anche gli Usa hanno annunciato oggi l'espulsione dell'incaricato d'affari siriano a Washington, Zuheir Jabbour.

E' stata un'azione coordinata quella tra Roma, Londra, Parigi e Madrid di convocare e cacciare gli ambasciatori siriani nei rispettivi paesi. Una decisione nata dopo la strage di Houla in cui hanno perso la vita 110 persone tra cui 50 bambini che vanno a sommarsi alle più di 15 mila persone uccise dall'inizio del conflitto. Dopo la condanna delle Nazioni Unite, nella persona di Kofi Annan, il quale, ieri, si era detto inorridito ecco che anche le singole nazioni si sono mosse.

L'ambasciatore siriano aveva lasciato Londra già lo scorso marzo, mentre Berlino ha dato 72 ore di tempo per abbandonare il paese.

François Hollande, il nuovo Presidente francese, ha dichiarato: "Ho avuto una conversazione ieri [lunedì] con David Cameron, il primo ministro britannico. Laurent Fabius, ministro degli Affari Esteri, ha avuto parlato con il segretario generale delle Nazioni Unite e abbiamo convenuto che ci fosse bisogno di pressioni da esercitare sul governo siriano" e ha aggiunto che "non si tratta di una decisione unilaterale dello Stato francese, ma di una decisione concertata con i propri partner" che oggi hanno un nome.

Il regime aveva provato a scaricare le colpe sui ribelli ma ancora oggi continuano ad arrivare testimonianze sul fatto che non sia così. Rupert Colville, portavoce dell'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha affermato che "E' credibile che meno di 20 dei 108 morti possano essere attribuiti all'artiglieria e ai carrarmati. La maggior parte delle vittime di Taldo, una delle aree di Hula, sono state uccise sommariamente in due incidenti separati".

Un comunicato di poco fa emesso dalle Nazioni Unite a commento dell'incontro tra Kofi Anna e i Presidente siriano Al-Assad recita che

"L'inviato speciale Kofi Annan ha incontrato il presidente Bashar Al-Assad questa mattina per comunicare la grave preoccupazione della comunità internazionale riguardo la violenza in Siria, in particolare riguardo i recenti accadimenti a Hula. Ha espresso in termini chiari il proprio punto di vista al Presidente Assad che i 6 punti del piano non possono avere successo senza passi netti contro la violenza e il rilascio dei detenuti, mettendo l'accento sull'importanza dell'attuazione completa del piano. L'inviato speciale parlerà alla stampa nel pomeriggio

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