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Sgarbi si dimette da sindaco di Salemi, ma non spiega il perché

Il Comune di Salemi, guidato da Vittorio Sgarbi, potrebbe essere sciolto per mafia. Gli ispettori del Ministero dell’Interno, inviati dall’allora ministro Roberto Maroni, hanno chiesto lo scioglimento, perché l’amministrazione comunale avrebbe subìto il condizionamento di Cosa nostra. 

L’ispezione ministeriale era scattata dopo l’operazione su appalti e nomine nella sanità. Gli inquirenti avevano sequestrato nel maggio del 2011 beni per 35 milioni di euro riconducibili all’ex deputato regionale democristiano Giuseppe Giammarinaro nell’ambito di un’operazione antimafia su appalti e sanità nella provincia di Trapani.

La notizia della richiesta di scioglimento ha scatenato la reazione scomposta del critico d’arte. A caldo Sgarbi ha fatto sapere che non solo non si sarebbe dimesso, ma anzi avrebbe denunciato per diffamazione i componenti della commissione di accesso agli atti del Comune, di cui fanno parte un vice prefetto, un funzionario della Questura e un ufficiale dei carabinieri. Inoltre, ha anche annunciato la sospensione del singolare concorso da lui indetto per la nomina del vice sindaco, decidendo di nominare proprio Pino Giammarinarro.


Dopo neanche un’ora Sgarbi fa retromarcia e annuncia le sue dimissioni con la spiegazione che gli ispettori del ministero avrebbero messo in luce aspetti di cui non si era accorto e che si sentiva in pericolo per cui preferisce tornarsene al Nord.

Le verifiche degli ispettori hanno accertato il pericolo di infiltrazioni e condizionamenti scaturiti all’indomani dell’operazione in cui era stato coinvolto Pino Giammarinaro. Quest’ultimo avrebbe ricoperto un ruolo politico di primo piano a Salemi. È stato lui ad indicare e sostenere la candidatura a sindaco di Vittorio Sgarbi, ma non solo: avrebbe partecipato alle riunioni della giunta e della maggioranza pur non avendone nessun titolo. Situazioni che trovano riscontro nelle dichiarazioni, raccolte dai magistrati, del fotografo Oliviero Toscani che decise di lasciare l’incarico di assessore a causa delle continue interferenze di personaggi esterni all’amministrazione.

Sarebbe, quindi, interessante che Sgarbi dicesse quali aspetti nuovi lo hanno spinto a dimettersi e per quale motivo si senta in pericolo, visto che da mesi e fino a qualche ora fa ha sempre escluso qualsiasi tipo di condizionamento mafioso con tanto di querela alla mano contro chiunque in questi mesi abbia sollevato dubbi e perplessità, finanche gli stessi uomini delle istituzioni che gli hanno fatto cambiare idea.

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