• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > I media e le critiche a Monti. Si stava meglio quando si stava (...)

I media e le critiche a Monti. Si stava meglio quando si stava peggio?

“Monti, Monti… sa solo mettere tasse”, “Così non si può campare”, “Loro, i politici, lo stipendio non se lo toccano”, “Aumentano le tasse ai poveri e ai ricchi non tolgono niente”. Sono questi alcuni dei commenti più frequenti che capita sempre più spesso di ascoltare nei bar o nelle piazze. E’ l’umore che serpeggia tra la gente preoccupata dalle notizie sulla difficile situazione politica ed economica che sta attraversando il nostro Paese.

Era inevitabile che l’avvento di un governo tecnico, non potendo sfuggire all’adozione di misure impopolari, dovesse attirarsi critiche e lamentele. Quello che stupisce, invece, è la disonestà con la quale certa informazione racconta la giornata politica, la ritrovata unità di un fronte sindacale, fino a ieri diviso, contro questo governo, la bieca e squallida propaganda messa in atto da alcuni partiti pronti a strumentalizzare a fini elettorali ogni sacrificio imposto dal nuovo esecutivo.

Come se le scelte fatte da Monti e dai suoi ministri non dipendessero dall’emergenza ereditata dal governo precedente, incapace di governare il Paese ed affrontare la crisi. Ci sono, infatti, telegiornali che evidenziano gli effetti sulle famiglie dei provvedimenti presi in questi giorni. Commentatori e analisti che nelle trasmissioni di approfondimento e sui giornali dipingono il governo Monti come un governo lontano dagli interessi della gente perché espressione del potere finanziario delle banche. Ci sono i sindacati, tutti, schierati sulle barricate come non era mai accaduto con l’esecutivo precedente, che pure ne aveva combinate di cotte e di crude. Infine, certi leader politici che sfidano il senso della coerenza e della responsabilità pur di apparire come paladini dei diritti e accattivarsi la simpatia degli elettori distratti.

Tutti a dire che le cose non vanno e che si potrebbe fare meglio. Non si dà neanche il tempo di capire se la cura Monti cominci a dare risultati sul fronte del risanamento, dello sviluppo e dell’occupazione, soprattutto dei giovani, e si pretende di giudicare l’operato di un governo all’opera solo da poco più di un mese.

Poi al di là delle dichiarazioni rilasciate ai giornalisti ti accorgi che tra coloro che contestano il governo ci sono i soliti opinionisti al libro paga o che devono tutto al “capo”; quei politici che solo poche settimane fa avevano deciso di regalare le frequenze televisive digitali a Rai e Mediaset o che hanno fatto rientrare i capitali illegalmente portati all’estero senza far pagare agli evasori neanche un centesimo, impedendo così allo Stato di incassare diversi milioni di euro; gli stessi politici che rimproverano a Monti di aumentare le tasse al ceto medio e alla povera gente e che contemporaneamente sono contrari all’introduzione di una patrimoniale che colpisca i ricchi; quei sindacalisti che non hanno rimproverato al governo Berlusconi la concessione degli ecoincentivi alla Fiat, la quale ha potuto chiudere senza troppi fastidi lo stabilimento di Termini Imerese e rinegoziare a suo vantaggio i contratti di lavoro in tutti gli altri stabilimenti.

Alla fine sembra che si stava meglio quando si stava peggio: si stava meglio quando l’Italia era governata da un manipolo di personaggi intenti a farsi regalare un attico con vista Colosseo o più interessati a trascorrere le serate con escort e ballerine, piuttosto che preoccupati per la situazione finanziaria in cui versavano i disastrati conti dello Stato? Si stava meglio quando il Paese era sottoposto al fuoco incrociato della speculazione internazionale e la borsa bruciava svariati milioni di euro in pochi minuti? Quando ad ogni ora del giorno e della notte il governo italiano riceveva raccomandazioni e ultimatum dall’Europa e dagli organismi internazionali sulle cose da fare per evitare il defoult?

Per fortuna gran parte dell’opinione pubblica dimostra molta più maturità. I vari sondaggi sulla popolarità di Monti rilevano che il 60% circa degli italiani ripone fiducia sul Premier e sui suoi ministri. Forse perché gran parte della gente comune ha capito che la situazione è molto delicata e ha apprezzato la serietà e lo stile con cui i componenti del nuovo governo stanno lavorando per il Paese. Il pericolo è però che col passare del tempo grazie al giornalismo disonesto, al sindacato irresponsabile e alla politica opportunista e facendo leva sulla “memoria corta” degli Italiani si riabiliti proprio quella classe dirigente che ha portato l’Italia sull’orlo del baratro.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares