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Serbia riconosce la complessità e l’unicità del caso Kosovo ma non molla

La Serbia riconosce l'unicità del Kosovo a livello internazionale, ma non desiste dai suoi piani, nemmeno dopo la colossale pressione diplomatica esercitata su di lei da USA e UE.

La Repubblica di Serbia non molla sul caso Kosovo, ma tuttavia riconosce la complessità e l'unicità del caso. Per questo motivo rilancia sempre più apertamente la spartizione della Provincia e in questo gode dell'implicito placet di molti Paesi UE tra cui la Grecia, la Francia, la Romania, la Slovacchia, la Slovenia e l'Ungheria. 

Belgrado sembra essersi resa conto che recuperare tutto il territorio conquistato dai secessionisti albanesi è praticamente impossibile e ha perciò rafforzato la sua presenza nelle zone a maggioranza serba.

Il Kosovo del Nord è Serbia a tutti gli effetti ormai, in questa zona la politica della Repubblica di Serbia ha ottenuto un successo strepitoso: targhe automobilistiche serbe, bandiere serbe in ogni dove, viene utilizzato il dinaro serbo per i pagamenti, le banche serbe vi lavorano come se niente fosse, cartelli stradali scritti prevalentemente in lingua serba e caratteri cirillici dappertutto.

Neppure il nuovo presidente della Provincia/Repubblica del Kosovo è riuscito ad arginare l'avanzata della Serbia a Nord nonostante le sue ingenti ricchezze. Ha tentato una mossa disperata qualche giorno fa affermando che se Belgrado solleverà la questione del Nord del Kosovo egli solleverà quella degli albanesi nelle altre zone della Serbia come ad esempio Presevo. Minaccia inutile che ha fatto ridere Belgrado. La Serbia tiene sotto ferreo controllo tutte le altre zone della Repubblica in cui abitano albanesi e l'esercito serbo sorveglia il confine amministrativo che separa la Provincia dalla Serbia centrale perciò è praticamente impossibile per la leadership albanofona interagire in alcun modo con gli altri albanesi che vivono in Serbia.

Pacolli ha svolto un ruolo fondamentale per la politica del Kosovo e anche se non si conoscono le origini della sua smisurata ricchezza egli finanzia da anni l'indipendenza di Pristina.

Ma Pacolli ora deve fare i conti con una Serbia di gran lunga più popolare e potente di quella di Milosevic. La Serbia gode ora dell'appoggio della Germania per quanto riguarda le integrazioni europee nonchè di molti altri altri Paesi ( Slovenia, Grecia e Ungheria in primis ) che non si farebbero troppi problemi ad appoggiare una spartizione del Kosovo pur di salvaguardare i loro interessi.

Benché molti simpatizzanti dei secessionisti albanesi in Kosovo considerino sciocca e impossibile una eventuale spartizione forse questa soluzione scriverebbe finalmente la parola fine al caso del Kosovo che sta letteralmente dissanguando economicamente l'UE.

La Repubblica di Serbia dal canto suo non aspetta altro.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.201) 29 marzo 2011 11:41
    Damiano Mazzotti


    Se l’intero Kosovo si è staccato dalla Serbia, non vedo perchè una piccola zona del Kosovo non potrebber ritornare dove si trovava in precedenza... A rigor di logica non doveva nemmeno essere inclusa... Ma la burocrazia e le imposizioni dall’alto non sono sempre perfette...

    A parte che che la crisi del Kosovo non è finita e andrebbe attuata l’educazione sessuale per controllare una popolazione in eccesso che rischia di trasformarsi nella zona di ripopolamento dei delinquenti e dei trafficanti di droga, armi e persone...

    Quando si hanno 6 o 7 figli in certe zone del mondo è quasi automatico che almeno un paio per sopravvivere finiscano in giri più o meno illeciti e più o meno strani...

  • Di stefan (---.---.---.47) 29 marzo 2011 23:43

    La questione del Kosovo rimane per ora un grande problema ancora da risolvere per la comunità internazionale,l’ipotesi della ``spartizione`` territoriale potrebbe andare bene solamente se si trovassero d’accordo Pristina e Belgrado ( a dir poco improbabile ). Penso che sia difficile che il Sud della Serbia ( zona Presevo a maggioranza albanese ) si riunificasse al Kosovo visto la forte presenza dell’esercito serbo nella zona. Mentre il Nord del Kosovo resta di fatto ancora sotto la sovranità di Belgrado. Sperando che il dialogo fra Belgrado e Pristina ( con l’UE che fa da mediatore ) possa dare presto buoni risultati e magari mettere finalmente la parola ``fine`` alla Questione del Kosovo e facilitare cosi l’adesione della Serbia all’Unione Europea.

  • Di (---.---.---.138) 30 marzo 2011 09:08

    Caro Signor Mazzotti, quando penso a tutto quello che i kosovari hanno dovuto affrontare sotto il governo di Belgrado non mi viene sicuramente in mente alla risoluzione da lei proposta. Purtroppo, o per fortuna, non si puo´ dare a Cesare quel che e´ di Cesare, ammesso e non concesso che il Kosovo appartenga alla Serbia. Detto cio´ , bisognerebbe chiarire che per quanto riguarda l´educazione sessuale quelle che sono le nuove generazioni sono ben informate riguardo a questo tema. Perche´ fino a 60 anni gli italiani avevano 4-5 figli? essattamente per lo stesso motivo per cui lo hanno fato i kosovari, forza lavoro. Ormai chi e sotto i 40 anni ha circa 2-3 figli, raramente di piu´, dato che il lavoro nei campi e´sempre meno, ma soprattutto e´piu´costoso mantenere i figli messi al mondo.

    La questione del Kosovo e´molto piu´complessa di quello che puo´ sembrare. Oltre alla politica autococtona c´e´anche la politica estera, che ha peso se non equivalente addirittura maggione a quella interna.

    • Di Illiric89 (---.---.---.220) 30 marzo 2011 16:17

      Che sia necessario tenere conto di quello che gli albanesi hanno dovuto passare sotto il regime di Milosevic, ma sarebbe opportuno anche tenere conto di ciò che i serbi e la Serbia stessa hanno dovuto passare per colpa dei secessionisti albanesi e non mi riferisco solo al traffico d’organi ma anche al pogrom del 2004 e alla pulizia etnica questa volta operata dagli albanesi stessi. Concordo con Stefan nessuno di noi per quanto possa ritenersi esperto in balcanologia può fare affermazioni riguardanti il futuro dei rapporti tra Kosovo e Serbia o sulla esistenza stessa del Kosovo come stato.

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