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 Home page > Attualità > Politica > Sentenza Mediaset: Travaglio sulla reazione di Epifani

Sentenza Mediaset: Travaglio sulla reazione di Epifani

"Il Partito Democratico ha atteso la sentenza della corte di Cassazione con un atteggiamento di grande serietà e privo di qualsiasi forma di speculazione politica". Così inizia il discorso di Epifani - segretario PD - in risposta alla condanna di Berlusconi. Un approccio morbido, quasi sospetto, di fronte alle strategie adottate negli anni passati. Il commento di Travaglio su La7. 

Epifani inizia il proprio discorso facendo appello al rispetto delle sentenze e della magistratura, individuando nella condanna di Berlusconi del primo agosto un momento di grande rilevanza nella storia politica italiana. Aggiunge, infinem che per quanto riguarda il Pd la condanna andrà rispettata ed eseguita.

Parole di grande responsabilità, sembrerebbe. Se non fosse per il background politico sul quale sono state costruite, incrinate da accordi più o meno segreti, voti unanimi poi sfociati nelle cosiddette "grandi intese". È la strategia consolidata del "né aderire né sabotare", vecchio motto del Psi di fronte allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, tirata a lucido dal centro-sinistra italiano durante la Seconda Repubblica.

Proprio questo, probabilmente ha suscitato l'irritazione di Marco Travaglio, presente alla lunga diretta di La7. Se infatti il re è nudo, Travaglio svela come anche il discorso di Epifani costituisca una quota minima, tutt'altro che un comunicato duro nei confronti di Berlusconi: "Il fatto di dire che il Parlamento deve prendere atto della interdizione quando ci sarà, è veramente il minimo dei minimi, ci mancherebbe pure. Sarebbe stato lui stesso eversivo se avesse detto il contrario".

Travaglio continua poi, spiegando ad Epifani la separazione dei poteri. Tutt'altro che l'ignorare ciò che gli altri poteri dispongono, ma anzi rispettarne l'operato non solo a parole, ma applicandolo:

"Se una sentenza contiene un elemento di fatto politicamente rilevante ed enorme, come il fatto che il principale partner del Partito Democratico è un colossale frodatore fiscale, questa sentenza va presa, visto che è definitiva, per quello che è. E poi va valutata politicamente per trarne le conseguenze. Immaginate in questo momento qualsiasi leader mondiale [...] che si ritrovasse il suo partner principale di governo condannato definitivamente per frode fiscale, se direbbe quel semolino che ha detto Epifani. Diciamo che stiamo scherzando, ecco, che siamo in Italia appunto".

 

 

Foto: Martina Zaninelli/International Journalism Festival/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.234) 2 agosto 2013 15:27

    B & E

    una volta, tanto tempo fa, la polizia arrestava i delinquenti.

    una volta presero un ladro e il suo palo, che gli reggeva il sacco in cui il ladro metteva la refurtiva.

    Interrogati, il ladro di essere un perseguitato dalla polizia, che va rformata per via legislativa; il palo disse che se davvero quella roba nel sacco era rubata, allora quell’altro era un ladro.

    Sapreste  indovinare i cognomi del sig B e del sig E ?

  • Di (---.---.---.2) 4 agosto 2013 19:34

    Spariglio >

    Berlusconi ha un’altra carta da giocare.
    Rifondare Forza Italia e passare il testimone a Matteo Renzi.

    Prospettiva tutt’altro che astrusa ed inconsistente alla luce delle dichiarazioni di entrambi i soggetti.
    Chi, meglio di Renzi, saprebbe recuperare i delusi del centro-destra e ridare speranza al popolo moderato?
    Chi, meglio di lui, saprebbe dialogare con il mondo delle imprese e della finanza?
    Chi, più di lui, saprebbe “calamitare” tutti i media facendo lievitare i consensi elettorali?
    Perfino alla Merkel è venuta la curiosità di conoscerlo da vicino.

    Alfano potrebbe continuare a fare il Segretario senza problemi.
    Berlusconi potrebbe, finalmente, assumere a pieno titolo il ruolo di “padre nobile” e trovare anche il tempo di dedicarsi ad “opere umanitarie” più che encomiabili.
    Così, in poco tempo, vedrebbe dissolversi i suoi problemi giudiziari.
    Renzi, da par suo, troverebbe più di un motivo per “saltare” la staccionata e puntare alla premiership.

    Non ultimo. Il “bipolarismo” riprenderebbe i suoi caratteri distintivi più convincenti, a tutto beneficio della “credibilità” politica e della stabilità istituzionale.
    Altrimenti è destinata solo a salire quella Febbre del Tribuno che non conosce remore o limiti fino a

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