Se sarà “golpe” è anche colpa nostra
Proviamo ad immaginare cosa accadrebbe se il Tar non accogliesse i ricorsi del Pdl nel Lazio e in Lombardia. Il governo ha già fatto trapelare la possibilità di due soluzioni che tecnicamente consentirebbero il reintegro di due liste presentate irregolarmente. La prima ipotesi è un decreto che modificherebbe le regole a partita in corso (regole oltretutto scritte dall’attuale maggioranza che poi per prima non ha rispettato). La seconda ipotesi invece sposterebbe il voto a aprile o maggio prorogando governatori già decaduti e spostando le elezioni a campagna elettorale già aperta. In entrambe i casi si tratterebbe di forzature di tale portata (anche perché imposte senza un accordo di tutte le forze politiche) da avere una connotazione eversiva.
Nel caso si allungasse a dismisura la campagna elettorale, poi, ci troveremmo davanti al prolungamento all’infinito dell’attuale interpretazione autoritaria e censoria delle regole della par condicio. Mesi di assoluto silenzio. Tramissioni televisve chiuse all’infinito. Bavaglio a tutta l’informazione radio televisiva. Libertà di informazione e espressione? Un optional.
Il vuoto di informazione televisiva, l’unica che davvero conta, prorogata per mesi. A elezioni in corso, a inchieste su affari, corruzione, criminalità e politica in corso.
E noi qui, assuefatti.
È uno dei momenti più oscuri della nostra storia repubblicana. E la colpa non è solo di Berlsuconi, del Pdl, della maggioranza. È anche colpa nostra che lo abbiamo consentito.
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox