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Se io fossi un mafioso

C’è uno strano mosaico che leggo tra gli articoli di giornale. Un collage di notizie che sembrano collegate fra loro da un filo sottile come il tratto di una matita. E’ un disegno che parte dai collegamenti di Lele Mora e Corona con la mafia, e passa per il Primo Ministro della mia Repubblica. Uno strano disegno che mi fa chiedere: ma se io fossi un mafioso, come mi muoverei di fronte ad un’occasione così ghiotta?

Lele Mora e Fabrizio Corona, sembra, che a parte profondersi nel promuovere libri uno e arrangiarsi messia delle folle di teledipendenti l'altro, abbiamo qualche contatto con delle organizzazioni criminali, che per comodità chiameremo mafie.

Ora, se io fossi un mafioso, contatterei Lele Mora e Corona. Se non l'avessi già fatto tempo addietro. Il motivo è semplice: se è vero che Mora è grande sommelier di procaci signorine, che sembra annoverare tra i suoi clienti un certo Primo Ministro Silvio Berlusconi, beh, indubbiamente, se io fossi un mafioso, vorrei averlo tra i miei amici.

Proviamo ad immaginare un onesto Premier di una certa età, con una rinomata, e più volte sbandierata, passione per le donne. Soprattutto se più giovani, e di molto, in onore alla figura del mascalzone latino che all'italiano piace tanto. Se io fossi un mafioso e avessi un amico esperto procacciatore di damigelle, gli suggerirei d'ingraziarsi l'allegro vecchietto. Dopotutto di amici più o meno conoscenti della mafia il suo passato ne è colmo, di certo non si scandalizzerà! Convinto il sempreverde capo del Governo, suggerirei all'amico Corona, di mestiere fotografo-ricattatore, di fare ciò che meglio gli viene. Fotografare. E ricattare.

Se tutto dovesse andare per il meglio, io, un mafioso, mi ritroverei da una parte con un Primo Ministro che offre gentilmente la sua casa per feste e festini, che si diverte in compagnia di damigelle e colleghi stranieri, per cifre per lui abbordabili. Dall'altra con un discreto quantitativo di prove che il Primo Ministro in questione commette un certo qual numero di reati: favoreggia la prostituzione, usa mezzi statali per fatti privati, forse va con minorenni, forse senza saperlo; senza contare il ruolo di figura istitzionale, che ne verebbe danneggiato, soprattutto per un politico di centro-destra, che deve tenersi caro l'elettorato ecclesiastico.

Facendo due più due, se io fossi un mafioso, mi ritroverei tra le mani le armi per ricattare il capo del Governo di una nazione, proprio mentre è in carica. Ovvero, di ricattare una nazione. Ed userei questo potere per avere numerosi favori: condoni, appalti vari, e via discorrendo.

Quindi, se io fossi un mafioso, ed il Primo Ministro Berlusconi fosse una persona onesta, con il semplice vizio, illegale, sia chiaro, di andare a prostitute, userei la sua, a quel punto chiara, debolezza la sua ingenuità, per renderlo ricattabile. Uno strumento nelle mie mani.

Se fossi un mafioso, questo sarebbe un modo furbo di agire. Indubbiamente.
Io per fortuna non sono un mafioso.
Ma non sono neanche l'unico furbo in giro.

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