Scudo fiscale, i problemi nascosti

"Lo scudo fiscale è una tipologia di condono in materia fiscale e tributaria. Esso sana comportamenti illeciti o irregolari effettuati dal contribuente e riguarda, soprattutto, la reintroduzione di capitali illecitamente detenuti all’estero, tramite il pagamento di una tassa minima una tantum". (Definizione tratta da Wikipedia). Ma in pratica permetterà agli evasori di avere un forte "sconto" su quello che avrebbero dovuto versare realmente e diciamo pure, senza mezzi termini, "alla faccia delle persone oneste".

Purtroppo, il tanto discusso provvedimento, ha avuto anche altri risvolti ben poco lieti, questo, forse, a causa di alcuni punti poco chiari. Il solo possesso di un conto corrente presso una banca Svizzera è stato sufficiente a far rientrare i frontalieri italiani nella tipologia di persone da "scudare".

 

Questa particolare classe di lavoratori è composta da circa 70 mila persone (si trovano prevalentemente nelle province di Varese, Verbania e Como) che lavorano prevalentemente in Svizzera e pagano regolarmente le loro tasse alla confederazione elvetica, la quale provvede a far avere all’Italia una parte delle trattenute.

 

Le trattenute sono alla "fonte", quindi direttamente in busta paga (e quindi nessuna possibilità di evadere). Nel solo 2009, sono stati dati al nostro "vorace" governo ben 50 milioni di franchi svizzeri (equivalenti a circa 35 milioni di euro) provenienti dalle "buste paga" dei lavoratori frontalieri.

 

Il tutto senza possibilità di evadere nulla, visto che, come detto sopra, le trattenute sono alla fonte e vige l’obbligo di versare l’assegno direttamente sul conto corrente. Ogni lavoratore avrà quindi, d’obbligo, un conto corrente presso una delle numerose banche della confederazione.

Ed ecco che prontamente, il governo Berlusconi, ha preso "la palla al balzo" ed ha inserito i lavoratori frontalieri nella lista dei "beneficiari" dello scudo. Una "svista" forse o una mossa premeditata per prendere qualche euro in più dallo Scudo?

Per molti di questi lavoratori si tratta dell’ennesimo abuso contro di loro. Di questo avviso sono molte organizzazioni sindacali Svizzere ed anche altri sindacati italiani. Senza mezzi termini si definisce, sul quotidiano Svizzero il Lavoro (edizione dell’11 marzo 2010), lo Scudo Fiscale come un provvedimento che "che tende a favorire chi elude e colpisce i più deboli, in questo caso tutti i lavoratori frontalieri".

Ma la lista di "complimenti" per l’operato del nostro governo non finisce lì. "Questi lavoratori oggi sono confrontati con una sorta di sopruso di Stato teso a mettere sotto controllo i loro conti stipendi per monitorarli e spremerli fino all’osso dal profilo fiscale". "Con ciò vogliono imporre l’obbligo di notifica all’erario italiano non solo il numero del conto stipendio in Svizzera ma anche l’ammontare dei contributi previdenziali (secondo pilastro) versati".

"Tali misure, che appaiono sempre più da regime, oltre ad incrementare i costi delle famiglie dei lavoratori, accentuano la già abnorme burocrazia di cui è infarcito tutto il sistema amministrativo ed aggiungono ulteriori problemi ai già tanti che pesano su tutta la classe lavoratrice frontaliera".

 

Per ora, la lista delle "osservazioni" su questo Scudo fiscale, finisce qui. Ovviamente molti punti sono in sospeso ancora... Non si capisce bene chi debba "beneficiare" dello Scudo. Si parla di chi ha un conto con più di 10mila euro, non si capisce se bisognerà dichiarare il secondo pilastro (assicurazione vecchiaia obbligatoria in stile TFR), insomma, i punti in sospeso sono ancora molti. Forse, per l’attuale governo, queste sono cose di scarsa importanza...

 

Di certo per 70mila lavoratori non lo sono e nemmeno per le loro famiglie. Per non parlare della reputazione che ci stiamo costruendo (o distruggendo) all’estero. Che dire, speriamo che si riesca a trovare una soluzione per questo problema, cosa che sembra attualmente molto improbabile. Un altro "piccolo" problema che si aggiunge alla lista molto lunga di questa piccola Italia.