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Schwazer squalificato per doping. Cos’è l’Epo? E perché è da stupidi assumerlo?

L'atleta italiano risultato positivo ad un controllo antidoping è Alexandre Schwazer, marciatore e già medaglia d'oro alle Olimpiadi di Pechino nel 2008.

L'atleta sarebbe risultato positivo all'Epo ed avrebbe poco fa ammesso le sue responsabilità. Il Coni, appena appresa la notizia dall'agenzia mondiale Wada, ha escluso Schwazer. L'esito delle contranalisi, che verranno fatte sulla "provetta b" e avrebbero dovuto confermare la notizia, è quindi solo una formalità.

Ma cos'è l'Epo? Si tratta di una sostanza tristemente nota soprattutto nel ciclismo, a cavallo tra la fine degli anni '90 e l'inizio dei 2000, quando numerosi corridori, protagonisti soprattutto delle grandi corse a tappe, subirono l'onta della squalifica a seguito di positività alla sostanza. In Italia il caso più noto è quello di Riccardo Riccò, che ne aveva assunto una "versione aggiornata", il Cera, al Tour de France del 2007.

L'Epo, eritropoietina, è un ormone responsabile dell'eritropoiesi, ovvero la produzione di globuli rossi nel plasma. I globuli rossi sono a loro volta responsabili della "conduzione" dell'ossigeno nei muscoli. Questo processo avviene naturalmente nella vita di ognuno di noi, ma può essere "dopato" tramite l'assunzione di eritropoietina sintetica, come sembra sia accaduto con Schwazer. Non è un caso che l'epo venga utilizzato soprattutto negli sport di resistenza, dove l'ossigeno ha un ruolo fondamentale soprattutto per permettere ai tessuti di "recuperare". Più ossigeno viene condotto nei muscoli, più si alza la "soglia" di fatica sopportabile. 

Va considerato che in campo medico l'eritropoietina sintetica viene utilizzata con molta parsimonia ed esclusivamente nel trattamento di pazienti affetti da anemie per gravi insufficienze renali. A differenza di quella naturale, infatti, l'eritropoietina esogena, nella produzione dei globuli rossi, non riesce ad operare un'accurata selezione delle cellule da immettere nel sangue, finendo per sintetizzare anche quelle imperfette, con evidenti rischi di ingenerare patologie ematiche o tumorali. 

Ed è ormai da stupidi anche assumerlo: non solo per la vergogna che deriva dalla squalifica, ma perché è ormai impossibile farla franca ai controlli antidoping essendo, anche se è brutto dirlo, "antiquato". L'esame incrociato di sangue e urine permette di riscontrare tracce anche del "nuovo Epo" e la Wada, già da qualche anno, prende accordi segreti con le aziende produttrice, che favoriscono l'ideazione di specifici test antidoping. Per questo chi tenta ancora di barare avrà la vita sempre più dura. 

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