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Sanità napoletana nel caos tra licenziamenti e irregolarità

Caos ieri mattina all'ospedale San Paolo di Fuorigrotta, a Napoli. I lavoratori dell'associazione di imprese Graded-Siram, addette alla gestione degli impianti di teleriscaldamento, sterilizzazione e condizionamento dei sette principali nosocomi di Napoli, protestano per la disdetta del contratto con la loro ditta da parte del Generale Commissario dell'Asl Napoli 1 Maurizio Scoppa nominato ad agosto dal governatore Caldoro e caldeggiato dal coordinatore regionale Pdl Cosentino. I vertici della Siram hanno inviato i propri responsabili ad effettuare i passaggi di consegne necessari alla loro dipartita, senza affidare nessun'altra commessa ai propri dipendenti. In parole povere, da oggi in poi i 50 operai impiegati nel settore sono a tutti gli effetti senza lavoro

Luigi di Maggio, rappresentante sindacale RSU-Fiom, denuncia: “Sono quasi 30 anni che lavoriamo qui ed ora ci hanno detto che da mezzanotte ce ne dobbiamo andare lasciando i macchinari privi del personale. Vorrei far capire che questa non è una fabbrica che si può bloccare, qua ne va della vita dei pazienti. Se noi ce ne andiamo non viene nessuno che ci sostituisce perché attualmente non c'è nessun'altra ditta subentrante a noi. E noi siamo soltanto i primi a cadere, l'Asl ha intenzione di mandare via tutti, dagli elettricisti alle guardie giurate”.

Momenti di tensione all'arrivo del responsabile della Siram che doveva incontrarsi col direttore sanitario per effettuare il passaggio delle consegne. Inizialmente il direttore non si è fatto trovare evitando la rabbia degli operai e rendendosi disponibile soltanto nel momento del faccia a faccia con l'ingegnere responsabile della ditta lombarda. Grande assente della giornata è stata proprio l'Asl Napoli 1, la più grande azienda sanitaria europea, da tempo disinteressatasi ad ogni tipo di contrattazione con le parti private. L'Asl, infatti, ha intrapreso da un po' di tempo a questa parte un piano di ridimensionamento delle spese puntando come prima mossa al licenziamento dei contratti con le società di manutenzione impiantistica, tra cui la Siram in questione. Il neo commissario Scoppa ha motivato quest'atto con gli eccessivi costi sopportati dall'azienda nel pagamento degli straordinari e bollato come “illegittimo” l'appalto ottenuto da Siram, a suo dire prorogato più volte in maniera irregolare da ben 10 anni.

Il responsabile della società sbotta: “Personalmente ci ho rimesso già molto qui e come multinazionale non ce la sentiamo di continuare in questo modo, da domani gli operai sono in ferie e potremmo concedergli al massimo la cassa integrazione”. Il neo commissario ha già emesso un bando europeo per l'assegnazione della gestione impiantistica degli ospedali con termine per inizio 2012, scaricando i problemi dell'occupazione sulle ditte estromesse. Gli operai non ci stanno e annunciano che presidieranno il posto di lavoro fino a quando non si avranno notizie certe sul loro destino. Ritengono sia anomalo il modo in cui sia avvenuta l'improvvisa disdetta del contratto con la Siram e l'annunciata sostituzione con operai interni all'Asl Napoli 1.

Operai che, in effetti, non si sono mai visti” afferma uno dei lavoratori; “Scoppa ha dichiarato agli organi di stampa e perfino al prefetto che già da tempo la manutenzione è affidata ai suoi dipendenti, ma questo non è vero, in realtà siamo sempre noi a gestire gli impianti perché non c'è nessun operaio specializzato tra i lavoratori dell'Asl. Il direttore generale inoltre afferma che per i posti mancanti si rivolgerà ad un'agenzia interinale, ma questo non è possibile per lo stesso motivo: gli interinali sono sprovvisti delle qualifiche necessarie per legge. In tutto questo i soliti a pagare sono gli operai e le loro famiglie, come sempre”. Qualcuno vocifera che dietro quest'anomalo modo di procedere ci sia in mezzo una qualche società vicina alla politica e pronta a subentrare all'appalto in frode al bando di gara emesso. Chissà. Comunque la protesta si è poi spostata nel pomeriggio all'ospedale Loreto Mare, dove anche lì è avvenuto il secondo passaggio di consegne. E per i 50 operai il futuro si fa sempre più fosco.

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