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Sacco e Vanzetti: 85 anni fa la condanna




 

Difficilmente dei personaggi anarchici hanno avuto tanta fama postuma come Sacco e Vanzetti. L'uno operaio, l'altro pescivendolo, dopo essere stati condannati a morte nel 1927, pur essendo palesemente innocenti, furono riabilitati solo nel 1977. Con il tempo sono divenuti l'emblema di una lotta politica soffocata nel sangue, e di una xenofobia imperante in un America satura di ondate migratorie.

Sacco e Vanzetti non furono eroi, ma nemmeno criminali. Furono uomini semplici, uomini dotati di ideali politici del tutto personali, uomini innocenti. Non si unirono alla criminalità organizzata che mieteva vittime tra le strade delle grandi città americane. Sacco manifestava insieme agli operai, nonostante lavorasse dieci ore al giorno, per sei giorni alla settimana. Chiedeva salari più alti e condizioni di lavoro accettabili.

Vanzetti protestò contro la Plymouth. Nessuno gli diede più lavoro, e decise di vendere pesci.
I due si conobbero nel 1916, insieme ad un altro compagno, Andrea Salsedo, fatto precipitare dal quattordicesimo piano del palazzo di giustizia quattro anni dopo: i due cercarono giustizia organizzando un comizio, e fu allora che vennero arrestati.

Saranno giustiziati sulla sedia elettrica sette anni dopo, vittime sacrificali di una lezione morale che l'America volle impartire a chi lottava.
 

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