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Sporchi da morire

Un plot decisamente underground con scene che ci ricordano i “GM” i giovanotti meccanici della computer grafica di Frigidaire anni ‘80...

Di "Sporchi da morire" ci siamo goduti il découpage a Frascati in occasione della conferenza tenuta da Paul Connett alle scuderie Aldobrandini. Dopo "Biutiful Cauntri", il sempreverde documentario shock sulla Campania, tanti tentano di ricostruire l’emergenza ambientale, tanto su you tube con video amatoriali tanto con produzioni destinate alla sale cinematografiche e "Sporchi da morire" lo sarà. Del regista Marco Carlucci il documentario in preparazione tratta della gestione dei rifiuti in Italia e all’estero e delle possibili alternative virtuose agli impianti di incenerimento.

Con un montaggio alternato ed abili tagli Carlucci offre una virtuosa rassegna video - stampa che, pur con un plot decisamente underground, alcune scene infatti ci ricordano i “GM” i giovanotti meccanici della computer grafica di Frigidaire anni ‘80, mostra un assemblaggio sincopato di tribune, tiggì e porta a porta dell’ultimo anno con disturbi, gracchii, grane e macchie sullo schermo che danno un valore retrò aggiunto senza nulla togliere alla scorrevolezza delle immagini ed alla comprensione del problema, anzi.

Completano il trailer una Vanna Marchi isterica e populista, il dimenticato Pecoraro, il querulo Grillo, lo scandalo di Matera.

Il 6 febbraio alle 17,30 in Campidoglio dunque l’anteprima mondiale, assieme al video - messaggio del sindaco di San Francisco Gavin Newsom, città simbolo di Zero Waste, rifiuti zero. E la Gatti, scopritrice delle nano-particelle assieme a Montanari, in un viaggio nel mondo delle polveri sottili.


"Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale", e con questo sottotitolo, Filthy to the core lancia il suo monito.


< nel portfolio: la cravatta di Paul Connett


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