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Rosa Parks non è servita a nulla?

Donna somala aggredita su un bus a Torino, il conducente protegge la fuga del malvivente

Chissà cosa è peggio. Che Suad sia stata aggredita perché è di origine africana, o che Suad sia stata aggredita perché è un'attivista sociale, o perché Suad è semplicemente una donna. Facciamo così: diciamo che è drammatico che Suad sia stata aggredita, perché è una persona. Nessuno dovrebbe essere infastidito se si trova su un pullman, e a nessuno dovrebbe capitare di non essere protetto, anzi, di dover assistere alla tutela dei suoi aggressori.

Suad Omar è di origine somala, si trova a Torino da tempo. E' mediatrice culturale e si occupa di integrazione. Venerdì scorso, nel pomeriggio, sta andando all'ospedale Mauriziano proprio per aiutare una giovane immigrata da poco dimessa. Ma purtroppo all'ospedale ci finisce lei. 

Il fatto. Suad sta per i fatti suoi, immersa nelle sue cure, infatti parla al telefono mentre si appresta a scendere dall'autobus. Una voce da dietro la blocca, la voce di un italiano sui cinquant'anni. Vuole scendere prima di lei. “Guarda questa gente”, è l'ineccepibile motivazione dell'uomo. Giustamente lei non ci sta, a far passare il cafone. Che si dimostra tale fino in fondo: passando agli insulti, anche a sfondo sessuale. Ma Suad è una tosta, e si indigna. Allora il tizio passa alle vie di fatto, e la picchia. Pesantemente. Intervengono due giovani extracomunitari per difenderla, all'aggressore non resta che scappare. Qui la situazione peggiora: l'autista, anziché bloccarlo, gli facilita la fuga spalancando le porte del mezzo. “Ho seguito il regolamento”, tenta di giustificarsi.

Una storiaccia, insomma. Dove allo squallore del razzista si unisce l'opacità solidale di chi gli protegge la fuga. Suad ne esce male, con una costola incrinata e 15 giorni di prognosi. Ha denunciato l'aggressore, e si è rammaricata con il conducente: “Se è questo il regolamento vuol dire che va cambiato”.

Una donna in gamba, Suad, che vive una vita normale in cui è riuscita a fondere lavoro e impegno sociale. Sposata con un italiano dall'89, Suad è piuttosto nota a Torino, come voce della trasmissione di Radio Torino Popolare “Babalasalà”, dedicata ai migranti. Non solo, all'attività sociale unisce quella politica, da consigliera di municipalità e coordinatrice della Commissione immigrati di San Salvario, quartiere dove risiede e che ha un alto tasso di extracomunitari. É perfettamente integrata, dunque. Perciò si stupisce: “Sono davvero avvilita, è la prima volta che mi succede”. Ma ha il tempo di dire una cosa fortissima, come se la sua pelle non c'entrasse per nulla: "C'è un problema di sicurezza soprattutto per le donne". Rosa Parks, che pure di autobus se ne intendeva, avrebbe applaudito.

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