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Ronde ed identità: la ricetta dell’estrema destra francese

Gruppi giovanili di estrema destra organizzano ronde nel metro di Lille. Anti-islamismo, attaccamento alle radici, disciplina e lotta alla racaille: il mondo di Generation Identitaire.

"Non abbiamo certo l’intenzione di sostituire la polizia ma cerchiamo con la nostra presenza di dissuadere l’azione criminale. Quello che portiamo avanti è il concetto di gioventù vigilante, ragazzi in grado di reagire davanti ad un aggressione". Così Aurélien Verhassel, leader della sezione di Lilla di Generation Identitaire, ha spiegato a Le Figaro le ronde nello scorso week end alle stazioni della metrò della città francese.

Nata come affiliata del movimento politico Bloc Identitaire, questa formazione giovanile è attiva in una decina di città francesi, tra cui Nizza, Lione, Rennes, Parigi e la zona delle Fiandre. Oggi amano descrivere se stessi come "l'aiguillon idéologique du Front national et d'une partie de la droite française", ovvero il nord ideologico sia del Fronte Nazionale, sia della destra francese nel suo insieme. 

Generation Identitaire propone ai suoi iscritti corsi di autodifesa e di boxe, oltre che dibattiti sui temi che stanno alla base della loro ideologia. A distinguerli da altri gruppi di estrema destra è il particolare significato che attribuiscono al termine di identità: in esso confluiscono senza incoerenze l’orgoglio regionale, il senso nazionale e l’appartenenza alla cultura europea. Il nemico? Chi resta fuori da queste categorie.

Diversamente da altri gruppi di estrema destra tra i simboli che li contraddistinguono non ci sono croci celtiche o svastiche. Nelle loro felpe nere e gialle, nei loro gadget e nei loro striscioni compare invece sempre lo scudo dei soldati greci di 300, quelli che combatterono eroicamente per difendere la loro patria dall’invasore asiatico. Il parallelismo è evidente: come i soldati spartani si opponevano ai persiani che ne minacciavano la libertà, così Generation Identitaire lotta contro la spazzatura della società, la racaille.

Questo termine, impossibile da tradurre, è entrato nell'uso comune nel 2005 quando l’allora Ministro degli interni Sarkozy lo utilizzò in riferimento alle bande di microcriminalità da combattere ed estirpare. Sarkozy si riferiva - e il termine è dispregiativo, infatti - soprattutto ai giovani delle cité, i grandi agglomerati urbani francesi dove si concentrano povertà, emarginazione e crimininalità e, in maggioranza, persone che hanno origini extra-europee. 

Il loro manifesto, che sarebbe piaciuto moltissimo al futurista Marinetti, è una vera e propria dichiarazione di guerra alla globalizzazione e all’integrazione culturale. Le parole chiave sono radici, tradizione, autorità e sangue: patrimonio questo che si tramanda di generazione in generazione. 

L’organizzazione di pattuglie di questo genere era già avvenuta nel 2009 a Nizza ma Generation Identitaire si era già resa protagonista di altri episodi clamorosi. Nell’ottobre 2012, ad esempio, una sessantina di manifestanti aveva bloccato la costruzione di una moschea a Poitiers. I contestatori ritenevano inaccettabile ed oltraggioso che sorgesse un luogo di culto islamico proprio nel luogo che nel medioevo, dopo una leggendaria battaglia, era divenuto il simbolo della resistenza cristiana all’invasione turca.

 

Tra il 2004 ed il 2005 invece Bloc Identitaire aveva organizzato delle mense gratuite in cui però venivano fornite esclusivamente zuppe contenenti carne di maiale, in modo da escludere musulmani ed ebrei, iniziativa denunciata come altamente discriminatoria e xenofoba e inizialmente proibita dalla prefettura parigina per possibili problemi di ordine pubblico. Il processo che ne è seguito, arrivato in sede europea, ha però proclamato la leggittimità dell'iniziativa.

Fieri oppositori del premier Hollande e schierati in difesa della religione cattolica, negli scorsi anni si sono fatti notare anche in numerose manifestazioni antigay. Di stampo no global invece la manifestazione organizzata nelle scorse feste natalizie: il 15 dicembre una ventina di manifestanti sono entrati nel negozio H&M del centralissimo Forum les Halles di Parigi al grido di “Passate delle buone feste grazie agli schiavi etiopi”. Oggetto della denuncia erano le condizioni di lavoro imposte della nota catena di abbigliamento alle sedi di produzione delocalizzate nello stato africano.

Verhassel ricorda che a Lille le aggressioni nei trasporti pubblici sono aumentate del 65% tra gennaio e agosto 2013. "Rispondiamo ad un effettivo bisogno della comunità, la gente ci ringrazia!". 

Il dibattito nell’opinione pubblica si articola in una moltitudine di posizioni: dai commenti alla notizia delle ronde di venerdì (#Tourneedesecurisation) emerge che c’è chi sente il problema della sicurezza e quindi apprezza l’iniziativa, così come in molti esprimono la perplessità riguardo quella che potrebbe sembrare una forza di "polizia parallela", come l'hanno definita alcuni gruppi antifascisti.

In ogni caso il successo del movimento identitario è stato fino ad ora più mediatico che elettorale dal momento che alla prova delle urne il non è riuscito a portare nessun rappresentante nell’Assemblea Nazionale.

 

Foto: Damien Rieu (Twitter)

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