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Roma e la sua provincia

Presentato giovedì il rapporto di studio sulla condizione sociale, economica e territoriale della prima cintura metropolitana.

"Non fare troppe cose ma farne poche inserite in un disegno strategico. Fare massa comune per indirizzare lo sviluppo dell'area vasta di Roma e dell'immediata provincia".

Sono queste le parole con cui il presidente delle Provincia di Roma, Nicola ZIngaretti ha concluso la presentazione del rapporto di studio sulla condizione sociale, economica e territoriale della prima cintura metropolitana, 24 aree insistenti su 16 comuni (Albano Laziale, Castel Gandolfo, Anguillara Sabazia, Ardea, Bracciano, Ciampino, Fiumicino, Fonte Nuova, Formello, Frascati, Guidonia Montecelio, Palestrina, Pomezia, Riano, Tivoli, Zagarolo) che
condividono gli onori e gli oneri di crescere intorno alla Capitale. 

"Ci sono molte coppie giovani, molte persone che vengono qua attratte probabilmente dal fatto di lasciare la città anche perché i prezzi, sono comunque alti ma più accessibili di quelli che possono essere nella città di Roma e piuttosto che andare in un quartiere di Roma periferica..." (da Le Rughe, comune di Formello) si legge tra le testimonianze riportate nel rapporto della provincia. Con un'età media di 40,2 anni e un'incremento demografico dal 2001 al 2009 del 22,4% contro il 12,2% della media provinciale, i comuni della prima fascia periferica sono comuni giovani. Il fenomeno è noto come periferizzazione e vede grandi masse in fuga dal centro cittadino verso periferie e comuni limitrofi per sfuggire al caro vita e soprattutto al caro casa.

Aumentano le persone ma non aumentano i servizi. Il sindaco di Ardea, Carlo Eufemi, interviene per dire che la popolazione che amministra è cresciuta dal 1991 al 2006 del 267 % ma non altrettanto hanno fatto i fondi statali assegnati al comune, che può godere di soli 46 euro l'anno ad abitante contro i 180 della media nazionale e i 260 di una città come Latina.

In mancanza di un progetto di sviluppo ampio e condiviso, i comuni della prima cintura, non sono sempre in grado di far fronte alle esigenze di servizi funzionali e culturali ed ecco che, rispetto a Roma e agli altri comuni della provincia, sono proprio quelli al confine con la capitale a mancare di più in termini di scuole, centri sanitari, teatri e cinema. La forte dipendenza economico funzionale dal centro di Roma e la distribuzione non omogenea dei servizi genera un forte e costante pendolarismo non sostenuto da un'altrettanto efficiente rete di trasporto pubblico integrato, con il conseguente congestionamento delle principali arterie stradali.

Non serve l'allargamento della Pontina, né il secondo raccordo anulare, come proposto dal presidente dell'Unione Industriali di Roma, Aurelio Regina, e sostenuto dal sindaco Alemanno e dalla governatrice Polverini, che incentivano il trasporto su gomma e non contribuiscono certo alla nascita di una provincia ecologica come la immagina Zingaretti. Altrettanto deleteri non potranno che essere i progetti di chiusura degli ospedali e centralizzazione dei servizi sanitari, nettamente contrari all'idea di metropolizzazione di cui parla nel suo intervento il prof. Marcellotti, ordinario diurbanistica e presidente del comitato scientifico che ha curato il rapporto. Se infatti, proseguendo verso uno sviluppo casuale e privo di indirizzi l'area vasta di Roma potrà solo diventare tra venti anni una caotica, povera e invivibile megalopoli, come teme Zingaretti, è solo la distribuzione dei servizi e dei trasporti su tutto il territorio che potrà disegnare una metropoli integrata sul modello delle grandi capitali europee. In tale progetto un ruolo fondamentale deve essere ricoperto dall'ente provincia che, secondo il presidente della Società Geografica Italiana e ordinario di Geografia, Franco Salvatori non rappresenta solo un'inutile e costosa zavorra da eliminare ma l'ente più adatto ad affrontare progetti di pianificazione più ampi di quelli che è in grado di affrontare un singolo comune, benchè questo rimanga il primo ente territoriale di riferimento.

L'evento, al quale ha partecipato anche l'attore Ascanio Celestini, è stato ospitato dalla Facoltà di Lettere dell'Università di Roma Tor Vergata: presenti il rettore Renato Lauro e il preside della Facoltà Rino Lazzaro Caputo che hanno ribadito la volontà dell'ateneo di consolidare gli stretti legami che già esso intrattiene con la periferia romana e i comuni limitrofi.

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