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Ripensare la libertà nel XXI secolo

Molti di voi si chiederanno perché parlare ancora di libertà, sono stati scritti fiumi di parole su questo argomento, ma proprio ora è necessario parlarne, dato che il nostro regime politico, democratico, fondato sulla libertà, è messo in discussione dai moti di piazza, dalla sfiducia verso la politica, dall’astensione, dalla speculazione manipolata, dalla guerra che avanza e dal terrorismo.

Dato che il nostro sistema, si basa teoricamente sulla libertà individuale e sulla democrazia ed ora è in una profonda crisi strutturale, ho pensato che bisognasse partire proprio dalle fondamenta per poterlo analizzare e per poter pensare ad una alternativa.

copertina

Finalmente sono riuscito a pubblicare il mio primo saggio, Libertà indefinita, Manifesto della democrazia integrata. In questo articolo vorrei brevemente enunciare le ragioni che mi hanno portato a scrivere questo libro.

Molti di voi si chiederanno perché parlare ancora di libertà, sono stati scritti fiumi di parole su questo argomento, ma proprio ora è necessario parlarne, dato che il nostro regime politico, democratico, fondato sulla libertà, è messo in discussione dai moti di piazza, dalla sfiducia verso la politica, dall’astensione, dalla speculazione manipolata, dalla guerra che avanza e dal terrorismo.

Dato che il nostro sistema, si basa teoricamente sulla libertà individuale e sulla democrazia ed ora è in una profonda crisi strutturale, ho pensato che bisognasse partire proprio dalle fondamenta per poterlo analizzare e per poter pensare ad una alternativa.

Lo scopo principale di questa trattazione è proprio quello di ripensare e di riparlare del concetto di libertà, che ormai diamo per scontato e quindi anche provare a rifondarlo. Per raggiungere questo scopo, si cerca di strappare il concetto di libertà da ogni definizione interessata e proprio per salvaguardarlo e proteggerlo se ne dimostra l’indefinitezza.

Dimostrata l’indefinitezza della libertà, questa non può che essere riconsegnata ad ognuno di noi, all’individuo, ma non sfociando nell’estremo individualismo tipico del nostro attuale regime, ma cercando di integrarla in una proposta politica che possa unire nel miglior modo possibile la libertà negativa, cioè la libertà di agire, con la libertà positiva, cioè la capacità di agire.

Anche la scelta della copertina può spiegare lo scopo di questo saggio. Il colore di fondo è nero, come l’epoca negativa e depressa che stiamo vivendo e che vivremo, le mani legate simboleggiano l’oppressione della maggioranza delle persone in questo pianeta, oppressione economica, politica, morale. Sono in bianco e nero, come tutte le ideologie politiche ed economiche dominanti, che vedono soltanto il giusto (la loro versione) e lo sbagliato. Le due farfalle che si liberano sono colorate, rappresentano la molteplicità, l’immensa varietà di colori e l’immensa varietà di libertà individuali, finalmente liberate da qualsiasi giogo.

Non aspettatevi in questo trattato discorsi politici contingenti o una critica alla deviata struttura economica dominante che ci sta inabissando sempre più in una crisi strutturale senza via d’uscita. Sono temi importantissimi, ma non sono trattati in questo libro. Troverete invece l’assalto teorico all’ideale vessillo del nostro regime, quello della libertà. E parlando di libertà, si arriverà a parlare anche della legittimità del sistema o meglio della sua illegittimità.

Nell’ultimo capitolo di questo saggio, si cerca di proporre un manifesto politico che possa essere un superamento della nostra democrazia rappresentativa, un superamento chiamato democrazia integrata. Ripeto, il manifesto della democrazia integrata non propone una risoluzione di tutti gli importanti problemi contingenti, ma è una proposta di riforma delle basi strutturali di questo sistema.

La democrazia integrata proposta in questo libro, inoltre, è un concetto aperto, che può essere continuamente integratoLa democrazia integrata è una direzione, è la ricerca costante dei migliori strumenti per poter garantire la massima libertà individuale in una comunità pienamente e realmente democratica.

Credo possano essere interessanti anche le quattro postfazioni presenti alla fine del trattato, che sono già un tentativo di continuare nella direzione e nella ricerca chiamata democrazia integrata, un concetto non risolutivo ma vivo

Questo articolo è stato pubblicato qui

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