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Rimini, Giuliano Ravazzini"Victory Garden"Federico Fellini Park

Giuliano Ravazzini – Contadini a Rimini
(Migrazioni di Microazioni project)

Rimini dal 02/05/2009 al 31/05/2009
Parco Federico Fellini
Viale Principe Amedeo 47900 Rimini Italy
 

Ancora una meta in Emilia Romagna per le Migrazioni di Microazioni che Giuliano Ravazzini e il suo staff rappresentano in Europa e in Italia dal Dicembre 2006.
Anche questa volta si tratta di una semina metodica, la semplicità e la assoluta non violenza di questa performance, trasmettono in modo chiaro le intenzioni dell’artista che con insistenza ossessiva pone l’attenzione sulla terra e il rapporto vitale che tutti abbiamo con essa.
 
Ravazzini è un contadino che trasforma metaforicamente questo giardino in un orto. La messa a dimora dei semi nel sottosuolo, in un prossimo futuro si manifesterà, e come una preziosa opera d’arte ornerà l’impianto di questo prestigioso giardino. L’azione prevede la crescita, la trasformazione e l’obsolescenza dell’opera, affidata all’azione degli agenti naturali.
Il desiderio di Ravazzini, non è suggestionare lo spettatore evocando miti archeologici o spettacolari monumenti, ma piuttosto è urgente il desiderio di andare semplicemente all’aperto e recuperare la dimensione rituale e preistorica, l’estetica e la poetica sono il gesto, che trasporta la dimensione mentale umana nel divenire antropico della natura così come stare nel paesaggio e riflettere sull’uomo il tempo e la natura.
 
Giuliano Ravazzini, Sassuolo (MO) 1960.
 
Artista italiano, non convenzionale, precursore di tematiche e simbologie, interprete di progetti interdisciplinari di confine, fotografo, scultore e performer, produttore di eventi backbone, Giuliano Ravazzini è certamente un personaggio singolare che traccia un solco evidente nel panorama artistico contemporaneo, e che recentemente si è dedicato a tematiche legate ai simboli (Stauros) alla natura e alle sue emergenze (Hortus, Dimore Bestiali, Un Hub nell’idrosfera, Migrazioni di Microazioni). 

La sua è una produzione artistica che procede lungo sentieri in parte già praticati da artisti come Joseph Beuys, Richard Long, ma se l’attenzione alle tematiche è la stessa, differente è invece l’approccio, Ravazzini separa in modo totale la sua vita, dal suo essere artista. In lui vi è qualcosa di radicale nell’osservare, e lo fa da lontano e con discrezione, il suo occhio indaga irrefrenabile aspetti e prospettive che si rivelano poi eminentemente centrali.
 
Egli rappresenta e visualizza concetti usando molteplici linguaggi, la sua poetica non è riconoscibile da stilemi estetici, il filo che conduce le sue ricerche è piuttosto di tipo concettuale.
 
Le sue azioni, le sue immagini e le sue opere sono colme di simbolismi che sconfinano nel sacro ma anche di citazioni del mondo naturale riferimenti alla religione cattolica e soprattutto, al mondo animale.
In lui c’è una percezione della natura mite e amica, ma anche mortale e
crudele, l’istinto dell’artista non represso e sfrenato lo priva di quella morale,
tipica prerogativa umana e lo spinge ad indagare più a fondo in una sorta di soglia, di confine dove tutto per lui diventa più chiaro.
 
Come uno sciamano visionario opera in piena libertà, soffrendo dei propri limiti, egli invoca una più ampia percezione, desiderando un’armonia tra uomo e natura.

con la partecipazione di Valter Aratri, Emore Bonacchi, Osvaldo Pifferi
 

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