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Rimborsi elettorali ai partiti. L’importante è partecipare (The Sequel)

Ce l’hanno fatta: l’emendamento del Partito Democratico che eroga rimborsi elettorali a favore di partiti che, alle prossime europee, raggiungeranno almeno il 2 per cento dei voti (a fronte di uno sbarramento del 4 per cento), è stato approvato in prima lettura dal Senato con plebiscito bipartisan.

Abbiamo quindi il bailout di titoli tossici come quelli di sinistra estrema ma anche di contrassegni elettorali civetta, a spese del contribuente italiano. Questo per quanto riguarda i pensosi dibattiti sui costi della politica.



Quanto ai proponenti
(un partito in avanzato stato di decomposizione oligarchica ma invariabilmente ammantato di superiorità morale), quando leggerete del vibrante dibattito sulle primarie, sulla democrazia partecipata, su yes-we-can e consimili onanismi mentali, pensate a questo emendamento.

Indignarsi a volte ha valore terapeutico, in attesa di capire che fare di questa gente.

Commenti all'articolo

  • Di Salvatore (---.---.---.252) 19 febbraio 2009 18:56

     Spero che l’autore dell’articolo sappia che questo emendamento non verrà costare un solo euro in più, perchè il "monte rimborsi elettorali" è FISSO e calcolato sugli iscritti alle liste elettorali (quindi degli aventi diritto al voto, da 18 anni in su).

    Quindi, invece di esserci (presumibilmente) 5 o 6 partiti che si spartiranno i 40 milioni circa di contributi, avremo verosimilmente 7 o 8 soggetti che si spartiranno LA STESSA CIFRA. Un emendamento, questo, che quindi penalizza i partiti più grandi, seppur in misura lieve, a favore di quelli che non hanno possibilità di superare la soglia del 4% improvvidamente introdotta, ma che comunque spenderanno molti soldi per la campagna elettorale.

    Si noti che una norma del genere esiste anche per le elezioni politiche nazionali. Si perché il testo del porcellum calderoliano prevede che il rimborso elettorale vada a tutti i soggetti che superano non il 2, ma l’1%, quindi anche a tutti quelli che non superano le varie soglie, tutte più alte di questa cifra (2 e 4% alla Camera, 3 e 8% al Senato per partiti coalizzati e non).

    A scanso di equivoci, io sono contrario a questo meccanismo di rimborso "alla cieca", che finisce per regalare ai partiti molti più soldi di quanto effettivamente spendano; molto più onesto sarebbe un sistema che prevedesse il rimborso delle spese effettivamente dimostrate dai partiti, mediante fatture e ricevute (cosa che nel suo piccolo costituirebbe anche un disincentivo a stampare, per esempio, ventimila manifesti in nero alla tipografia degli amici, quindi all’evasione fiscale).

    Ma è giusto per completezza d’informazione: non vorrei che, dopo che si è gridato all’inciucio per l’accordo trovato sulla soglia del 4%, si gridasse allo sperpero dei soldi pubblici (che, come abbiamo visto, esiste ma non viene minimamente aumentato da questo emendamento del pd) quando viene fatto qualcosa per "limitare i danni" ai soggetti che non riusciranno ad eleggere europarlamentari.

    • Di Phastidio (---.---.---.102) 19 febbraio 2009 19:07
      Phastidio

      "Il monte-rimborsi è fisso". Appunto. L’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurlo. Troppo qualunquista? Tenere in vita (finanziaria) alcuni micro-partiti, ad elevata propensione alla scissione, che mai avrebbero possibilità di superare "l’improvvido" (perché, a proposito?) sbarramento del 4 per cento, è operazione che mi sfugge. A parte la motivazione abituale: pluralismo, democrazia, ecc ecc. Valeva lo stesso per i giornali di partito, credo. Forme alternative di finanziamento pubblico della politica, a spese dei contribuenti. 

    • Di Salvatore (---.---.---.252) 19 febbraio 2009 19:38

       L’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurlo? Perfettamente d’accordo! Per questo suggerivo un’altra modalità di rimborso (se proprio ci deve essere, in assenza del finanziamento pubblico giustamente abolito tramite referendum). Sul ruolo dei "micropartiti"…mica sono tutti dei piccoli Udeur…io personalmente non darò il mio voto ad uno dei soggetti dell’uno-due-percento, ma se un domani dovessi appoggiare e dare il mio voto ad un piccolo partito che mi rappresenta meglio dei grandi carrozzoni bipolari (specie in ambito di elezione europea) mi dispiacerebbe che le norme discriminassero chi magari ha un programma e dei valori validi ma essendo escluso da qualsiasi rimborso è destinato a scomparire.

      Sull’inserimento della soglia per le elezioni europee sono fortemente scettico per via della natura stessa di queste elezioni, che devono eleggere un organo puramente rappresentativo totalmente svincolato da criteri di stabilità istituzionali/governative. Una legge proporzionale senza alcuno sbarramento era la soluzione ideale per un organo di questo tipo, e ce l’avevamo, insieme a Spagna e Olanda (ma nessuno l’ha detto). Né regge il criterio della frammentazione dei gruppi parlamentari in sede europea, perché molti dei piccoli partiti di fatto esclusi dalla rappresentanza si sarebbero iscritti ai raggruppamenti più consistenti (tipo il piccolo PS nel PSE).

      Sono contrario "a prescindere" alla modifica di qualsiasi legge elettorale pochi mesi prima dell’elezione in questione. Lo trovo un espediente scorretto, non illegittimo né antidemocratico, ma scorretto e per questo sconsigliabile. Mi sono trovato però nella situazione di dover difendere il compromesso raggiunto in parlamento perché a fronte delle intenzioni berlusconiane (mai nascoste ma dimenticate in fretta) di introdurre una soglia al 5% e di abolire le preferenze (quindi fare in sostanza un europorcellum) i partiti di opposizione si sono battuti per il mantenimento delle preferenze e per una soglia più bassa. Considerando la maggioranza bulgara di cui dispone il nostro beneamato pres.del.cons., quello che da più parti è stato considerato come l’ennesimo inciucio è secondo me il massimo che si poteva sperare di ottenere. Con ciò non intendo affatto negare la natura fin troppo ambigua e ondivaga del pd su molti temi che avrebbero meritato molta più fermezza ed intransigenza, ma almeno su questo punto ci si è mossi bene, e il confronto parlamentare ha limitato i danni.

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