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Richard Theiner, il pifferaio magico

Al congresso della Stella Alpina a Bressanone (BZ), alla fine di settembre, l’Obman Theiner traccia le linee guida del partito (SVP) per il futuro.

Quando il 28 settembre scorso, sfogliando l’AltoAdige, ho posato gli occhi sulla dichiarazione di intenti dell’Obmann della SVP, Richard Theiner (“Non lasciamo gli immigrati agli italiani…dobbiamo conoscerci meglio per aver meno paura dell’altro…”) ho avuto uno slancio emotivo. Bene, mi sono detta, finalmente! Non li hanno mai voluti nelle scuole, ora anche il monolite tedesco avverte il segno dei tempi che cambiano.

Ahimè, lo slancio emotivo si è tramutato subito in un conato di disgusto quando ho letto anche altre sue dichiarazioni: ”…la maggior parte di loro ha frequentato la scuola italiana perché noi non li volevamo ma è nel nostro interesse che imparino il tedesco, altrimenti si dichiareranno italiani.” Qui mi è caduto l’asino!

Ecco messo a nudo il grande cuore col pelo dell’Obmann Theiner, preoccupato non di mitigare la condizione disagiata di molti immigrati, non per la loro istruzione, la loro formazione, per la loro integrazione in un tessuto particolare come quello altoatesino…no, no! Quando mai finora i vertici politici della SVP sono stati disponibili ad attivare un canale preferenziale per gli immigrati? Se li tenessero pure le scuole italiane questi migranti che non conoscono il tedesco (nemmeno l’italiano se è per quello), e quindi frenano la didattica nelle classi e sono pure problematici, portano mescolanze di costumi, idee e religioni.

Da sempre fumo negli occhi dei grandi papaveri del partito. Finora non si è vista mescolanza (solo per volontà politica) tra i gruppi linguistici presenti sul territorio: scuole separate, no insegnamento precoce della seconda lingua, vuoi mai… (provoco, per tentare di capire meglio il dietro-front di Theiner).

Perché allora questa improvvisa campagna acquisti per accaparrarsi i figli degli immigrati nelle scuole tedesche? L’Obmann non si vergogna di affermare che in passato non li volevano perché erano considerati una minaccia (ora invece bisogna capirli, accidenti, basta con tutta questa paura…), adesso improvvisamente devono essere considerati come una risorsa. In che senso?

E’ presto ipotizzata la manovra progettata dal pifferaio Theiner, una manovra di lungo respiro, ma da attivare subito: tra neanche un anno, nel 2011, si svolgerà il censimento linguistico e, per la prima volta, da 30 anni a questa parte, sarà anonimo (per il cambio della norma di attuazione nel 2005). Le dichiarazioni di appartenenza rese dai cittadini avranno solamente valore statistico, cioè il censimento avrà l’unico scopo di ricalcolare la consistenza numerica dei gruppi linguistici, per l’applicazione della proporzionale nei prossimi 10 anni.

Una vera rivoluzione, perché un cittadino di lingua italiana che si è dichiarato tedesco nel 2001 potrà ritrattare e dichiararsi italiano senza patemi d’animo. Potrebbe essere un anno molto importante per il gruppo italiano, che va informato su questa possibilità, perché verrà ricalcolata la proporzionale al fine di ottenere i posti di lavoro nel pubblico impiego e l’assegnazione dei contributi pubblici.

Gli italiani o i mistilingui che nel 2001 hanno pensato di trarre vantaggi dichiarando loro stessi o i loro figli tedeschi, hanno danneggiato l’intero gruppo italiano facendogli perdere parecchi posti di lavoro e aiuti economici da parte della Provincia. Nel 2011 si spera in un recupero per il gruppo linguistico italiano.

Ed ecco spiegata -forse- la “lungimiranza” dell’Obmann Theiner: se gli italiani cambiano la precedente dichiarazione di appartenenza, il gruppo di lingua tedesca teme di perdere posti di lavoro, finanziamenti ed il potere politico di cui ha goduto finora. Non credo sia il timore di essere una minoranza etnica più ridotta a preoccuparlo, essendo largamente tutelata comunque dallo Statuto di autonomia. Temo sia solo questione di potere politico, soldi e appoggi elettorali.

Ecco allora la trovata di invogliare i figli degli immigrati -sempre snobbati fino ad ora- ad iscriversi alle scuole tedesche, “altrimenti si dichiareranno italiani”! Neanche fossimo degli alieni che li minacciano di estinzione…

Nella campagna acquisti per l’iscrizione alle scuole tedesche, non si dice però come verranno formate le eventuali classi di bambini immigrati: capiterà come a Roma quest’anno che - in una prima media- si è formata una classe “speciale” (tipo ghetto) composta da 27 alunni extracomunitari senza un alunno italiano (e qui in A.A senza uno tedesco)? E’ questo che vuole offrire Theiner per farli dichiarare poi appartenenti al gruppo linguistico tedesco?

Gli immigrati vengono qui per lavorare, per costruirsi un futuro dignitoso in cui essere dei protagonisti rispettati, hanno un cuore che soffre e che gioisce, ed anche un cervello che ragiona e che sa distinguere dove è trattato con umanità e rispetto, pur nelle inevitabili difficoltà relazionali che richiedono tempo, sensibilità e condivisione. Non possono essere usati come merce di scambio, a seconda degli interessi altrui. Ma gli immigrati cosa vogliono? Sono stati ascoltati a riguardo? Per frenare il flusso migratorio che potrebbe rompere gli equilibri tra i gruppi linguistici la Stella Alpina a Bressanone ha tracciato le sue linee guida durante il congresso, nei giorni scorsi: stipulare col governo italiano, che ne ha la specifica competenza e che è sulla sua stessa lunghezza d’onda, un accordo che sancisca l’obbligatorietà della conoscenza della lingua tedesca (e quella italiana?) per ottenere il permesso di soggiorno in questa terra.

Per il futuro quindi si auspica una linea Maginot per l’immigrazione, per il presente tutti alla scuola della Deutschesprache.

Commenti all'articolo

  • Di Matteo RadioBozen (---.---.---.171) 11 ottobre 2010 21:46
    Matteo RadioBozen

    Innanzitutto complimenti per l’accurata descrizione della situazione.
    Vorrei aggiungere che la semplice critica di questa mossa di Theiner come al solito, pur essendo giusta e giustificata nei suoi fondamenti, non entra nel merito della questione delle gabbie etniche (scolastiche o sociali in genere). Vorrei che oltre alla critica ogni tanto si trovasse anche il modo di formulare proposte post-etniche (scusate ma il termine "post" è in voga e comprensibile pertanto ho deciso di utlizzarlo) per la scuola e la società. Mi farebbe molto piacere se ci fossero ancora persone, e spero che lei sia una di queste, che pur essendo cresciute in questo contesto sappiano vederne i limiti e vogliano formulare per la scuola proposte innovative e multilinguistiche per un’unica scuola che integri ,anche gli immigrati, in entrambi i contesti socio-linguistici. Detto questo sarei contento di poter leggere altri suoi contributi su questa piattaforma.
    Cordiali Saluti

    • Di (---.---.---.168) 13 ottobre 2010 18:08

      Grazie per il commento...
      ma non sta a me proporre alternative al sistema delle gabbie, anche perchè sarebbe una voce nel deserto. Io posso solo dire che i miei alunni sono stati fortunati perchè hanno avuto la possibilità di entrare in contatto col mondo contadino tedesco, grazie alla collaborazione con la prof di II lingua del mio corso. Un preside intelligente ci consentiva di portare i ragazzi nei masi, a parlare con la gente a vedere il lavoro, a capire usi e costumi e mentalità. nel nostro piccolo abbiamo cercato di far superare stereotipi con la mescolanza, prchè imporre lo studio di una lingua per motivi "politici" è come dire che non la immpareranno mai in modo decente e sempre rugherà qualcosa in fondo alla pancia... Quindi a scuola da sempre ci sono prof. di buona volontà che si attivano perchè vengano abbattute le gabbie etniche. Poi ovviamente si dovrebbero costruire scuole comuni per tutti (basta con i muri e scuole separate) con classi aperte, dove si insegna storia, chimica ecc. nella propria lingua e dove ci può essere una frequenza "mista"...In America è da più di 70 anni che ciò avviene e da noi siamo ancora fermi alle lezioni frontali!
      Cosa vuole che le dica. sigor Matteo...la gente va da una parte ma la politica la vuole dall’altra (per isui interessi ovviamente, non per il bene comune)
      Cordialità
      Annarita

      PS: mi piacerebbe un suo giudizio su un articolo precedente che ho scritto su questa piattaforme "Quale fine per la Vetta d’Italia?"

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