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"Repubblica" e le FARC, esempi di approssimazione

In questo link, troviamo la dimostrazione di come una certa propaganda riesca ad asservire qualsiasi quotidiano di una certa rilevanza. Leggere il commento al lato del filmato (ovviamente non c’è firma dell’autore) dovrebbe suscitare una profonda indignazione.

Ritengo fazioso e opinabile, definire le FARC come gruppo terroristico, visto che né l’ONU né la stragrande maggioranza dei paesi dell’america latina li definisce tali. Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia sono un Gruppo Guerrillero, anzi il più longevo gruppo guerrigliero del pianeta.

Al di là dell’opinione che ognuno di noi possa avere riguardo alla questione colombiana, credo che sia necessario perlomeno informarsi, prima di esprimere una qualunque rispettabile opinione, qualcosa che vada oltre le dichiarazioni di una testata giornalistica che afferma che le famiglie che abitano le zone rurali della Colombia “in molti casi” sono costrette a dare un figlio alla guerriglia, che è qualcosa che ha lo stesso spirito del più famoso “..i comunisti mangiano i bambini.”

Un quotidiano serio deve fare un'analisi seria e approfondita su una questione del genere, qualcosa che ci spieghi perché il 60% degli omicidi di sindacalisti nel mondo avviene in Colombia, del perché la quasi totalità di questi non sembra avere colpevoli per la giustizia colombiana, che si affretta invece a definire criminale e a trattarlo come tale, un dissidente come Manuel Olate Cèspedes. Appellandosi ad un dovere di informazione, che più che un obbligo sembra essere diventato un miraggio per gli organi di stampa, Repubblica dovrebbe informare la gente su come, da troppo tempo, il governo colombiano opera in maniera illegale e repressiva nei confronti di un popolo dissanguato dalle multinazionali e dai sporchi affari nordamericani, non disdegnando operazioni militari come quella di Sucumbìos, attuate nella piena violazione di tutte le convenzioni internazionali che regolano i conflitti.

Altrimenti si rischia di partecipare a campagne di diffamazione come quelle che proclamano i rapporti fra le FARC e il narcotraffico (salvo poi tralasciare che il comandante della polizia giudiziaria Colombiana viene arrestato perchétrovato in possesso di 100 kg di cocaina), o evitare di spiegare perchè, dal 1964, una forza ribelle perseguitata dai governi filostatunitensi, isolata mediaticamente, senza risorse, riesca a sopravvivere e a continuare la propria lotta, ma lo capiamo benissimo che stride troppo ammettere che abbiano il supporto di quelle popolazioni delle zone rurali che il mondo civile vuole dimenticare troppo in fretta.

Ogni giorno è sempre più chiaro a tutti come, anche giornali come questo, abbiano l’unico compito di indirizzare i pensieri della gente verso posizioni “in linea” con il pensiero dominante.

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