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Repubblica Ceca: il "paradosso ceco" incombe sulle elezioni

Dalle quattordici di oggi sino alla stessa ora di domani, sabato, otto milioni e mezzo di cechi sono chiamati alle urne per scegliere il successore di Jan Fisher 

Repubblica Ceca: il "paradosso ceco" incombe sulle elezioni

Gli analisti politici già lo chiamano il “paradosso ceco”: si prevede infatti che alle elezioni legislative generali di questo fine settimana - le urne sono aperte dalle quattordici di oggi sino alla stessa ora di domani - il partito che raggranellerà la maggioranza relativa dei voti validi sarà quello social- democratico di Jiri Paroubek, già primo ministro della Repubblica nata dalla dissoluzione della Cecoslovacchia, ma il governo del paese andrà alla coalizione di centro- destra guidata dal leader conservatore Petr Necas in quanto dalle parti di Praga la sinistra è ancora legata a schemi e comportamenti propri del pensiero totalitario comunista.
 
La coalizione di centro- destra formata da quattro partiti che vanno dai conservatori, accreditati del 23% dei voti, ai popolari, che pericolosamente danzano attorno alla soglia minima per avere rappresentanti in Parlamento del 5%, è l’unica, però, in grado di aggiudicarsi la maggioranza assoluta dei duecento seggi del Parlamento di Praga. I rivali social- democratici infatti correranno da soli o, al massimo, saranno sostenuti dai comunisti del Kscm di Vojtech Filip, ancora legati a schemi brezneviani. Filip è detestato nel paese per il suo afrore da “apparatnicick” e già il Presidente della Repubblica Vaclav Klaus ha fatto trapelare che giammai, eventualmente, conferirà a Paroubeck il mandato di formare un nuovo governo in cui dovesse organicamente entrare il Kscm.
 
Paroubeck, poi, pur venendo accreditato di un 26% dei favori è cortesemente detestato dalla maggioranza dei suoi conazionali che, ancora, non gli ha perdonato la brillante carriera nell’ex Partito unico comunista più di vent’anni fa. Aggressivo ed antipatico il cinquantottenne ex Primo ministro ricorda molto le figure dei grigi funzionari, devoti a Mosca, al potere nelle allora ex colonie sovietiche del Patto di Varsavia. Paroubeck era dirigente dell’ente statale comunista che gestiva le mense ed i ristoranti di stato, cioè dell’ente in assoluto tra i più corrotti operante nell’allora Cecoslovacchia.
 
Domani pomeriggio, dunque, i cechi potrebbero ritrovarsi al potere i liberal- popolari- conservatori che già dettero prova di incapacità più di un anno fa, mentre il paese aveva la Presidenza di turno dell’Unione europea, con Mirek Topolanek celebre, più che altro, per essere stato fotografato nella dimora sarda di Silvio Berlusconi, Villa Certosa, in completo costume adamitico. Dalle parti di Praga e Brno si sarebbe desiderata una conferma dell’attuale premier, il tecnico Jan Fisher, che, pur avendo dato un’ottima prova di governo, già ha fatto sapere di aver accettato un importante incarico professionale alla Bers di Londra.
 
Nel più euro-scettico, è stato l’ultimo tra i 27 a ratificare il trattato di Lisbona, ed ateo Stato dell’Europa unita si profilano, ancora una volta, anni di instabilità politica. In tempi di crisi economica profonda non è proprio il massimo.

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