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Regione Lazio: inquinamento oltre i livelli di guardia


Mercoledì 15 Ottobre 2008 nella sede provinciale di palazzo Valentini a Roma si è tenuto il Forum Tematico di Agenda 21 sul Piano di Risanamento della qualità dell’Aria Regionale.

Invitati all’incontro Comuni della Provincia e Comunità Montane ha visto la partecipazione soprattutto di cittadini rappresentanti di associazioni territoriali. Assente per il protrarsi di impegni istituzionali l’assessore all’ambiente regionale Filiberto Zaratti.

Si dice “compiaciuta della forte e inaspettata partecipazione della provincia romana” la Dott.ssa Carola Tasco dell’assessorato all’ambiente della Regione Lazio che ha apre il Forum dopo l’introduzione dell’assessore all’ambiente provinciale Michele Civita, presentando ai presenti il Piano regionale 2009 di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria alla luce degli obblighi di legge ( dlgs 351/99 art.8,9 e Dm261/2002) e delle normative europee.

Secondo una metodologia di scenari previsionali in cui raccogliere le criticità ambientali e le relative azioni strutturali il piano, visibile integralmente sul portale della Regione Lazio, prevede per un anno il monitoraggio delle concentrazioni degli inquinanti nell’atmosfera, l’adozione di una serie di strategie partecipate e sostenibili per il contenimento degli effetti di questi, ed azioni di verifica e revisione del piano stesso. 

La scala di monitoraggio presentata ha evidenziato anche quei comuni a rischio per il superamento degli standard di qualità a ridosso della Capitale, mentre leggiamo il rapporto Eco sistema 2009 di Legambiente che assegna la maglia nera a tutti i capoluoghi di Provincia laziali eccetto Rieti anche la qualità dell’aria.

Emerge durante l’incontro, che tra i maggior inquinanti monitorati, sebbene il limite massimo di 200 µg/h consentiti per il biossido di azoto non sia mai stato raggiunto neanche dalla città di Frosinone che insieme a Roma sono le città con le maggiori criticità, al contrario le polveri sottili, PM 10, hanno superato ampiamente il loro limite massimo di 50 µg/m3 sia a Frosinone che a Roma, facendo registrare in quest’ultima il numero di 100 “superamenti” del limite annuo di 35 previsti.

I dati Apat della qualità dell’aria del 2005 hanno permesso la proiezione di uno scenario al 2010 fornendo una sommatoria di interventi alla riduzione dell’inquinamento atmosferico: restrizione di circolazione alle autovetture con l’uso delle targhe alterne in due giornate settimanali e promozione di domeniche ecologiche; Piani del traffico con rinnovo parco automezzi, estensione del bollino blu, mezzi elettrici e reti di ricarica elettrica a tecnologia bianca; Promozione dell’uso di mezzi pubblici, Introduzione di misure che limitano le emissioni da combustione industriale anche di piccole e medie imprese; trasformazione degli impianti di riscaldamento a metano e gpl anziché gasolio, impianti di cogenerazione e trigenerazione elettrica; Adozione di Piattaforme logistiche per lo smistamento delle merci, eccetera.

In risposta, tra gli interventi dei partecipanti, oltre quelli che ribadiscono la necessità di vedere attivato un percorso concreto per le problematiche di cui anche i comuni dell’area provinciale risentono, sono state presentate interrogazioni sul limitato numero di centraline di monitoraggio aria su Roma e provincia, sul polo energetico di Torre Vandalica, sulla questione della centrale a carbone di Civitavecchia, sul transito dell’aeroporto di Ciampino, interventi che evidenziano quanto sia particolarmente sentita la questione delle emissioni delle infrastrutture e dei grandi impianti in relazione alla salute pubblica.

Sebbene l’aria che respiriamo, la tutela della salute dei cittadini deve passare secondo alcuni attraverso un piano di risanamento e mantenimento il cui costo rapportato al beneficio deve essere inferiore ad uno, non si tiene conto delle inevitabili ripercussioni che gli impatti ambientali hanno sulle popolazioni.

Nessun intervento in sala sulle emissioni degli impianti per i rifiuti, come quello di Malagrotta a Roma al centro di forti discussioni sulle autorizzazioni e sul sistema di monitoraggio delle emissioni e che, tra avvii in sordina e l’inaugurazione ufficiale prevista a fine mese, graverà su un’area urbana la cui qualità dell’aria è già fortemente compromessa.

O sulle future emissioni del termovalorizzatore di Albano, impianto di cui oggi la stampa di oggi 17 ottobre ci da notizia che si farà, a ridosso del Parco dei Castelli Romani dove aliterà i suoi fumi sul Distretto delle Eccellenze, sui vigneti Doc, sulle Filiere corte agroalimentari sostenute pure da Luca Zaia, ministro delle politiche agricole e forestali e che dovrebbero metterci al riparo da salse e mozzarelle cinesi, in un territorio che si è dichiarato denuclearizzato con mozione approvata il 17 cm dal consiglio provinciale .

Leggiamo pure nel piano che i limiti di emissioni saranno più restrittivi solo per alcuni impianti nella provincia di Roma mentre per quelli di Frosinone i limiti saranno estesi a tutti. Se di piano di mantenimento della qualità dell’aria si parla, ma in nessuno scenario previsionale si disegnano gli inevitabili a quanto pare grandi impianti che si faranno, le azioni riduttive sanno già di “aria fritta”.

L’assessore chiude il forum rinnovando l’invito ai Comuni della Provincia e ai portatori di interesse ad esporre interrogazioni ed iniziative entro il 23 ottobre.

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