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Reggio Calabria: duro colpo alla cosca Tegano-De Stefano

Un importante numero della cosiddetta «area grigia», quella cioè composta da professionisti a servizio delle cosche, in particolare commercialisti e avvocati, è stato intaccato dall’indagine che oggi ha consentito l’emissione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere chieste dalla Dda di Reggio Calabria nei confronti di affiliati e prestanome della cosca Tegano-De Stefano ed eseguita da 150 finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria.

Uno degli undici provvedimenti restrittivi ha raggiunto Giovanni Zumbo, commercialista, ma anche la moglie, Maria Francesca Toscano, avvocato,la sorella di Zumbo, Patrizia, e il marito di quest’ultima, Roberto Emo, anch’egli commercialista.

Giovanni Zumbo si trova in carcere da un anno perché coinvolto in altre inchieste da cui è emerso il suo ruolo di «talpa» al servizio delle cosche, alle quali avrebbe fornito informazioni riservate su inchieste in corso apprese in ambienti giudiziari ed investigativi.

Non sono rimasti immuni dai provvedimenti Giovanni Tegano (72 anni), capo della cosca, già detenuto, e l’imprenditore Giuseppe Rechichi (53 anni), che avrebbe svolto il ruolo di prestanome della cosca.

Altri prestanome e fiancheggiatori della cosca sarebbero stati il fratello dell’imprenditore, Rosario Rechichi, e i due figli Antonio e Giovanni Rechichi, oltre a Maurizio e Antonio Mavilla.

E’attraverso una serie di passaggi societari predisposti da alcuni professionisti e avvalendosi di prestanome, che la cosca Tegano della ‘ndrangheta, sarebbe riuscita a ottenere il controllo di una parte del capitale privato della società municipalizzata di Reggio Calabria Multiservizi srl, che gestisce alcuni servizi del Comune.

Secondo quanto è emerso dagli accertamenti della Guardia di finanza, era nelle mani della cosca la Rec.im srl, che controlla il 33% della società Gestione servizi territoriali srl che a sua volta controlla il 49% della Multiservizi srl.

Nel corso dell’operazione eseguita la scorsa notte sono state fatte numerose perquisizioni in studi commerciali e legali di Reggio Calabria oltre ad essere sequestrati beni per oltre 50 milioni di euro.

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