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Randagismo: una proposta incivile

Il problema del randagismo in Italia non si risolve con un inceneritore.

Ho letto nei giorni scorsi su alcuni quotidiani che un consigliere della Regione Autonoma della Sardegna (PdL), Gianfranco Bardanzellu, ex AN, ha sostenuto che "per affrontare il problema del randagismo in Sardegna, in attesa di migliorare le strutture di accoglienza, sarebbe opportuno incenerire i cani abbandonati".
 
Immediata è stata naturalmente la protesta, non solo degli animalisti e dei comuni cittadini tramite la stampa, i blog, Facebook e i siti appropriati, ma anche di molti politici, fra i quali il Sottosegretario della Salute Francesca Martini (Lega), che, tra l’altro, ha ricordato a Bardanzellu che "il dovere di un rappresentante delle Istituzioni è quello di fare rispettare le leggi e non quello di istigare a commettere reati". Infatti nel nostro Paese l’uccisione degli animali d’affezione è un reato sanzionato penalmente.
 
A parte la denuncia penale contro questo sprovveduto consigliere regionale, annunciata dal Presidente dell’AIDAA (Associazione italiana difesa animali e ambientale), e a parte gli epiteti poco edificanti e gli insulti di ogni genere da parte dei cittadini indignati dalle parole di Bardanzellu, il problema che l’opinione pubblica si pone è come impedire che personaggi simili, che si permettono di offendere non solo la Sardegna e l’Italia ma l’intero genere umano, possano essere eletti nella politica attiva e possano restare impunemente al loro posto.
 
Il caso della Sardegna, che rivela ignoranza e forse anche stupidità, non è isolato. Senza parlare dei frequenti episodi di malaffare e corruzione a cui assistiamo ogni giorno, molti altri casi di inciviltà, arretratezza e ignoranza, si manifestano ogni tanto nel sottobosco, e non solo, della politica italiana, i cui esponenti, salvo lodevoli eccezioni, rivelano una mentalità inadeguata.
 
La colpa? Parte di essa è certamente dovuta all’attuale legge elettorale, che, difesa da molti, è stata giudicata dagli stessi ideatori "una porcata". Una legge che consente la scelta dei candidati alle elezioni ai soli capi partito, che naturalmente tendono a restare sulla breccia per tutta la vita e ad eccellere fra i mediocri e discussi personaggi di cui essi stessi si circondano.
 
Oggi la lotta per il potere tra Centro destra e Centro sinistra mira, pur con qualche resistenza, a sostituire questa legge, riconoscendo ai cittadini il diritto della scelta democratica dei candidati alle elezioni. Ma sarà, solo questo, sufficiente a rinnovare e riqualificare dalle radici la classe politica italiana?

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