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Quo vadis Europa?

 «Moby Dick non ti cerca. Sei tu, tu che insensato cerchi lei!» (H. Melville).

 
Il controverso principio di giustizia economica del duello (Be_llum, Due_llum, scontro fra due contendenti) fra Davide e Golia, vede in effetti la divisione fra ‘Numeri’ di una ragione esclusivamente finanziaria-ragionieristica, che non si riescono e non si vogliono fare quadrare e uomini reali in carne, ossa e sangue.
 
Anche negli interventi alla TV nostrana di opinionisti tedeschi, traspare come siano essi tutti omologati alla figura di ragionieri, che non riescono ad andare oltre l'orizzonte della quadratura della partita doppia, scritta con l'inchiostro e non con le vene ed il sangue delle persone.
 
Fra l’altro a dare ordine e prescrivere esecuzioni non è un Governo Unico, super partes, legittimo e consacrato, con potere giuridico su tutta la UE, come da più parti richiesto anche in passato. Ed in questa scia, anche da noi sussistono suddivisioni d’opinione in tal senso, quelle negative anche con pruderie d’alterigia per l’alzata di testa della Grecia: a noi ci han detto che eravamo la seconda potenza economica europea, e ci abbiamo creduto, ci han tagliato le pensioni, e non abbiamo detto nulla, ci han consegnato all’euro con metà del valore della lira (a Milano c’è ancora qualche negozio ‘Tutto a 1000 lire’, ora a 1936,37 lire), e non abbiamo protestato, abbiamo fatto il tifo per un Presidente del Consiglio per 17 anni e l’abbiamo liquidato alla fine non per etica politica ma per immoralità ‘sessuali’, abbiamo bocconianamente tollerato l’inasprimento e una maggior colata a picco dell’economia italiana (con ammissione e riconoscimento postumo di tanti)…ma quando abbiamo sentito l’esito del referendum greco, non ce l’abbiamo fatta più ed abbiamo reagito rancorosamente: ma chi sono questi greci che vogliono andare in pensione a 60 anni mentre noi stiamo lottando per andarci a 80 (esagero)?
 
Ma cosa pretendono di venire ad insegnare a noi? Questi greci!
 
Nel mondo attuale, però, una cosa si inerpica per vette sconosciute: sono i tanti greci residenti in Inghilterra che all’unisono non hanno indugiato un attimo per andare in Grecia a votare per il referendum.
 
Ho letto da qualche parte di qualcuno che a lettere di fuoco ha criticato aspramente, quale irresponsabile e senza costrutto politico-economico, la scelta di Tsipras di delegare il popolo alla decisione cruciale, in quanto cosa vuoi che ne sappia il popolo di economia politica e finanziaria? È vero, forse non ne saprà nulla ma cosa c’entra questo con il sentirsi morire di fame, di non avere soldi in tasca e di sapere che non c’è sbocco di vita né per loro né per i loro figli (50% di disoccupazione giovanile) accettando le regole capestro della troika?
 
Non c’è bisogno di libri ed algoritmi per accusare il morso crudele della povertà senza via d’uscita.
Già ! perché il debito greco era al 171% del Pil nel 2011 e ora intorno al 174-175% (323miliardi di euro). Il Next quotidiano riferisce che "anche le Istituzioni ed il Fondo monetario hanno ammesso privatamente e pubblicamente che il debito greco è insostenibile" .
 
Anche se la Grecia accettasse il pacchetto capestro della troika (da leggere in concreto nel suo diktat) il debito sarebbe ancora al 118% del pil nel 2030. Lo riferisce Alberto Nardelli nel ‘Guardian’ del 1 luglio 2015: “secondo le indiscrezioni rivelate dai documenti … sono necessarie “concessioni sostanziali” per migliorare le probabilità della Grecia per liberarsi definitivamente dal problema del debito”. Lo hanno ammesso anche i suoi creditori.
 
Agli occhi dei popoli si fa passare Tsipras come uno studentello scapestrato che non vuole assumersi responsabilità e non accetta sacrifici. Ma cosa potrebbe (non dico dovrebbe) fare? Somministrare di propria mano la cicuta al suo popolo? E leggiamole queste prescrizioni della troika! Fra l’altro ulteriori tagli delle pensioni (già tagliate del 44%) e l’abolizione dell'assistenza previdenziale prevista per i pensionati più poveri.
Quel che sia è questa, dunque, l’Europa che vogliamo?
In questa impasse si temporeggia per cercare di sopravvivere il più possibile.
Per una figlia morente, se non sottoposta ad urgente e costoso intervento chirurgico, non è forse vero che per ottenere un prestito prometteremmo di saldare gli interessi usurai esponenziali nel giro di pochi giorni?
 
Ecco, forse il mio ragionamento ordinario non riesce a comprendere:
-così non ci sono le condizioni di sopravvivenza per la Grecia se accetta (tranne le forche caudine delle necessità di vita minima del suo popolo);
-ora ammesso e non concesso, i greci sono irresponsabili? Bene, però non per questo puoi ucciderli.
-Azzera il più possibile per la risalita a breve il loro debito.
 
Metti pure in chiaro la clausola che ad un prossimo default finanziario saranno cavoli amari loro e che nessuno più gli darà una mano.
Assurdo, non possibile? Perché mai? Non è forse vero, come lo è, che alla stessa Germania sono stati abbuonati i debiti di guerra (la sua guerra olocausto di innocenti) per la risalita economica ? Magnanimità della Grecia inclusa ?
E se invece la Grecia è costretta a fallire, e la Germania perde i suoi 300miliardi di Euro che quella gli deve, ed esce dall'euro zona, la Merkel e chi la sostiene, cosa ci guadagnano? Sicuramente un pugno di mosche, il 100% di un bel niente: un iceberg che si ribalta verso nuovi aspetti geopolitici.
 
Foto: Carlos ZGZ/Flickr
 

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