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“Qui Radio Londra”: contenuti inesistenti, compensi esagerati

La televisione è ormai parte integrante di ognuno di noi. Parola di chi per anni ha boicottato trasmissioni ed intere reti televisive. Vuoi o non vuoi, lo schermo – sempre più piatto – rimanda qualche magica formula di qualche trasmissione piatta.

Assistiamo a telegiornali degni di cabarettisti dell’ultima ora. A trasmissioni contenitrici di nulla. A giochi e giochetti a premi milionari. A dibattiti politici incomprensibili perché divengono un’arena di urlacci. Ma benché si sia contrari a queste truffe televisive, non ci si stacca più dalla magica scatola televisiva.

E’ un virus. Altamente pandemico. Che non salva nessuno.

E nessuno si salva, da trasmissioni barzelletta che vengono proposte senza alcuno scopo nè contenuto. In fasce orarie ad alto tasso di visione. Come l’ibrida Qui Radio Londra, una mini trasmissione – dura cinque minuti – condotta dal poliedrico Giuliano Ferrara, che per snocciolarci ovvietà di ogni tipo suoi pensieri personalissimi, una totale mancanza di Informazioni utili e la sua faccia da schiaffoni – vista la mole – si accaparra la notevole cifra di tremila euro. A puntata.

Facendo un po' di conti della serva, per cibarsi una trasmissione del tutto inutile ed inefficace, Ferrara intascherà la bella cifra di un milione e mezzo di euro, per un contratto di tre anni. Tanto vale il Nulla mediatico della nostra epoca.

E non si creda che il compenso è adeguato allo share. Perché per motivare un cachet del genere, Ferrara dovrebbe catalizzare l’attenzione di almeno il 30% degli spettatori durante i suoi mini interventi. Cosa che chiaramente fin qui non è accaduto. Anche perché, la limitazione data dalla breve durata, farà sì che sia praticamente impossibile creare uno share che possa superare – nel tempo – un 15/20%.

Si sappia ad esempio, che trasmissioni come Ballarò, Annozero ma anche Ulisse, sono corteggiate dagli sponsor proprio in virtù dell’altissimo seguito che hanno. E pure questo sarà un punto a sfavore di Qui Radio Londra.
E' anche ovvio, che la Rai per stringere un contratto del genere, sa già in partenza che incasserà cento volte l'emolumento pattuito.

Un milione e mezzo di euro per non scoprire nulla che già non si sappia. Per ascoltare cose trite e ritrite. Concetti astratti. Rivisitazioni personali degli accadimenti quotidiani. Riepilogo di fatti ed atmosfere già vissute.

Come salvarsi da tutto questo? Forse, sperando che il Digitale Terrestre – come spesso accade in altri momenti e con altre trasmissioni o reti televisive - renda giustizia ad una nazione di povere vittime, oscurando il segnale durante certe trasmissioni. Affinché sia fatta giustizia sulla peggiore bastonata che una intera comunità possa subire: l’affronto all’intelligenza.

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