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Quei "beni" mai sufficienti

Costituzione della Repubblica Italiana, principi fondamentali: Art. 15. La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. Art. 21. Tutti hanno il diritto di manifestare pubblicamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Quei "beni" mai sufficienti

Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha recentemente affermato che "la libertà di stampa, in un grande Paese democratico, non è mai sufficiente". Insomma, essa ha certamente dei limiti, ma la sua naturale tendenza è quella di estendersi ad abbracciare tutto in quanto il rispetto di essa è il classico dovere perfetto. E’ questo il motivo delle perplessità del Presidente Fini dinanzi alle nuove norme all’esame del Parlamento, che perseguono chi pubblica le intercettazioni disposte dalla magistratura inquirente.
 
Eppure il lavoro delle Procure ha come essenziale giustificazione un utilizzo dei suoi risultati in procedimenti penali; ed un uso diverso è assolutamente inaccettabile, a meno di far venir meno un altro dovere perfetto, quello del rispetto della riservatezza delle comunicazioni fra i cittadini.
 
Insomma, siamo in piena tragedia greca. Come è noto una tragedia greca è una descrizione di situazioni che nascono da un conflitto fra doveri perfetti ; perché anche fra due doveri perfetti sono possibili conflitti (con buona pace del pensiero di Kant sull’argomento, che li nega come possibili).
 
Dunque per risolvere il problema sembrerebbe necessario un deus ex machina, che si calasse dall’alto a risolvere la questione con la sua superiore capacità sulle umane cose. Ed invece forse basta molto meno: basta far funzionare normalmente la giustizia. Una cosa è certa: in nessun Paese evoluto e progredito, dove il sistema giudiziario funziona egregiamente con piena soddisfazione dei cittadini (in fondo esso non è fatto per il piacere o la soddisfazione di giudici e di avvocati, ma in funzione dei cittadini), orbene in nessun Paese così strutturato si è mai sentito parlare del problema delle intercettazioni.
 
Ovviamente a questi Paesi è risparmiato l’orrore di un sistema repressivo istituzionale come quello nostro ed il rispetto della dignità della persona non è mai messo in discussione.
 
Il problema non è la stampa che fa il suo dovere, ma un sistema giudiziario assolutamente inaccettabile ed a proposito del quale si potrebbe dire, parafrasando Winston Churchill, che mai tanti hanno sofferto così tanto a causa di così pochi (i tanti sono i milioni di cittadini italiani; i pochi sono i circa mille parlamentari italiani, ivi compreso il Presidente della Camera, assolutamente non in grado di risolvere il problema delle discrasie del sistema giudiziario).
 
Se i processi si svolgessero per intero, pubblicamente e rapidamente nelle aule dei tribunali e la magistratura inquirente non avesse le attuali prerogative esorbitanti e tracimanti per ogni dove, il problema delle intercettazioni giudiziarie non si porrebbe nemmeno. Così come non si porrebbe il problema di rispettare, tutti e nessuno escluso, i principi fondamentali della Costituzione.

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