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Quanto ci costa la Chiesa Cattolica?

Il principio di laicità, pur non essendo citato espressamente, è uno dei principi fondanti della nostra Costituzione. Anche la Corte costituzionale, con la sentenza n.203 del 1989, ha affermato che quello di laicità rappresenta un principio “supremo”. Nell’articolo 7 della Costituzione si stabilisce la “separazione tra ordine religioso e ordine temporale”, nell'articolo 8 il principio di “eguaglianza delle religioni fra di loro”. A cosa serve però che tale principio venga riconosciuto e dichiarato "supremo", se viene calpestato quotidianamente e senza ritegno, e se chi lo fa notare viene sbeffeggiato, deriso o semplicemente ignorato? 

Ci sarebbero tante, tantissime cose da dire sull'influenza della Chiesa in Italia. Io, pur essendo ateo, rispetto chi ha fede e chi crede in qualunque Dio. Mi fa sorridere però la reazione di tanti credenti cattolici quando si fa loro presente quanto sia invadente e quanto conti politicamente la Chiesa in Italia. Si infervorano, parlano di diritti, di un paese comunque cattolico anche se non per Costituzione, di morale. In ogni caso, sinceramente ritengo che sarebbe inutile e infruttuosa una discussione di questo tipo in questa sede, quindi lascio liberi tutti di farsi e tenersi le proprie idee. Chi fosse interessato comunque a conoscere in dettaglio come la Chiesa influenzi il nostro Paese può dare un occhiata al sito dell'Uaar alla sezione laicità. 

Vorrei invece soffermarmi su quanto costa la Chiesa Cattolica all'Italia. In un periodo di crisi cosi profonda, in cui tutti i partiti politici, vecchi e nuovi, in previsione della prossima campagna elettorale si lanciano in analisi economiche, in ricette miracolose, e nella ricerca di cure immediate per un Paese allo stremo, nessuno di questi, stranamente (...), parla di tagliare dei costi che, Costituzione alla mano, appaiono quantomeno contestabili. Sul sito www.icostidellachiesa.it vengono riportate, analiticamente, tutte le spese che il nostro Stato sostiene per tutto quello che concerne e che gira intorno alla religione cattolica. Senza riportare tutte le voci, che son davvero tante, mi limito a citare e commentare le due più costose per noi tutti:

L'otto per mille: quando, ogni anno, ci troviamo di fronte la dichiarazione dei redditi, abbiamo la possibilità di scegliere a chi destinare l'otto per mille; se non lo facciamo, questo va alla Chiesa Cattolica, ad altre 5 confessioni religiose che hanno sottoscritto un accordo con lo Stato, e allo Stato stesso. Come? in proporzione alle scelte espresse. Se cioè il 50 per cento di noi sceglie di destinare il suo otto per mille alla Chiesa Cattolica, anche il 50 per cento di chi non ha fatto nessuna scelta, inconsapevolmente o meno la destina alla Chiesa Cattolica. Stando al sito 8xmille.it creato dalla Chiesa Cattolica stessa, nel 2012 le assegnazioni a suo favore sono state pari a 1.148.076.000 euro, di cui circa il 60% proveniente da scelte non espresse. Inoltre, la Chiesa Cattolica è l'unica confessione religiosa ad ottenere dallo Stato un acconto sull'otto per mille dell'anno successivo. Ognuno si faccia le proprie idee: a mio parere, che una cifra del genere in un periodo di crisi cosi profonda vada alla Chiesa, oltretutto per oltre la metà da persone che non scelgono espressamente di destinargliela, è quantomeno discutibile. E per dei patti sanciti nel 1929 poi. Non sarebbe molto più sensato destinare le somme relative a chi non effettua nessuna scelta allo Stato, cioè a noi stessi? So già che molti diranno che lo Stato non li userebbe certo per noi, che li destinerebbe alla casta, ecc ecc., ma questo non dà certo senso alla situazione attuale: chi vuole destinarli alla Chiesa, lo faccia liberamente. Ma il fatto che dimenticandosi di effettuare una scelta una persona divenga un finanziatore della Chiesa Cattolica, pur non volendolo, è a parer mio inaccettabile e vergognoso. 

Insegnamento della religione cattolica nelle scuole: ora, già sul fatto che nel nostro Paese, solo in teoria laico, si insegni esclusivamente la religione cattolica, ci sarebbe tanto da dire. Ma che questo insegnamento costi a tutti noi, non solo ai cattolici ma anche a chi non crede e a chi professa altre religioni, più di un miliardo di euro, per me è francamente disgustoso. E non basta: sempre il sito www.icostidellachiesa.it fissa in altri 500 milioni di euro circa i contributi delle amministrazioni locali alle scuole cattoliche, che già ne ricevono 325 dallo Stato. Senza parole.

A queste due voci sono da aggiungere, tra le più gravose: esenzioni Imu (250 milioni), riduzioni Ires e Irap (250 milioni), esenzioni Iva e altre esenzioni fiscali e doganali (135 milioni circa), beni immobili statali adibiti ad edifici di culto (200 milioni), e altri contributi erogati da Regioni, Province e Comuni (500 milioni circa).

Il totale? secondo il sito sopra citato, arriviamo alla "irrisoria" cifra di 6.277.375.437 euro (per chi avesse difficoltà a contare le cifre: sì, parliamo di oltre sei miliardi di euro).

Non male, per un Paese in profonda crisi economica e in cui la laicità dovrebbe essere un principio supremo.

Per chi fosse interessato, l'Uaar ha lanciato una petizione a deputati e senatori per abolire il concordato: se volete potete aderire all'appello sul sito http://www.change.org/it/petizioni/deputati-e-senatori-aboliamo-il-concordato

N.B.: tutte le cifre riportate nell'articolo sono riprese dal sito http://www.icostidellachiesa.it/

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di F.Cammarano (---.---.---.109) 9 aprile 2013 18:47

    Le rispondo da credente e non da fanatico,anzi la mia, più che una risposta è una riflessione. Non ho dei dati scientifici e matematici da impugnare a mio favore , ma ritengo,con un pò di buon senso, che quella cifra da lei menzionata è pienamente compensata dai servizi che la "buona Chiesa" offre alla collettività indipendentemente da chi ne beneficia (credenti e non)! Pertanto, la somma uguale a 6 miliardi "sottratta" in un certo senso al Paese, è in qualche modo "recuperata" attraverso dei servizi gratuiti e indispensabili che vengono elargiti a favore di tutti, a cui lo Stato non sempre provvede. Dunque, il problema non è costituito dai 6 miliardi, ma dall’uso sbagliato che una parte della Chiesa potrebbe fare o ha fatto con questa somma! Se di quei 6 miliardi vi è una ricaduta sociale in termini di opere di carità , ben venga che vadano alla Chiesa, anche perchè non credo che lo Stato ne farebbe un uso migliore! E lo IOR? Ribadisco che bisogna sempre fare una distinzione tra il marcio e la parte sana! Una fetta dei movimenti finanziari di questa banca sono molto discutibili , ma ci sono anche tanti investimenti lodevoli che compensano ampiamente quelli corrotti! Ma purtroppo fanno rumore solo le notizie negative! 

    Poi,per quanto concerne l’8 x mille , c’è sempre la possibilità di destinarlo ad un altro ente piuttosto che lasciare il campo vacante... ma concordo con lei perché con questi "chiari di luna" sarebbe meglio tenerlo per sé! 
    In conclusione, comprendo perfettamente con coloro che si indignano dinanzi a certe cifre , ma chiediamoci anche se la somma finale a cui fa riferimento l’articolo, ha o meno una ricaduta sociale in termini di "opere", uguale o se non addirittura superiore ai 6 miliardi. E ricordiamoci che molte opere umane hanno un valore superiore a quello economico che non possono essere monetizzate! Nel contempo concordo con l’autore nel sottolineare che certi benefici devono essere seriamente rivisti e confermo la mia netta posizione a difesa della laicità dello Stato.    
  • Di Beniamino Congiu (---.---.---.174) 9 aprile 2013 19:01

    Pur confermando quanto scritto nel mio articolo, apprezzo sia i toni che alcune cose da lei scritte. Teoricamente lei avrebbe ragione, però...c’è un però. Nell’articolo ho dimenticato di menzionare che solo il 20 per cento dell’8 per mille (che come detto per piu della metà proviene da persone che non hanno scelto volontariamente di darlo alla chiesa) viene usato per opere di bene. E sono dati della chiesa, non dell’uaar. Tutto il resto viene utilizzato per spese varie della curia e della chiesa, non per la gente bisognosa. Ecco, se l’otto per mille fosse utilizzato tutto a favore dei bisognosi, sarei d’accordo con lei. Ma che nonostante tutte le altre esenzioni, nonostante tutti i benefit, nonostante tutte le donazioni pubbliche e private, la chiesa, che non è certo povera, si tenga e utilizzi per se l’80 per cento di un otto per mille che già per il 60 per cento prende senza la volontà esplicita dei "donatori", beh...concorderà con me che è quantomeno immorale.

    • Di F.Cammarano (---.---.---.1) 10 aprile 2013 13:29

      In merito alla ripartizione dell’ 8 X mille , occorre fare una profonda riflessione che investe molteplici aspetti. Il 20% (stando anche alle mie informazioni) è destinato alle opere di carità mentre il restante è ripartito in altre spese tra cui spiccano quelle relative ai seguenti ambiti : pastorale , edilizia di culto e beni culturali. Per esempio, nella mia diocesi attualmente la maggior parte di questi fondi è stata investita per finanziare opere di consolidamento , ristrutturazione e ammodernamento di chiese e fabbricati annessi, inagibili e pericolanti dal terremoto del 1980!. Questi investimenti a parer mio hanno una ricaduta economica inestimabile sia nel contesto locale e sia in quello nazionale. La tutela del patrimonio architettonico ed artistico della Chiesa è un elemento cruciale per la vita dell’intero territorio nazionale. Se non proteggessimo attraverso dei finanziamenti pubblici le opere architettoniche ed artistiche connesse al Cristianesimo il nostro Paese sarebbe in ginocchio! Per esempio, proviamo ad immaginare cosa accadrebbe in Italia se cancellassimo con la bacchetta magica tutte le opere d’arte legate al cattolicesimo: sarebbe una catastrofe! Immagini cosa sarebbe una città come Roma, se all’improvviso scomparissero tutte le meraviglie collegate all’arte sacra, che cristiani e non, visitano, invidiano ed ammirano da millenni! I libri di storia dell’arte sarebbero pagine vuote! Nella mia Diocesi ad esempio, sono tuttora in corso delle opere di manutenzione straordinaria che muovono un’ intera economia locale. Per cui, quei famosi 6 miliardi a cui lei faceva giustamente riferimento sono a parer mio , senza avere nessuna nozione di economia, quadruplicati , perchè fanno la fortuna di tutto il comparto turistico, che come lei sa, è costituito da decine di categorie che non hanno nulla a che vedere con la Chiesa Cattolica! Mi riferisco alle agenzie turistiche, agli alberghi, alla ristorazione, al commercio ,ai trasporti, alle guide turistiche e via dicendo. A questo punto la Chiesa dovrebbe chiedere un rimborso spesa a queste categorie!? La mia città per esempio, fonda gran parte del suo movimento turistico sul traffico crocieristico e le assicuro che le navi, non si fermerebbero da noi se non ci fossero inestimabili opere d’arte da visitare legate al cattolicesimo. In poche parole , quella percentuale che la Chiesa "si tiene per sé" ha una ricaduta economica inestimabile; muove fiumi di denaro che si irradiano in tutti i settori dell’economia italiana : se il patrimonio architettonico e artistico non fosse curato , se lo lasciassimo marcire , il danno che ne deriverebbe sarebbe catastrofico, ma non per la Chiesa (che probabilmente continuerebbe ad esistere!) ma per l’Italia! Si può essere atei, musulmani, buddisti ecc , ma le nostre chiese, le nostre cattedrali e le opere d’arte relative al cristianesimo , sono una fonte inesauribile di ricchezza per il nostro Paese. Ripropongo di nuovo lo stesso esempio: immagini cosa sarebbero delle città come Firenze , Roma , Napoli senza tutti quei monumenti connessi al cattolicesimo. 

      Per quanto riguarda invece l’acquisto e l’ammodernamento di altre strutture che non rientrano nel’ambito peculiare del patrimonio artistico , bisogna tener presente che, la maggioranza di queste, sono destinate allo svolgimento di attività di natura caritatevole , per cui rientrano indirettamente in quel 20% dell’8 X mille destinato alla Carità.

      Ora il punto cruciale è il seguente: chi deve finanziare questi interventi? In una collettività i possibili finanziatori sono due : lo Stato e il Privato. Dal momento in cui la Chiesa non è una società privata, mi pare ovvio che sia lo Stato a dover provvedere(almeno in parte) . E se lo Stato( in questo caso quello italiano) sopravvive grazie al patrimonio artistico della Chiesa, mi sembra una cifra irrisoria quella dei 6 miliardi che noi gli versiamo con l’8 x mille, rispetto alla ricaduta economica che ne deriva a favore di tutta la comunità laica! Ma la Città del Vaticano non è forse uno Stato ? Certamente, ma è uno stato un pò "anomalo" che tra l’altro si è "sovrapposto" per secoli(anche con tanti punti oscuri) su quello italiano (e viceversa), tanto da “coincidere” con quest’ultimo . Ma la Chiesa non può autofinanziare queste opere straordinarie di ristrutturazione? Certamente, ma dovrebbe cancellare le centinaia di migliaia di missioni che compie nel mondo, di cui nessuno parla, e dove tra l’altro è storia documentata, che ci hanno rimesso la pelle solo nel Novecento, almeno 3 milioni di cristiani! Per concludere, dico semplicemente che, volendo fare una disamina più profonda dovremmo iniziare a domandarci quanto dobbiamo essere grati noi italiani alla Chiesa Cattolica, vista la ricaduta economica che i suoi beni hanno su tutti i settori del nostro Paese? Ovviamente non parlo in termini spirituali , perché la fede appartiene alla sfera soggettiva della Persona. Ad ogni modo, ribadisco che i miei "calcoli" non sono scientifici ma frutto del buon senso che alle volte vale più dei numeri. Inoltre, confermo di essere da cristiano, profondamente indignato di fronte a quelle forme di speculazioni economiche prodotte da una parte della Chiesa Cattolica.

      Vi lascio con questa riflessione : se noi cediamo 10 ma vi è una ricaduta economica uguale a 50 di cui beneficia il Paese intero, vi sono ancora le condizioni per dubitare su quanto ci costa la Chiesa Cattolica? Se invece il problema è la natura dell’8 x mille in sé, e se è giusto o meno cederlo ad un Ente piuttosto che lasciarlo nelle tasche dei cittadini, allora il discorso cambia…

  • Di F.Cammarano (---.---.---.1) 10 aprile 2013 17:07

    Oltre al comparto turistico vengono coinvolti : imprese specializzate per la tutela dei beni culturali(e la rispettiva manodopera fatta da centinaia di operai che hanno sulle spalle il peso delle rispettive famiglie) , studiosi e critici d’arte, storici, imprese edili, restauratori, archeologi, artigiani , artisti, ingegneri ,e via dicendo. La lista è talmente lunga che ci annoieremo , per cui non posso fare altro che: ribadire la centralità positiva della Chiesa nel quadro dell’economia italiana e rimarcare che quei sei miliardi "sottratti" al Paese ,hanno un risvolto economico per tutti, credenti e non, inestimabile, oltre ad una ricaduta sociale in termini di opere di carità (spesso taciute ed ignote a molti) che sono indispensabili per gli atei, gli agnostici e per i credenti di qualunque religione. Tra l’altro non penso che i servizi caritatevoli ( che riguardano x es ragazze madre, orfani, immigrati , giovani delle periferie ,ecc) siano rivolti esclusivamente ai credenti? Queste opere sono a favore di tutta la comunità...

  • Di Beniamino Congiu (---.---.---.174) 10 aprile 2013 22:32

    Non voglio dilungarmi troppo nel risponderle. Mi limito a dirle, che da cittadino ateo di uno stato non cattolico ma LAICO, è mio diritto sentirmi indignato del fatto che 6 miliardi di euro, mentre le famiglie non arrivano a fine mese, lo stato barcolla, la disoccupazione dilaga, la gente si suicida per i debiti, vada in un modo o nell’altro dallo stato (cioè anche da me) alla chiesa, senza che io e le altre persone che non sono d’accordo non ci possano fare nulla. La chiesa cattolica è un business, non prendiamoci in giro. Certo, ci sono tanti parroci onesti. Ma la Chiesa come istituzione lo è? vogliamo prenderci in giro? o dire che è un’istituzione che naviga nell’oro e che da sola potrebbe eliminare la fame nel mondo? Ecco, mi sono dilungato anche troppo. Comunque, credo sia mio diritto di cittadino decidere se quei 6 miliardi in un periodo di crisi cosi nera vadano spesi per servizi caritatevoli per pochi e poco chiari e per il turismo e i beni culturali come dice lei, oppure se devono restare nelle casse dello stato e diminuire cosi il debito e migliorare la situazione di noi tutti. L’arroganza di chi giustifica una cifra cosi enorme (non parlo di lei ma in generale), e che magari poi parla di rimborsi elettorali (300 milioni di euro, in confronto delle caramelle) mi fa davvero schifo.

    Ribadisco, pur essendo d’accordo con lei sul fatto che molti di quei soldi sono usati bene, io pretendo da cittadino che il mio stato laico, non cattolico, si comporti da tale. E cosi non è.
  • Di F.Cammarano (---.---.---.1) 10 aprile 2013 23:38

    Comprendo... comprendo. Guardi è stato molto piacevole confrontarsi con lei al di là di alcune contrapposizioni , e ho riscontrato molti spunti di riflessione dal suo articolo. Spero che anche lei possa aver tratto delle idee interessanti da quello che ho scritto: è molto importante confrontarsi e non restare chiusi nei rispettivi sistemi autoreferenziali(questo vale per i credenti come per i non credenti). Comunque di questi tempi sarebbe meglio trattenere l’8 x mille nelle nostre tasche : nelle mani dello Stato neanche ce li vedo!! Per concludere le confesso che da cristiano ho sempre sognato una Chiesa povera sulle orme di Francesco d’Assisi: penso che anche lei da ateo, riconosca la grandezza di quell’uomo, magari non dal punto di vista spirituale ma da quello storico e umano. E forse(pensiero personale)tanti non credenti inizierebbero a credere...

      
  • Di Beniamino Congiu (---.---.---.174) 11 aprile 2013 00:05

    Sono assolutamente d’accordo con lei: anzi, da non credente le confesso che apprezzo tantissimo la strada intrapresa dal nuovo Papa, Francesco. Questo deve essere la Chiesa a mio modo di vedere. Tutt’altra cosa, concorderà con me, vedere Ratzinger bardato e ricoperto d’oro in confronto ad un Papa sobrio, con una croce neppure d’oro, che in ogni suo gesto richiama l’umiltà e il disprezzo del lusso. Ecco, spero che Bergoglio continui il suo cammino, e se sarà cosi, credo anche io che tanti non credenti si potrebbero riavvicinare o avvicinare per la prima volta alla Chiesa. E’ stato un piacere anche per me confrontarmi con lei. Auguro a lei, e a noi tutti, che la Chiesa diventi ciò che realmente dev’essere. 

  • Di (---.---.---.39) 14 aprile 2013 01:07

    SI CRITICA SOLO L’8 per mille devoluto alla CHIESA CATTOLICA, non capisco perché ci sia tutto questo astio. Nessuno è obbligato a dare l’8 per mille alla Chiesa Cattolica, ci sono molte alternative: ben 12, compreso lo Stato Italiano. Per quanto mi riguarda sono ben lieto di devolvere queste somme all’unica religione che invia nel mondo missonari che sfamano, curano e proteggono i più deboli.

    Con i Patti Lateranensi del 1929, che codificavano i rapporti tra Stato italiano e Chiesa cattolica, lo Stato si impegnava a pagare direttamente lo stipendio al clero cattolico tramite il meccanismo della Congrua. Tale meccanismo si fondava sul riconoscimento del pregiudizio economico subito dai cattolici a causa delle molteplici confische di beni ecclesiastici nel corso del secolo XIX, fra cui in particolare le leggi Siccardi del 1850, le leggi Rattazzi del 1854 e 1855, quelle che istituirono l’eversione dell’asse ecclesiastico del periodo 1866-1867 e l’annessione dello Stato Pontificio al Regno d’Italia nel 1870 a seguito della Breccia di Porta Pia.

    Possono partecipare alla ripartizione dell’8 per mille:
    1 lo Stato
    2 la Chiesa cattolica, in virtù dell’accordo di revisione del Concordato lateranense del 1984 e le altre confessioni religiose che hanno stipulato intese con lo Stato ai sensi dell’art. 8 della Costituzione:
    3 la Chiesa valdese, Unione delle Chiese metodiste e valdesi
    4 l’Unione delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno
    5 le Assemblee di Dio in Italia (Pentecostali)
    6 l’Unione delle comunità ebraiche italiane
    7 la Chiesa Evangelica Luterana in Italia
    8 l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, pur avendo stipulato un’intesa con lo Stato, ha rifiutato di ricevere fondi per l’otto per mille fino al 2012. Con la legge 12 marzo 2012 n. 34 è stata modificata l’intesa stipulata nel 1993: a partire dal 2013 anche l’UCEBI concorrerà alla ripartizione del fondi dell’otto per mille dell’IRPEF, anche per quanto riguarda le quote non espresse.
    9 la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa meridionale concorrerà alla ripartizione dal 2013.
    10 la Chiesa Apostolica in Italia (Pentecostali) concorrerà alla ripartizione dal 2013.
    11 l’Unione Buddista Italiana concorrerà alla ripartizione dal 2013, a seguito dell’entrata in vigore della legge 31 dicembre 2012, n. 245.
    12 l’Unione Induista Italiana concorrerà alla ripartizione dal 2013, a seguito dell’entrata in vigore della legge 31 dicembre 2012, n. 246

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