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Quando la separazione rende poveri gli uomini

Il dramma dei padri separati, poco raccontato e molto spesso sottovalutato, visto nel duplice aspetto, quello relazionale ed economico.

L’ ultimo caso importante vede come protagonista Marco Sereni, il portiere del Brescia, lo sguardo alle telecamere e la dedica ai suoi figli che non vede da diversi mesi, ha riportato a galla un dramma, quello dei padri separati.

Da molto tempo la Caritas lancia un allarme: 3 persone su dieci che frequentano le mense diocesane, sono ex mariti, che pur percependo uno stipendio, non riescono a tirare avanti e a far fronte alle spese, mantenimento, casa dove vive il figlio ed un proprio alloggio.
 
Chi ha ancora i genitori torna da loro, ma chi questa strada non la può ripercorrere, deve stare attento al centesimo e sperare che non sopraggiunga nessun imprevisto. Matricardi, che rappresenta una delle principali Onlus di padri separati, ci dice che in Italia ci sono circa 2 milioni e 400 mila genitori separati; i dati provengono dall’Istat e dal Parlamento europeo.
 
Circa un milione e mezzo i bambini che vengono coinvolti. La metà dei padri ha grosse difficoltà economiche, persone con buoni stipendi, ma che non riescono a vivere, poiché il nostro sistema giuridico tutela principalmente le madri, nonostante ci sia la legge dell’affido congiunto.
 
Un padre che (se va bene) guadagna circa 2000 euro al mese ne spende 1400 per la sua ex famiglia, e quindi ogni mese deve sopravvivere con solo 600 euro al mese, pregando che nel frattempo non giungano imprevisti.
 
Per questo in alcune regioni d’Italia sono state realizzate strutture chiamate di sostegno: da alloggi a prezzi sociali, a luoghi dove portare i propri figli per gli incontri.
 
Speriamo che questo allevi la fatica per un padre di tirare avanti, avendo sempre la gioia negli occhi e nel cuore di abbracciare, nonostante tutto, i propri figli.

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