• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Quando la piazza è inutile: a Bologna con Salvini, Berlusconi e la (...)

Quando la piazza è inutile: a Bologna con Salvini, Berlusconi e la Meloni

A Bologna va in scena la manifestazione della destra per contrastare il governo Renzi.

Premesso che tutti gli esercizi di democrazia sono non solo legittimi, ma anche auspicabili, quella di ieri che si è invece consumata a Bologna con una manifestazione che ha messo insieme Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, è il trionfo dell'inutile con qualche deriva di patetico folclore.

Era nata come la piazza della Lega che tenta di consolidarsi nella ex Emilia rossa, con mire anche sotto la linea del Po, ed è diventata un disperato tentativo di mettere insieme i vecchi sodalizi che tanto male hanno fatto a questo paese in dieci anni di governo degli ultimi venti. Era nata come il tentativo di consacrare Matteo Salvini a leader di tutte le frattaglie di destra sparse dopo l'esplosione del Popolo delle Libertà, ed è diventata un archetipo di disperazione politica. Naturalmente non potevano mancare gli aspetti deteriori e folcloristici di una manifestazione che vede protagonisti di tal fatta. Ecco quindi che l'estremismo di sinistra e l'area antagonista dei centri sociali propongono i tradizionali scontri al grido di "fascisti, fascisti" con tanto di botte da orbi come da consolidato copione.

Ma più dell'aspetto deteriore dei tradizionali tentativi di delegittimazione, ha colpito il format politico di questa manifestazione, che conferma un vuoto pneumatico di contenuti e strategie ed il folclore di chi, ormai pateticamente al tramonto, tenta di agganciarsi al carro della Lega per una rinascita personale. E mi riferisco ovviamente a Silvio Berlusconi. Dopo giorni all'insegna di "vado o non vado", nella piena consapevolezza che il non andare avrebbe determinato la fine di ogni speranza di riunificazione con i vecchi compagni di merende, mentre l'andare avrebbe significato abdicare definitivamente al ruolo di leader della destra a favore di Salvini, alla fine l'ex Cavaliere c'è andato, con la morte nel cuore, ma c'è andato.

Sorrisi, abbracci, pacche sulle spalle, una Giorgia Meloni scatenata ed euforica che chiede che il "governo si dimetta", uno scontato corollario di insulti agli ex sodali con Salvini che defisce Angelino Alfano "inutile e cretino", con rimando in giornata del ministro che definisce Salvini "un incolto quaquaraquà" ed infine il gustoso tentativo del vecchio marpione Silvio che tenta di scippare la scena a Salvini, sforando i tempi del suo intervento. Partono i fischi della piazza (leghista) e Silvio deve chiudere con uno scontato "uniti vinceremo le prossime elezioni, con Matteo, Giorgia e Silvio non ce ne sarà più per nessuno" .

Ma perché è stata una piazza inutile? Una sorta di ululato alla luna.

Soprattutto perché la destra in Italia è già ben rappresentata da un certo signore che risponde al nome di Matteo Renzi, che è il fondatore del nuovo PD (Partito Democristiano ) e che sta provvedendo ad eliminare ogni residuo di inquinamento sinistrorso nel partito con le recenti dipartite anche dei vati D'Attorre, Mineo, Gotor ecc.. . Solo Bersani e Cuperlo rimangono attaccati alla sedia con la colla americana, ma la loro marginalizzazione è tale da renderli vecchi orpelli ininfluenti. Anche per loro comunque è solo questione di tempo, o se ne vanno da soli o verranno trombati dal fiorentino di ferro, magari con delega Maria Elena Boschi. Il risultato di tale operazione è che nessuno potrà più usare contro il PD il termine "comunisti", cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi e soci. Un Berlusconi confuso e smarrito a tal punto che durante il suo comizietto si lascia sfuggire pure un "..con questi compagni..." uniti vinceremo. Un Silvio più lucido avrebbe usato "amici " invece di compagni, non dico camerati che forse era più in tono, ma almeno "amici" senz'altro.

Poi perché si fanno i conti senza l'oste, ovvero con il M5S, che grillescamente o meno occupa spazi a destra, al centro e a sinistra con un grado di incisività nettamente superiore a vecchi e spompati arnesi della politica, che hanno trascinato questo paese sul fondo del barile, con tanto di corollario di scandali da far inorridire anche chi ha due strati pelo sullo stomaco.

Manca infine all'appello la sinistra, o meglio è in cantiere una sorta di protosinistra, ma per umana pietà è meglio non parlarne. Per ora stendiamo un velo pietoso.

Foto: Fabio Visconti/wikimedia

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità