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Quando dura il governo Salvini Di Maio?

Come era prevedibile, sono iniziati gli attriti fra Lega e 5stelle e vanno via via aumentando man mano che i sondaggi danno il M5s in calo e la Lega in aumento sino al soprasso dalle seconda sul primo. E’ palese che fra Di Maio e Salvini c’è lo scontro fra una pagliuzza ed un trattore: non c’è partita.

 Ora (e già con molto ritardo) Il M5s sta cercando di fare la guerriglia su singoli punti (le vaccinazioni, i rom, ecc) e cerca di ottenere al più presto qualcosa sul reddito di cittadinanza forzando Tria che gli ha già detto picche: non proprio il pasto intero, magari un assaggino, in antipasto, un aperitivo, magai una sola soliva di reddito di cittadinanza, comunque qualcosa da sbandierare per resistere ai carri armati leghisti. Invano: fra pochissimo (diciamo a partire dai primi mesi prossimo anno) il paese precipiterà in una crisi finanziaria serissima e altro che reddito di cittadinanza ci attende! Nessuno ne parla, ma da gennaio finisce il Qe e per di più non siamo affatto sicuri (anzi …) che la Bce rinnoverà i 400 miliardi di bond italiani a breve scadenza, dopo di che si inizia a ballare sul serio, con la troika dietro la porta di casa, ma vedo che nessuno ne parla o ne è inquietato, tutti ballano felici a bordo del Titanic. Che Dio ce la mandi buona.

Quanto poi alla guerriglia su singoli particolari, la cosa non ha nessuna probabilità di successo. Poi a breve verranno avanti altre grandi occasioni di scontro (legge sulla legittima difesa e legge finanziaria) dove, se il M5s dice no alla Lega, si va alla crisi di governo, oppure dire si e perdere definitivamente la faccia.

Di fatto, Di Maio ha davanti a sé solo tre strade:

  1. continuare così sino alle europee che, stante questo trend, segneranno il trionfo della Lega e il tracollo senza precedenti del M5s;
  2. cercare un buon pretesto per una crisi di governo (ad esempio su finanziaria e legittima difesa) per andare a nuove elezioni ad ottobre e cercare di limitare il danno;
  3. rompere con la Lega, ma cercando sponda nel Pd per un qualche governo che mandi Salvini all’opposizione e prendere tempo sperando in una inversione di tendenza, anche se questo significa trovarsi fra le mani la patata bollente della crisi finanziaria che viene avanti.

Insomma la scelta che ha un uomo su un grattacielo in fiamme fra restare dove si trova e finire arrosto, buttarsi giù dal lato destro, sperando di centrare il piccolissimo telone dei vigili del fuoco o buttarsi sul lato sinistro sperando di centrare la piscina. Non è una grande scelta, ma questa è la situazione. D’altro canto, se hai sbagliato tutto a due anni in qua e poi hai moltiplicato gli errori per altri sei mesi, non puoi pretendere di cavartela con un giochetto da prestigiatore. Per cui: bere o affogare.

Quanto alla durata di Salvini, c’è in primo luogo da vedere che fa il M5s, poi non è ancora iniziata la resistenza passiva di èlites, Colle, Bankitalia, Corte Costituzionale ed apparati, ma non ci sarà molto da attendere, infine c’è da vedere come reagirà alle pressioni Bce già da ottobre quando il governo dovrà fare la legge finanziaria. Ma soprattutto, occorre vedere quanta fretta avrà Salvini di andare alle elezioni anticipate incassando il favore delle tendenze elettorali sinché è in tempo, e spiazzando il m5s.

Insomma non vedo molta strada davanti a questo governo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.28) 27 giugno 2018 20:08

    Prima di che ? >

    Per fagocitare masse di consensi è bastato lanciare lo slogan “prima gli italiani”.

    Non è difficile mettere in coda (dietro agli italiani) i migranti e i nomadi irregolari. BASTA cogliere l’occasione e impartire l’ordine esecutivo.

    Trovare un colpevole suona bene per tanti “arrabbiati” e frustrati.


    Tutt’altra cosa è reperire le ingenti risorse necessarie a sostenere la crescita e tali da “cambiare” la vita degli italiani (flat tax, reddito cittadinanza, ecc.).

    Ecco allora l’oculata caccia a dei gruppi “ristretti” di cittadini che siano esemplificativi di categorie ben più corpose.

    Avviare un qualche apprezzabile provvedimento suona, subito, da acconto su più esaustive soluzioni programmabili “quanto prima”.


    E’ SEMPRE la stessa tecnica del “prima”. Di sicuro procedere a tappe avvantaggia solo colui che promette “soluzioni” epocali.


    In realtà.

    Al tasso attuale per il DEBITO da 2.300 miliardi ci sono quasi 10 miliardi di interessi da pagare ogni anno. ANCOR PIU’ più ne servono per reiterare le cosiddette Clausole di Salvaguardia.

    La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce remore, limiti …

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