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Qualche riflessione sui risultati elettorali

Le votazioni per il rinnovo del parlamento europeo sono state archiviate: abbiamo assistito alle imprevedibili sorprese e ai soliti prevedibili commenti stucchevoli delle facce di bronzo dei nostri politici. Alla fine, come era prevedibile, nello stile dei nostri “campioni di coerenza”, tutti hanno vinto. Ma, al di là delle chiacchiere, in primo luogo ha vinto, purtroppo, il partito dell’astensionismo con il 42% degli aventi diritto al voto; è imprudente definire le percentuali tra le varie componenti degli astensionisti, cioè tra chi non ha votato per innato menefreghismo e qualunquismo e chi non ha votato per una pur sempre giustificabile contestazione nei confronti del sistema politico dei nostri partiti.

Sicuramente, al di là delle più rosee previsioni, anche da parte degli stessi interessati, ha vinto con il 41% dei voti il Partito Democratico del giovane rampollo fiorentino, allevato alla scuola della vecchia DC, che nel paese delle chiacchiere e delle vaghe promesse, è risultato più convincente di altri chiacchieroni, anche se i detrattori che hanno ingoiato grossi rospi e quintali di “Maalox”, vanno asserendo che sono stati i miseri 80 euro nella busta paga dei lavoratori, a far decollare il partito di Renzi

Francamente penso che il PD di Renzi, al di là di ogni considerazione, è stato prescelto dagli italiani non solo per gli 80 euro, non solo perché appare più rassicurante rispetto a certi “istrioni” da teatrini itineranti, ma perché relativamente a quello che offre il “mercato della politica” (veramente modesto) è quello che appare più partito come struttura, come coordinamento, come programmi minimi, che ha saputo anche limitare la litigiosità interna presente ai tempi di Bersani e Letta, e dare la “sensazione” di poter far qualcosa di nuovo senza “sparare a zero” contro il mondo e contro tutti! In una democrazia, seppur fragile e inattuata, chi vince deve sempre confrontarsi con i perdenti e quindi con le opposizioni e mai pretendere di avere il monopolio del potere da gestire come “cosa nostra”, che dopo i regolamenti dei conti, si impossessa delle leve del comando e impartisce ordini e disposizioni , come vorrebbero il duo Grillo-Casaleggio o il clan di Berlusconi con i suoi lacchè, contornati dai loro satelliti fluttuanti.

Il M5S ha perso in maniera clamorosa le elezioni, non tanto per la bravura di Renzi o di qualcun’altro, ma per la sua pochezza nell’ambito dei programmi e soprattutto perl’erronea concezione di “democrazia diretta”, che ha sistematicamente confuso con un becero populismo condito con arroganza e verticismo, che a molti ha fatto temere l’anticipazione di un nuovo totalitarismo fascio-comunista.

Le colpe dei dirigenti del M5S sono gravissime e imperdonabili, perché hanno confuso il teatro con una nuova politica diretta dal basso, creata dai Comitati di cittadini e non diretta con la pochezza e l’approssimazione di “pseudo consultazioni” tramite la rete! Voglio ricordare a questi signori che il dialogo avviene rispettando le comuni regole assembleari, tra cittadini che ascoltano e prendono la parola, che è cosa completamente diversa dalle sceneggiate e dalle invettive del signor Grillo, che vorrebbe il tacito consenso con i metodi tipici di “facebook”, dove basta cliccare sul “mi piace” o “condivido” per creare consensi e per giustificare il diritto a comandare! Penso di non errare nell’affermare che i consensi persi dal M5S in un anno circa corrispondono a tutti quei voti rappresentati dagli espulsi dal Movimento, perché hanno “osato” contestare la linea “del gatto e della volpe”!

Di Forza Italia, invece era prevedibilissimo il calo fisiologico, legato alle tante divisioni degli ultimi anni e all’ormai pensionamento inglorioso di Berlusconi, che come quelle vecchie soubrette, non vede scorrere mai gli anni e vorrebbe rimanere sempre un leader della futilità, dello spettacolo-politico e soprattutto di quel neoliberismo radicato nei ceti agiati e privilegiati, che dietro alle tante promesse, cela solo la salvaguardia degli interessi delle loro lobby a danno dei più disagiati, coerentemente con tutta l’ideologia liberale, che ha sempre voluto ridurre le tasse ai benestanti e conseguentemente ignorare o distruggere lo “stato sociale”. Ricordo ai nostri lettori le tempeste finanziarie legate ai crolli delle banche e delle finanziarie e le preoccupazioni di tutti i governi “neoliberisti” a dar fiducia agli operatori finanziari, dimenticando sempre di dar fiducia e sostegno ai lavoratori , ai pensionati, agli impiegati, ai sottoccupati e disoccupati che realmente avrebbero dovuto e dovrebbero ancora essere sostenuti dai governi mondiali. Invece sentiamo ancora proporre di privatizzazioni e di sostegno alle banche!

Per questo anche Renzi naviga politicamente in acque ancora ambigue e “neoliberiste” ma un giudizio definitivo è ancora prematuro anche per la triste realtà che ci priva (vedi ultimissime elezioni) di una decente alternativa. Ribadisco il mio giudizio pre-elettorale: l’alternativa è negli Italiani, attivi e responsabili, che mancano in numero congruo per una vera politica democratica: per ora possiamo solo registrare cortei (direi mandrie) di elettori che inseguono una bandiera, sperando senza impegnarsi, acclamando senza capire, limitandosi ad astenersi o a porre una croce su una scheda elettorale! Veramente troppo poco per attuare la democrazia sociale.

 

Foto: Simone Ramella/Flickr

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