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Pronto soccorso: proposte per migliorarne l’efficienza

 

Era ora che venisse alla ribalta della cronaca il problema dell’affollamento dei pronto soccorso. E’ emerso che oltre il sessanta per cento degli utenti che affollano le sale d’attesa dei pronto soccorso sono "codici bianchi" cioè casi clinici banali che dovrebbero essere risolti dal medico di base. Quest’anomala disfunzione presenta diversi inconvenienti assai gravi: danneggia i codici verdi, gialli e rossi, cioè i casi clinici gravi che trovano gli ospedali intasati, i medici stressati, posti letto e persino lettighe occupati, e costi elevati a carico del servizio sanitario.

In queste condizioni, i medici addetti ai pronto soccorso operano sotto forte stress emotivo, spesso minacciati da pazienti poco pazienti. Non c’è da meravigliarsi se qualche volta commettono errori di valutazione sulla gravità del caso che gli si presenta innanzi o errori di diagnosi. La medicina è una scienza molto complessa, di enorme responsabilità che per essere esercitata richiede calma, concentrazione e tempo, il tempo necessario per interrogare il paziente, valutarne l’anamnesi, cioè la sua storia clinica, le terapie in corso, ecc. E’ evidente che tutto ciò è utopistico con una sala d’aspetto affollata di persone, in qualche caso sofferenti per accidenti vari anche traumatici e quasi sempre insofferenti per il protrarsi dell’attesa, come avviene per i call center.

In sintesi, siamo al cospetto di una serie di problemi, costosi per i contribuenti e che fanno sfigurare un sistema sanitario che altrimenti potremmo tranquillamente giudicare buono. E’ possibile aiutare questo servizio sanitario che pare abbia bisogno esso stesso di un pronto soccorso? Assolutamente sì, come si dice con un intercalare oggi di moda. E anche a costo zero, anzi, realizzando cospicui risparmi e per di più, con ampia soddisfazione per tutti i soggetti interessati. Come? Con un uovo. Ma non con un uovo di gallina, quello per intenderci di cui ci cibiamo, bensì con un uovo metaforico, un uovo di Colombo, quello che descriviamo a parte. Se siete stati così pazienti da leggere fin qui, verificata la vostra compliance, possiamo indicarvi il percorso terapeutico da seguire per risolvere la patologia di cui ci stiamo occupando. 

Il medico di base conosciuto anche come il medico di famiglia, (è la denominazione da preferirsi) corrisponde a quel personaggio favoloso che in tempi andati era il medico condotto, un personaggio mitico che senza l’ausilio dell’attuale avanzatissima tecnologia, TAC, RNM, analisi sofisticate, faceva la diagnosi e stabiliva la terapia, avendo a disposizione un armamentario terapeutico molto limitato. E’ rimasto proverbiale l’intuito diagnostico del grande Augusto Murri . Ma, attenzione, non commettiamo l’errore di rimpiangere il passato. Oggi i progressi della scienza hanno debellato definitivamente malattie che non molti anni addietro decimavano le popolazioni: pensiamo alla peste di manzoniana memoria, pensiamo alla tubercolosi, al vaiolo, alla sifilide, alla poliomielite. Pensiamo all’ulcera, che pure mieteva le sue vittime, recentissimamente sconfitta grazie a potenti antiacidi , gli inibitori della pompa protonica. Pensiamo infine che ogni volta che assumiamo un antibiotico, senza la provvidenziale scoperta di Fleming, la nostra vita sarebbe stata messa a repentaglio anche a causa di una banale infezione. Ma pensiamo anche ai progressi della chirurgia, ai trapianti d’organo ormai di routine, alle staminali, alla mappatura del DNA, di cui sempre più spesso si serve la polizia scientifica per incastrare autori di delitti e via discorrendo. Quindi, niente rimpianti per il passato. Tutto sommato, il servizio sanitario del nostro Paese, anche in considerazione delle risorse di cui dispone, ci assiste in modo accettabile. Tuttavia, ritengo che con un piccolo aggiustamento e senza aggravio di costi per lo Stato, anzi con assai probabili economie, si potrebbe ottenere una maggiore soddisfazione degli utenti e grossi vantaggi per la loro salute.

Allo stato attuale i medici di base si sentono frustrati e non compiutamente realizzati in quanto percepiscono la loro prestigiosa professione ridotta ad una sorta di burocratica funzione. Le visite sono necessariamente brevissime, la diagnosi viene delegata ad una miriade di specialisti, per cui la responsabilità della salute del paziente, parcellizzata fra tante figure professionali, di fatto viene ad essere annullata e comunque spessissimo il paziente che il suo medico non può seguire per mancanza di tempo, viene scaricato all’ospedale, con un aggravio di costi che tutti immaginano. I pazienti dal canto loro, anch’essi sfiduciati, sono sempre più consapevoli che non dispongono di un medico ma di un burocrate, o meglio, di un professionista messo nella condizione di non potere esercitare al meglio una professione assai delicata e difficile.

In pochi minuti, con la sala d’aspetto gremita di persone in attesa, non si può affrontare il problema sanitario del paziente, ascoltare i sintomi, fare una diagnosi e stabilire una terapia. Oggi il medico di base si vede assegnato un numero di pazienti assolutamente ingestibile: 1.500! Quanto del suo tempo può dedicare a ciascuno di essi? Ben poco. Infatti sempre più spesso, molti pazienti cercano altrove la panacea per i loro problemi di salute. Si rivolgono alle cosiddette medicine alternative, tipo agopuntura, all’omeopatia che ora la scienza ha bollato impietosamente come assolutamente inefficace al pari di un placebo, ai rimedi della nonna, quando non alle fattucchiere del tipo di Vanna Marchi.

Del resto, anche uno scienziato del calibro di Umberto Veronesi ha recentemente lanciato un allarme ben preciso contro quella sorta di cultura strisciante e subdola, antiscientifica e antimodernista, oggi pericolosamente assai in voga. Se veramente vogliamo valorizzare la figura del medico di base e restituirgli quella fiducia che merita, il rimedio ci sarebbe. Sono convinto che prima o poi ci si arriverà ad onta della demagogia: dimezzare il numero di pazienti a carico del medico di base, applicare un ticket da valutare bene, ad esempio di 10 euro per ogni visita, da pagare direttamente al medico. Oggi,tutti coloro, e sono tanti, i quali vanno dal medico senza effettiva necessità, ma unicamente perché hanno bisogno di scambiare quattro chiacchiere con qualcuno, si asterrebbero. Inoltre, tutto ciò che non ha un costo, non ha valore o vale poco. Con questo sistema si assicurerebbe al medico un compenso soddisfacente senza oneri a carico dello Stato. Diminuirebbero i ricoveri ospedalieri. I medici ne guadagnerebbero in soddisfazione professionale e prestigio. I pazienti a fronte di un esborso sopportabile, finalmente usufruirebbero di un medico e non di un burocrate.

Oggi, praticamente il ticket già esiste: quando un paziente è preoccupato per un problema importante, si rivolge ad uno specialista a pagamento, e rivolgersi una sola volta in un anno ad uno specialista a pagamento, spesso senza ottenere la ricevuta fiscale, costa più di quanto si spenderebbe per un anno di ticket. Quanto alle fasce sociali meno abbienti, si potrebbe studiare l’elargizione di un certo numero di ticket a costo zero. Insomma sarebbe l’uovo di Colombo. Ne guadagnerebbe lo Stato, i medici e soprattutto la salute dei cittadini. 

Commenti all'articolo

  • Di Geri Steve (---.---.---.54) 28 febbraio 2012 12:39

    Su Agoravox ho già letto questo articolo del “Cesarezac”:

    http://www.agoravox.it/Servizio-sanitario-e-medico-di.html

    contenente le stesse proposte, le stesse citazioni dei “grandi” e con gli stessi identici errori, compreso il fatto che la peste “di manzoniana memoria” sia stata debellata dalla scienza.

    Lo ho già commentato e ho ricevuto risposta in cui i miei commenti venivano stravolti e in cui il “Cesarezac” invocava censura sulle mie opinioni, per cui e’ del tutto superfluo ri-commentare. Vale la pena però di riportare ciò che il nostro dice di se stesso nel suo profilo:

    Ascolto sempre anche, direi soprattutto, chi non è della mia opinione e se ne ricorre il caso sono pronto ad ammettere di essere incorso in errore e a cambiare idea.

    per valutarne la coerenza, leggere come risponde!

    Geri Steve

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