Prescrizione: il dubbio atroce. Attenzione all’ambito civile...
In queste ore il dibattito pubblico è concentrato su due elementi: MES e riforma della prescrizione.
Sul trattato ESM – o MES in italiano – scrissi i primi articoli nel 2012. Purtroppo, quando di un argomento non si parla in tv i cittadini ritengono che un tema non sia importante. Come sosteneva Arbore, quando conduceva “Indietro tutta”: “Se non l’hanno detto in tv, allora non è vero”…
Voglio però soffermarmi sul tema della prescrizione. Perché mai si dovrebbe cancellare l’istituto giuridico della prescrizione? Il nostro sistema giudiziario necessita di un altro tipo di riforma, quella che renderebbe possibile lo snellimento delle cause, e anche di finanziamenti che possano sostenere la buona tenuta di tutto il sistema. Invece a cosa pensano? A mettere i cittadini nella condizione, quando posti in giudizio, di non vedere mai la fine di un processo. In tal modo non si velocizza nulla ma, anzi, si rischia di portare avanti un processo fino alla fine dei secoli.
Mi è quindi venuto un dubbio atroce. In considerazione del fatto che la prescrizione si applica anche in ambito civile, e in questo caso riguarda per esempio la prescrizione dei debiti contratti che, nel caso in cui il creditore non li reclami entro certi termini, non può più avvalersi del diritto di chiedere quanto dovuto, non sarà che dietro questa riforma si nasconda qualcosa di ancora più grave contro i contribuenti italiani?
Provate a pensare alle cartelle esattoriali per esempio. Esistono termini di prescrizione anche per esse. Se passerà la riforma, questa toccherebbe anche questo tipo di prescrizione? Il dubbio è lecito e renderebbe sensata – dal punto di vista di chi la sostiene ovviamente – la volontà di ratificare questa trasformazione in ambito giuridico. In considerazione delle misure sempre più pesanti in ambito fiscale, a pensar male si fa peccato ma...
Ne riparleremo a tempo debito, e mi auguro di aver avuto una predizione del tutto errata…
Questo articolo è stato pubblicato quiCommenti all'articolo
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox