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Premi in denaro ai medici che revocano le invalidità civili: una bastardata firmata INPS

Il tema delle invalidità civili fasulle, è uno dei leitmotiv di questa nazione che, ormai, può vantare quasi esclusivamente primati di cui vergognarsi. E se da un lato i vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni, sembrano voler combattere questa piaga, che peraltro toglie preziose risorse economiche a chi ha davvero diritto a essere riconosciuto come invalido civile, non è possibile non raccontare l’altra faccia della verità.

 

Per quale motivo in Italia esiste il problema dei falsi invalidi civili? E’ questa la domanda da porsi. Non basta porsi la questione dal lato del come intervenire contro il problema.

Nel nostro paese, in special modo al Centro Sud, il numero dei falsi invalidi sale in maniera esponenziale. E’ un caso? È lecito dubitarne. Nelle regioni considerate “sottosviluppate” a livello economico, esiste da sempre una sorta di tacito accordo tra la popolazione e le istituzioni. Si campa andando avanti a voti di scambio e favori fatti al fine di mantenere saldo il rapporto tra cittadini e politici locali.

Cosa significa? Chi è passato per le maglie delle commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile, per avere patologie o handicap che palesemente confermano questo stato, sa perfettamente a cosa si va incontro.

Commissioni di verifica che nemmeno leggono le cartelle cliniche, i certificati e le lastre. Medici che sembrano più interessati a emettere una sentenza negativa, modello Santa Inquisizione, piuttosto che a fare il proprio dovere: valutare, seriamente, le condizioni di salute del cittadino che chiede un diritto, quello del riconoscimento di uno stato di invalidità.

Di contro: assistiamo tutti, da molti anni, a quelle – rare a dire il vero – notizie di cronaca che ci raccontano di come certi “ciechi totali” o “invalidi civili totali” per un miracolo divino, siano in grado di recuperare la vista o la capacità di camminare, una volta ottenuto l’ambito “premio”: l’assegno di invalidità. Purtroppo, però, questi casi di cronaca sono rarissimi, e confermano un trend: non si fa abbastanza contro i finti invalidi, che lo sono in virtù di un sistema clientelare ben organizzato e conosciuto da tutti, istituzioni in primis.

Non per nulla, la Corte dei Conti sollevò la questione prendendo a esempio la situazione degli invalidi civili in Campania, dove emerge un dato importante: una pensione di invalidità su tre non è regolare. Lo stesso Procuratore generale della Corte dei Conti della Campania, Tommaso Cottone, in apertura dell’anno giudiziario, ebbe da dire che è necessaria una “moralizzazione della politica” parlando proprio dei controlli effettuati in Campania sugli invalidi civili, nel corso del 2014.

Moralizzare la politica significa ripulirla del grave reato di corruzione operato attraverso il voto di scambio. E’ una situazione nota, non possiamo fingere che il problema non esiste. E’ noto a tutti.

Per sconfiggere il cancro dei falsi invalidi, quindi, invece di trovare soluzioni moralizzatrici dedicate a chi permette gli abusi e l’appropriazione indebita di diritti civili, come si è pensato di agire? Con uno strumento che chiamare vessatorio nei confronti di chi invalido è realmente, è dir poco. Si decide di premiare, con denaro sonante, i medici che si dedicheranno alla nuova Santa Inquisizione, attraverso la revoca dello stato di invalido civile.

Qualcuno dirà: “Era ora”! Si, ma attenzione. Così com’è cosa nota che molti medici e commissioni sono pronti a regalare false invalidità civili in cambio di mazzette, la stessa cosa si può produrre al contrario. Venendo “premiati” per revocare le invalidità civili, i medici in questione perderanno interesse a mantenere valide le agevolazioni di chi ne ha diritto, in una sorta di collezione di bonus premio che toglierebbe del tutto la ragione deontologica della professione di medico.

Di più: si può creare un sistema paradossale. Quello dell’alzare l’asticella delle mazzette da chiedere ai falsi invalidi. Si mettono così i medici deputati alla verifica delle condizioni atte al riconoscimento dello stato di invalidità civile, in uno stato che non rispecchia più la deontologia medica bensì il vantaggio economico: chi mi paga di più? Cosa mi conviene di più? E in mezzo a tutto questo, salta del tutto il diritto del cittadino a vedersi riconoscere un diritto.

Per comprendere meglio i termini di tutto questo, è utile conoscere meglio i termini di questa novità, presentata nel Piano delle Performance 2018/2020 dell’INPS e firmato dal Presidente Tito Boeri.

In pratica, la sintesi è contenuta a pagina 61 dell’allegato tecnico al paragrafo intitolato Obiettivi produttivi ed economico finanziari dei professionisti e medici:
In particolare, sono compresi i seguenti obiettivi per il cui raggiungimento professionisti legali e medici svolgono un ruolo decisivo: (…) per i medici:
– Vmc (visite mediche di controllo): Annullamento prestazioni dirette malattia;
– Revoche prestazioni invalidità civile;
– Azioni surrogatorie

Il tutto, a fronte di una richiesta di “riduzione della spesa pubblica” condizionata però dai premi in denaro ai medici che aderiscono a questa proposta. Si perde così del tutto sia il rapporto fiduciario tra medico e paziente, sia l’indipendenza che è alla base del lavoro dei medici che determinano la sussistenza o meno dei parametri necessari a rientrare nei benefici di legge relativi all’invalidità civile.

Siamo cioè arrivati al punto di negare diritti a chi li ha, per sforbiciare le enormi spese dell’assistenza pubblica, spese peraltro più volte additate come esose non certo a causa dei cittadini che hanno diritto all’assistenza. E per far questo, si regalano soldi ai medici compiacenti. Tutto questo è oltre ogni peggioresistema vessatorio contro la popolazione onesta.

A ben guardare però, verificando certi dati, appare chiaro come non sia poi così’ automatico il risparmio che si intenderebbe ottenere in tal maniera. L’INPS dice di voler risparmiare – sulle prestazioni di invalidità civile certificata dalle apposite commissioni, circa 57 milioni di euro. Ma nel 2016, i premi dati ai medici, pari a circa 39.000 euro per medico in un anno, sono stati pari a circa 20 milioni di euro, ma è il totale dei premi assegnati, che non sono stati ottenuti a causa delle revoche delle invalidità civili.

Il dato serve però a comprendere che non è affatto vero che l’Ente risparmierebbe un mucchio di denaro tranciando diritti in maniera del tutto inqualificabile e contro la stessa deontologia medica.

Gli stessi medici non ci stanno a passare per mercenari pronti a tutto pur di incassare denaro: l’ANMI –Associazione Nazionale Medici Italiani – attraverso il comunicato numero 12 del 18 settembre 2018 aveva già contestato “questi obiettivi in quanto ritiene che alcuni siano incompatibili con le norme deontologiche (revoca di prestazioni di invalidità civile)”. Radio Popolare raccoglie il comunicato di protesta e dedica all’argomento, passato quasi sotto silenzio da molti media, due puntate di approfondimento per comprendere i possibili sviluppi di un simile incentivo e i rischi connessi”.

Pur essendo d’accordo con l’esigenza di stanare i finti invalidi, l'ANMI non ha escluso un ricorso alla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici per far si che questi incentivi economici non si trasformino in un metodo atto a togliere la necessaria obiettività che un medico deve conservare coi pazienti. Siamo al limite dell’illecito. Si chiede ai medici non più di lavorare onestamente ma di aderire a un patto, contrario alla deontologia professionale. Roba bollente.

Il Ministro della Salute Giulia Grillo, ha chiesto conto e ragione all'INPS di questa metodologia, anche a suo parere "contraria alla deontologia della professione medica". E come immaginabile, lo sdegno arriva sopratutto dalle associazioni a sostegno dei disabili. che stanno chiedendo a gran voce la revoca dei premi in denaro ai medici. In una nazione normale, nemmeno si sarebbe immaginata lontanamente una situazione del genere.

Insomma: per chi ancora avesse dubbi sul vero andamento delle cose in questa nazione, ecco che questo tema offre molti spunti di ispirazione. Gli enti pubblici solo al collasso, per mala gestione delle risorse economiche. La mala gestione economica e gli sprechi appaiono essere il metodo principe di una nazione malata di disinteresse per le esigenze della popolazione. Si arriva al punto da pagare i medici affinché neghino diritti civili. E c’è ancora qualcuno che chiama tutto questo “Regime democratico”.

Come scrivo da anni, il peggior regime dittatoriale è quello intangibile. Si presenta come Democrazia, mentre ti toglie anche l’aria per respirare. La morte avviene molto lentamente, ma nessuno è in grado di capire chi abbia realmente ucciso.

Geniale, in maniera terrificante.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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