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 Home page > Tribuna Libera > Possiamo chiamarla Classe Politica?

Possiamo chiamarla Classe Politica?

 

Certo che no! La politica è studio, conoscenza, risoluzione del problema o dei problemi. Se si guarda l’economia politica si vede come le problematiche hanno un approccio ed un aspetto del tutto ideologico e di riflesso delle cose. Nello studio della scienza politica esiste una differenza, molto ma molto profonda tra: «lo sviluppo economico la condizione economica» che ogni politico dovrebbe conoscere sapere divulgare in generale alle genti. Quello che si vede oggi, fra i vari attori in campo – partiti politici, sindacati, banche, industriali ed istituzioni – sono solo reali sacrifici contro le promesse di lavoro.

Questo processo di putrefazione degli attori in campo avviene in tutti i Paesi Europei. Ascoltare i politici oggi è divenuto arduo, ed anche i nuovi della politica che urlano e strepitano, inneggiando alla vera democrazia, in tono e prospettiva piccolo borghesi. Se si facesse un referendum - anche i più democratici sono, pur di negarlo, anti-democratici - questo sancirebbe a grande maggioranza la morte della democrazia, sia sostanziale che formale. Si può affermare con tranquillità che essa resta un rito o il rito elettorale, che svolge la sua azione di persuasione sulla classe lavoratrice, che la si vorrebbe sempre convinta della libertà. Quando gli attori in campo vanno uniformandosi, senza più nessuna necessità di distinguo etico pragmatico, ed è impossibile nascondere che ogni politico esiste solo per la difesa dell’ interesse del capitalismo.

Della democrazia ne resta solo la maschera ideologica sulla dittatura borghese nella difesa di questo sistema, fatto di illusioni, sacrifici, malattie, ingiustizie ecc. Platone diceva che: "Una delle punizioni che ti spettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da esseri inferiori". Tutto quello che i politici nel loro agire fanno consapevolmente è quello di escludere e discriminare ogni forma di reale opposizione e dissenso, che critichi apertamente il capitalismo e la borghesia.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.8) 23 maggio 2013 13:11

    Ottimo articolo. La pseudo-democrazia in cui viviamo è solo una delle molte forme che ha assunto nel tempo il potere oligarchico, sono le elites economiche e finanziarie ha fare le scelte politiche significative, i nostri c.d. politici sono solamente esecutori. Il voto è ridotto ad un rito vuoto e inutile, perché vinca chi vinca il programma politico sarà lo stesso, imposto con riguardo alla politica estera ed alla difesa dalla NATO, con riguardo alle politiche economiche dalla BCE e dela FMI. La nostra sovranità nazionale ce la siamo completamente svenduta, ed ora possiamo solamente decidere da soli se fare o no la patente a punti, se mettere le spese di ricarica per i cellulari.... Ad ogni modo, per vedere che non siamo in democrazia, basta la logica: il 10% della popolazione detiene il 50% della ricchezza nazionale, ed il resto se lo divide il rimanente 90%. Se fossimo veramente in democrazia, esisterebbero tali diseguaglianze sociali ?

    Alessandro Rossi

  • Di (---.---.---.173) 23 maggio 2013 14:15

    Deve chiamarla così. E sa perché? Perchè quelli lì non ci sono andati da soli, ma soltanto perché votati da un coacervo di imbecilli e di furbacchioni! Pertanto essi meritano il rispetto dovuto comunque a tutti coloro che vengono scelti dal popolo. Se qualcosa non va, occorre prendersela con l’elettore e non con l’eletto!

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