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Personalmente non mi piace, ma...

Diciamo pure che non mi piace la campagna mediatica di infamia nei confronti di una persona. Non però perché si chiama in un modo o in un altro, non perché sia etichettato a “destra” o a “sinistra”; o, come adesso, di “destra” che piace immensamente alla “sinistra”, anzi sembra sia quasi diventato il leader di quest’ultima che non trova più una persona decente e pensante al suo interno.

Sia chiaro che non aderirei (e sottolineo il condizionale) alla campagna contro Fini non certo per le motivazioni di quella vergogna di giornale chiamato “Repubblica”, organo di tutti i traditori non di Berlusconi, ma del paese; così come del resto il “Corriere”, “L’Unità” e altri. Questi esseri infami, che giocano a “sinistra”, hanno iniziato già nel ’92-’93 il gioco al massacro basandosi su falsi moralismi, finte lotte alla corruzione (della parte avversa, non della loro altrettanto incriminabile in quei termini). Il fatto che adesso ci vada di mezzo Fini non è nulla più che l’applicazione della “legge del taglione”, del “rendere pan per focaccia”, ecc. Fini non ha fatto nulla di meno peggiore di uno Scajola e altri. Da questo punto di vista, va detto allora: ben gli sta. Lui e i suoi “bravi” hanno chiesto mille volte le dimissioni di persone appena sospettate, indagate, talvolta nemmeno oggetto di un avviso di indagine. Adesso, abbia la decenza di dimettersi lui.

No, non è per questo che certe campagne di stampa non mi vanno. E’ perché si confondono le acque e si nascondono le vere motivazioni di un dato agire. Possibile che nessuno metta in fila dichiarazioni di personaggi vari su rapporti avuti con “ambasciate” di paesi stranieri, in cui si sono sentite lamentele per la politica estera di Berlusconi? E parlo al plurale di “ambasciate”, ma sappiamo che si dovrebbe usare il singolare. Possibile che non si mettano in fila i viaggi negli Usa di alti vertici dello Stato italiano, fra cui certo fa bella mostra il viaggio di Fini? Possibile che si nascondano notizie ormai copiose su affari fatti da nostre imprese di punta (che si sono trascinate dietro legioni di piccolo-medie imprese) in paesi dell’“est” o del “sud”? Si tratta di affari in cui forte è stata la presenza e l’interessamento del governo italiano e della Farnesina; però questi affari danno molto fastidio a certi “stranieri” e di questi si fanno puntuali portavoce gli infami fogliacci sopra citati, gli organi appunto dei traditori del nostro paese.
 
E’ possibile che si debba cercare di distruggere Fini, attribuendogli infamie minori come invidia e rancore verso il premier, invece di chiarire il ruolo che una parte della “destra” – seguendo l’esempio di altre che hanno fatto cadere i governi di un certo tipo dal ’94 ad oggi – gioca di volta in volta nel tentativo di ridare fiato agli spompati rappresentanti degli americani, quelli autentici fin dai tempi in cui questi ultimi scatenarono il pentito di mafia Buscetta contro i massimi dirigenti di Dc e Psi? Questi autentici rappresentanti degli Usa sono i rinnegati del “comunismo”, coloro che hanno consegnato l’onore della Resistenza ai laidi eredi di un precedente migliore “antifascismo laico”, il cui organo (degli eredi, meglio chiarire) è stato fin dall’inizio (1976; ed eravamo, nel Pci, all’epoca Berlinguer) il covo dei filo-americani (e filo-sionisti) ad oltranza.
 
E dato che siamo in discorso, per quale motivo non si chiarisce che la mafia ha sempre fatto gli interessi degli Usa? Nello sbarco in Sicilia, nell’“incidente” a Mattei, nell’installazione della base a Comiso e in innumerevoli altre occasioni, fra cui appunto l’opera di distruzione del regime Dc-Psi. I “miracolati” di quest’ultima – quelli per cui (solo per fare un minimo esempio) Tiziana Parenti fu impedita nelle indagini circa la loro corruzione e pagamento di tangenti (si ricordi, fra l’altro, il miliardo di Gardini finito alle Botteghe Oscure, dove se ne perse la traccia; cioè non fu più cercata) – accusano adesso di collusioni con la mafia Berlusconi e persone a lui vicine. Tuttavia, come nel caso di Fini, gli accusati si guardano bene dal chiarire la sequenza causale degli eventi: in tutte le vicende importanti la mafia ha sempre coadiuvato gli Usa; designati a rappresentare gli interessi americani (e della Confindustria dell’epoca) furono i rinnegati del “comunismo” (allora già Pds); Berlusconi ha rotto questi piani e ha quindi fin da allora infastidito sia i “poteri forti” che gli ambienti statunitensi tesi al nostro completo servaggio. Se ne trae una sola conclusione in merito a chi è più probabilmente colluso con la mafia. Tuttavia, il “centro-destra” tace per paura dei “padroni” d’oltreatlantico.
 
E’ questo continuo spostare il campo della battaglia dal suo vero ambito – manovre degli Usa e della grande industria e finanza nostrana – a far marcire la situazione, a impedire che finalmente ci si liberi d’un colpo solo di tutti i rinnegati e traditori politici e dei felloni industriali e finanziari. Anche con Fini si continua nello stesso mascheramento, nel non volere regolare i conti con questa gentaglia nell’interesse dell’intero paese. Si permette alla “sinistra” di occupare ancora larga parte degli apparati pubblici, dove allignano i ceti medi semicolti e cialtroni che la votano. Le si permette di continuare ad occupare scuola e Università, luoghi di imbarbarimento culturale e di rammollimento cerebrale con la diffusione del terribile virus dell’antiberlusconismo, che è il nostro specifico cancro nazionale. Non vi è bisogno di campagne per squalificare una persona; è necessario operare chirurgicamente, visto che ormai le medicine non fanno più effetto.
 
In mancanza d’altro, sarebbe tutto sommato meglio andare subito ad elezioni. Tanto però “Qualcuno” non le concederà, farà i salti mortali per evitarle alla stessa guisa di “Qualcun altro” in favore del governo Dini nel 1995. Si crede che sia veramente difficile trovare due-tre senatori che cambino casacca e votino il governo d’emergenza, quello del “CLN” contro Berlusconi? Per i traditori tutto potrebbe divenire invece difficile se qualcuno avesse il coraggio di denunciarli, rivelando che cos’è veramente in gioco: le sorti del paese, delle sue industrie di punta, delle piccolo-medie imprese che troverebbero ampi spazi nel sedicente “mercato globale”, dei lavoratori salariati che non dovrebbero subire ricatti da chi agisce contro i nostri interessi, essendosi legato strettamente ad ambienti industrial-finanziari americani.
 
Non c’è bisogno di fare dell’antiamericanismo sfrenato e sconclusionato, magari solo per ragioni culturali, difficilmente comprensibili oggi alle grandi masse. Ci sono ben altri interessi in gioco. Si mettano solo con fermezza i puntini sulle i; e si faccia vedere quali successi sono già stati ottenuti, lo ripeto, verso “est” e verso “sud”. Si fanno ottimi affari anche con l’Inghilterra? Benissimo. Tra i paesi europei, si guardi però un po’ di più alla Germania, che forse, se risolve la difficile situazione politica interna, potrebbe trovare una “sua via”, cui noi dovremmo collegarci. Insomma, si punti su questioni di grande rilievo nazionale e si accusino apertamente certuni di tradire, essendosi messi al servizio di chi vuol intralciare la nostra strada. Non tradiscono Berlusconi, ma i nostri vitali interessi.
 
Comunque, per carità, c’è almeno da sperare che si vada subito ad elezioni; perché con i “grandi strateghi” che ci ritroviamo, fra qualche mese saremo “in bocca al lupo”, saremo ridotti a pensare come meglio servire i padroni per avere qualche briciola. Si abbia però la consapevolezza che le elezioni non risolveranno gran che. E poi…. se verranno date. Io ci credo poco. Comunque, si cominci a pensare pure ad altro. Basta con le meschinità; si torni alla politica, che dovrà essere, dopo sedici anni di assenza, molto dura. Essendo in questo momento assai marcia la situazione in Italia, ed essendo questo paese divenuto il crocicchio di molteplici azioni contrapposte provenienti da “varie direzioni”, saremo presto al bivio: o servi oppure un “grande chirurgo” (non una singola persona!), che operi il “cancro”. 

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