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Perché la politica di Berlusconi è da condannare

Ho letto il messaggio televisivo, del 18 settembre, di Silvio Berlusconi, che oltre a ripetere tristemente la sua difesa in merito alla condanna che gli ha inflitto in terzo grado la magistratura, ha colto anche l’occasione per annunciare la ricostruzione di “Forza Italia”, con una serie di considerazioni personali in relazione ai suoi vent’anni di politica e di governo nazionale.

Penso che sia opportuno fare alcune controdeduzioni sia sulla sua vicenda giudiziaria e sia su quella politica. In relazione alla vicenda giudiziaria posso dire solo che tre gradi di giudizio dovrebbero essere sufficienti per condannare o assolvere un cittadino, pur sapendo che non di rado anche la magistratura compie errori, mi auguro in buona fede, e che è già capitato ad innocenti scontare anni di carcere. Berlusconi sostiene che anche il suo caso è un errore giudiziario, con l’aggravante che l’errore è maturato per colpa di una magistratura politicizzata, che lo avversa da quando è impegnato in politica dal 1993.

Personalmente, non appartengo a quella vasta categoria d’Italiani che facilmente eseguono processi sommari, di quarto grado, e sic et sempliciter, decidono con due battute l’innocenza o la colpa di un personaggio pubblico. Affermo solo, per onestà intellettuale, che anche i giudici possono sbagliare, che non di rado è successo per personaggi pubblici e per comuni cittadini, che esiste un sospetto della politicizzazione di certi magistrati e che quindi non sempre possono considerarsi super parte, ma da qui a costruire teoremi o sillogismi per emettere condanne o assoluzioni, dico e affermo che non è competenza di noi comuni cittadini.

Sulla vicenda politica invece, è proprio competenza dei comuni cittadini, come me, condannare o assolvere il soggetto politico Berlusconi. Orbene, senza mezzi termini, secondo il mio parere motivato, l’azione politica di Berlusconi è sicuramente da condannare per diverse considerazioni.

In primo luogo, chi come lui ha governato per molti anni e in alcune legislature anche con maggioranze “bulgare”, può solo dichiarare di aver fallito, perché invece di pensare alle proprie beghe personali e quelle dei suoi amici della Lega, avrebbe potuto tranquillamente metter mano alle riforme tanto e troppe volte invocate e mai realizzate, anche in riferimento alla giustizia. Ora, chi è causa del proprio mal “pianga se stesso” e mi sembra decisamente penoso e ridicolo nello stesso tempo, ripetere in queste ultime settimane, la triste nenia, che anche la legge Severino sulla decadenza dei parlamentari, fortemente voluta dal PdL lo scorso anno, è anticostituzionale...

Ripeto, chi non è stato capace in diverse legislature, portare a termine alcune riforme sulla giustizia, piuttosto che scaricare le proprie colpe su altri soggetti politici, dovrebbe avere solo il tardivo buonsenso di tacere e ritirarsi in pensione, piuttosto che rompere ancora “le anime” con proclami stuccosi e patetici. Forse Berlusconi e la premiata ditta Forza Italia-Popolo della libertà- Forza Italia, pensano di aver bisogno di un trentennio per realizzare alcune riforme e trasformare l’Italia in uno Stato-minimo di tipo neoliberale? Forse pensano che la politica sia sinonimo di spettacolo televisivo o di prodotto commerciale che di tanto in tanto necessita di nuovi slogan e di nuove pubblicità, allestendo una nuova vetrina, come per i negozi al corso? Ma vorrei capire che cosa si può attendere l’elettore “moderato” da un ritorno a vecchi simboli e a riciclate etichette elettorali sempre gestite dal vecchio incantatore, circondato dai soliti cortigiani sempre incapaci di vita politica autonoma?

Anche i cosiddetti moderati, che sostengono la necessità di smantellare lo stato-sociale, riducendo al minimo le funzioni dello Stato, come già proposero il presidente Reagan in Usa e la Thatcher in Gran Bretagna nel secolo scorso, avrebbero dovuto rendersi conto che l’autocrate Berlusconi non è stato in grado, per grazia di Dio e per inettitudine propria e dei suoi cortigiani, di realizzare gli egoistici progetti antipopolari, che consentirebbero a pochi di conservare privilegi e stipendi faraonici depredando le risorse pubbliche, mentre la moltitudine dovrebbe continuare ad arrangiarsi con stipendi al di sotto dei mille euro, nei casi più fortunati, mentre gli altri dovrebbero sopravvivere tra licenziamenti, contratti precari a vita e disoccupazione galoppante.

In uno Stato democratico, il verdetto delle urne deve sempre essere rispettato, perché rappresenta l’unico criterio oggettivo, seppur discutibile, in relazione alla volontà generale. Ma proprio per questo deve essere garantita la massima libertà di scelta e di controllo da parte dei cittadini.

Un sistema elettorale come il Porcellum voluto, approvato e ancora sostenuto dalla Lega e dal PdL, rappresenta il capo d’accusa più grave per il sistema politico gestito da Berlusconi e soci da vent’anni, che rendono ancora più oltraggiosa e offensiva per gli italiani la riscaldata minestra politica ancora ritargata Forza Italia.

 

Foto: Wikimedia

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.128) 25 settembre 2013 06:20

    Ma la colpa più grave è stata quella di avere mostrato un profondo disprezzo per le istituzioni,di avere fatto leva sugli istinti peggiori ,di avere scambiato il Parlamento con una fiction televisiva ,di avere fatto credere agli italiani che la furbizia vale più dell’onestà ,di avere fatto credere che con i soldi si può fare tutto , anche prendersi gioco delle leggi , di avere sdoganato "puttane" , ruffiani e mafiosi nei ruoli istituzionali ,di avere reso ridicolo il Paese di frontre al mondo , di avere .. ...ecc.... 

    Che dici ,basta ?

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