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Perché Armstorng torna a correre

Ieri, durante il Meeting della sua Fondazione contro il cancro che tiene ogni anno a New York, Lance Armstrong ha confermato il suo ritorno alle gare ciclistiche.
 
Perché una scelta così improvvisa, che viene dopo un ritiro dall’attività agonistica durato tre anni?
I motivi, se visti da un punto di vista sportivo, economico e sociale possono essere diversi.
 
1) Armstrong ha dichiarato che tornerà a correre per testimoniare in modo ancora più forte la sua lotta contro il cancro. Non basta una fondazione, non basta l’intervento di persone molto importanti (sul palco, nel momento in cui confermava il suo ritorno c’era Bill Clinton), non bastano i fondi privati che ogni anno piovono, non bastano gli appoggi delle istituzioni ad un monumento dello sport americano prima che mondiale e non bastano le iniziative che Armstrong organizza per il mondo. Soltanto il suo corpo resuscitato su una sella può attirare interesse presso un pubblico planetario.
 
2) Armstrong non ha saputo monetizzare al massimo la sua carriera dopo l’addio alle corse. Ha pochi sponsor personali che diffidano molto nel legarsi ad un ciclista che da un momento all’altro può essere tirato in ballo in una vecchia storia di doping. Del ciclismo non si fida più nessuno e investire in modo massiccio, legando magari un campionissimo al proprio marchio, può essere un suicidio. Per questo motivo Armstrong tornerà più umano e meno vincente, perché le favole per la pubblicità sono belle quando non sei tu ad essere il cattivo
 
3) Dopo aver vinto sette Tour de France consecutivi, Lance Armstrong è ancora considerato un ciclista a metà, capace di vincere quella corsa, ma solo quella corsa, preparandosi annate intere per un solo appuntamento. In questa visione aziendalista dello sport, il ciclismo non rientra. Il ciclismo è ancora considerato lo sport del coraggio e della fatica, della sconfitta e della redenzione. Pensare di far capire ai ciclofili che si deve programmare una vittoria studiandola centimetro per centimetro è una follia. Armstrong tornerà e correrà in modo romantico.
 
4) Il ciclismo è davvero in grave difficoltà. Sospetti su tutti e sponsor che scappano. Sta diventando uno sport per incalliti appassionati oppure per anziani con la gotta. Deve tornare il grande trionfatore americano per far riavvicinare gli affari al suo mondo e per ridare lustro ad un intero movimento troppo appannato.
 
5) In particolare il Tour è in grave difficoltà. Superato per spettacolarità e campioni dal Giro, si sente minacciato addirittura dalla Vuelta, a cui sempre più ciclisti di spicco partecipano per prepararsi meglio ai Mondiali. Mantenendo sempre gli standard rigidi sui controlli anti-doping, Armstrong ripulirebbe la sua nomea e il Tour dichiarerebbe in un sol colpo che quei sette Tour sono state corse vere.
 
6) Armstrong ha lasciato il mondo del ciclismo con sospetti troppo gravi e pesanti sul suo conto. Come faceva a vincere in quella maniera così netta e sovraumana in modo pulito, mentre tutti gli altri, dopati come peperoni imbottiti, le prendevano di santa ragione? Quei sospetti devono scomparire e un Armstrong per un paio di anni umano può compiere il miracolo.
 
7) Johan Bruyneel, team manager dell’Astana non vede di buon occhio il nuovo personaggio del ciclismo mondiale: Alberto Contador. Con lui ha vinto Giro d’Italia e Vuelta d’Espana, ma la scintilla dell’amore non è mai scoccata. Molto ci ha messo il team manager belga nel far prendere la decisione di rientrare alle gare al texano. Anche se, nel caso i due correranno il Tour nella stessa squadra, Armstrong almeno il primo anno farà il gregario, per coprirsi di quell’alone di romanticismo e fatica di cui abbiamo scritto.

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