• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Istruzione > Per un Crocefisso in più...

Per un Crocefisso in più...

L’ennesima battaglia su fronte dell’insegnamento della Religione Cattolica nelle nostre scuole: l’equivoco di fondo mai affrontato.

Ci mancava, nei "tormentoni" insulsi dell’estate, con le spavalderie della Lega a tenere banco, quello dell’insegnamento dell’ora di Religione nelle nostre scuole.
E’ probabile che la decisione del Tar abbia tutte le premesse giuridiche per l’azione intrapresa, ma resta sempre in piedi, e mai affrontata, la vera questione del significato dell’insegnamento religioso a scuola.

Questa presenza, non più obbligatoria, risale agli accordi tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica; originati ai tempi del fascismo, furono confermati ed aggiornati dal "laico" Craxi, e quanto stiano a cuore a questo governo lo si può facilmente dedurre sia dalle agevolazioni sull’Ici, sia e sopratutto, dall’aver, ancora una volta, offeso i nostri principi Costituzionali laddove la scuola privata è riconosciuta ma non è sostenuta dallo Stato che difende e promuove la scuola pubblica.

La chiarezza su questo tema non è mai stata raggiunta a causa dei tormentati pensieri del mondo laico, solo in alcuni casi capace di sostenere un posizione chiara, e dall’equivoco rapporto della sinistra pan-ex-post comunista con il mondo cattolico: sempre fedeli all’ideale, mai abbandonato, del compromesso storico tra le masse comuniste e quelle cattoliche.

La presenza del Vaticano in casa e le sue commistioni con la politica è la ciliegina sulla torta.

Asserire che l’ora di religione fa parte della cultura italiana è vero ma solo nella misura in cui questa forzatura è accettata come dato di fatto.
La cultura dovrebbe essere fonte di ampliamento delle conoscenze di un individuo e non restrizione.

In queste conoscenze, può comparire, anzi dovrebbe proprio, l’aspetto religoso; però se deve esserci come elemento culturale deve essere distinto dalla dottrina della religione e dai suoi precetti, che invece vincolano i fedeli.

Ciò che non si distingue, e non si vuole distinguere, è il momento culturale dal momento della pratica della fede o, meglio ancora, della possibilità di praticare una fede.


Contrariamente a quanto si vuol credere o far credere, la laicità non disconosce il bisogno spirituale delle persone; anzi, più cha mai sarebbe oggi necessario rinnovare e ritrovare l’essenza di una dimensione più universale dell’esistenza umana, oltre la becera illusione del benessere consumistico.

Una delle possibilità, considerando l’inevitabile incontro-scontro sullo stesso territorio di persone appartenenti a culture, razze, fedi, differenti, sarebbe proprio quella di rivedere -finalmente- l’insegnamento della religione come elemento culturale.

Ovvero, l’ora di religione dovrebbe diventare l’ora della storia delle religioni e portare l’allievo a conoscere i modi diversi, nel tempo e nei luoghi, nei quali l’essere umano ha risposto alle domande -mai soddisfatte- sulla propria esistenza.

Si porterebbe così sul piano culturale l’insegnamento e non più sul piano dottrinale che dovrebbe essere lasciato ad altro momento, più privato, di scelta consapevole e non rituale o abitudinaria.

I giovani potrebbero così diventare consapevoli delle affinità che legano le religioni e come le differenze culturali siano spesso orginate da questi elementi di dottrina; magari anche come, storicamente, le peggiori infamie contro l’umanità sono state commesse in nome di Dio.

Capire le differenze e ciò che le accomuna agevolerebbe il dialogo tra mondi differenti perchè non ci sarebbe la religione migliore ma il modo migliore in cui ogni individuo sceglie di rapportarsi con la divinità quando questo rapporto lo aiuta a vivere nel mondo in pace con se stesso e con il prossimo.

La scelta di una scuola davvero Laica dovrebbe scegliere e praticare questo indirizzo. Invece le scelte continuano ad essere di tipo confessionale e di sudditanza con le gerarchie Vaticane.

L’equivoco di fondo continua ad essere perpetrato.


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares