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 Home page > Tribuna Libera > Per non dimenticare i tre carabinieri vittime a Peteano dello stragismo (...)

Per non dimenticare i tre carabinieri vittime a Peteano dello stragismo fascista e non solo...

Nel mese in cui a Ronchi si consumava il colpo di coda della strage di Peteano, il dirottamento di Ronchi, si inaugurava a Sagrado, nel sito dove la sera del 31 maggio 1972 si realizzò la strage fascista, il piazzale del Carabiniere, con il cippo dedicato ai tre carabinieri. 

Franco DONGIOVANNI, Carabiniere, Antonio FERRARO, Brigadiere C.C., Donato POVEROMO, Carabiniere Scelto. Sul cippo si riporta l'orario delle 23.15, ma pare che l'esplosione avvenne verso le 23.30. Quindici minuti dopo. Strage dimenticata, per l'imbarazzo che si suscitò a livello istituzionale, visto che l'Arma ne uscì doppiamente vittima, vittima per l'uccisione dei tre carabinieri ed il ferimento di altri due, vittima per i depistaggi messi in atto da parte di chi si sarebbe dovuto attivare per ottenere giustizia per dei propri colleghi. Non si è mai capito perché si scelse Peteano, ci sono ancora oggi diverse zone oscure, difficile immaginare che tutto venne organizzato e gestito dal trio Vinciguerra, Boccaccio e Cicuttini, di Ordine Nuovo. La giustizia ha fatto il suo corso, con l'assunzione di responsabilità di Vinciguerra. Le indagini si sono fermate. Perché continuare dal momento che ci si assume la responsabilità e si producono indizi di colpevolezza che hanno dei riscontri? Eppure di interrogativi da sciogliere ancora ve ne sarebbero. La 500 fu veramente abbandonata lì per cinque notti? Fecero realmente tutto quanto da soli quel trio di fascisti? Quale lo scopo reale di quell'attentato? Perché proprio Peteano? Il fatto che lì vicino ci fosse una zona che verrà destinata poi a polveriera, Deposito Munizioni/Regione Militare "Nord Est", struttura costruita dopo la seconda guerra mondiale come avamposto Nato, con le gallerie realizzate tra il 1975 e il 1977, poteva avere qualche significato o fu solo una scelta puramente logistica? 
L“ex deposito munizioni di Monte di Mezzo” sorge su una vasta area nel comune di Sagrado, loc. Peteano, compresa tra il Monte di San Michele e la linea ferroviaria Gorizia-Trieste, a non più di 200 metri dall’incrocio stradale con la S.P. n. 8. A poca distanza dal luogo ove avvenne la strage. Il compendio è stato realizzato tra il 1975 e il 1977 e lo stesso è formato da: - una galleria, scavata nella roccia ai piedi del monte, realizzata con calcestruzzo ed elementi di cemento armato prefabbricato. Si sviluppa su una pianta a ferro di cavallo, con due ingressi e una rete viaria interna, percorribile con automezzi, per una lunghezza totale di circa 1,2 km. - edifici accessori, comprendenti il corpo di guardia, un magazzino, la centrale termica, le cabine elettriche e tutti realizzati con struttura latero - cementizia e copertura a due falde con coppi. - una collina boscata, avente una superficie superiore a 55ha. Il compendio fu utilizzato fino al 28/09/2000, e come deposito di munizioni, fino al 1991. E ancora. Quale il reale scopo del dirottamento di Ronchi? I 200 milioni del riscatto a cosa sarebbero realmente serviti? A progettare quale azione? Quale fine concreto? Perchè le azioni di depistaggio? Cosa e chi si voleva realmente proteggere? Le vittime di Peteano vennero considerate come dei soldati. Soldati che non sapevano di essere soldati e neanche protagonisti di una guerra. Quella che si consumò tra i terroristi fascisti e cellule marce delle Istituzioni. Due gazzelle partite da Gradisca, una da Gorizia, e poi accadde quello che accadde. Nel sito vittime del terrorismo vi è una scheda dei tre carabinieri che è bene ricordare. A memoria delle vittime dello stragismo fascista e forse anche di altro.

 Antonio Ferraro

 

Si arruolò nell’Arma nel 1961, conseguendovi la promozione a Brigadiere nel 1966. Operò in più Reparti Territoriali della Regione Friuli Venezia Giulia; dal 1969, era in servizio alla Stazione di Gradisca d’Isonzo. Insignito della medaglia d’argento al Valor Civile “alla memoria”, il 16 maggio 1973. 

Nella scheda realizzata nella rivista dei Carabinieri, si legge: 

Nato a Santa Croce Camerina (RG) il 2 febbraio 1941, si arruola nell’Arma nel 1961, conseguendo il grado di Vice Brigadiere nel 1964 e di Brigadiere nel 1966. Opera in diversi Reparti territoriali del Friuli Venezia Giulia. Dal 1969 è effettivo alla Stazione di Gradisca d’Isonzo. Lascia la moglie al nono mese di gravidanza. E’ decorato di Medaglia d’Argento al Valor Civile “alla memoria” concessa il 16 maggio 1973 e di Medaglia d’Oro di vittima del terrorismo.

Franco Dongiovanni 

 

 Si arruolò nell’Arma nel 1968 e prestò servizio presso la Stazione di Cervignano e la Tenenza di Gradisca d’Isonzo. Insignito della medaglia d’argento al Valor Civile “alla memoria”, il 16 maggio 1973. 

 

Nella scheda realizzata nella rivista dei Carabinieri, si legge: 

 

Nato a Uggiano La Chiesa (LE) il 3 dicembre 1949, si arruola nell’Arma nel 1968. Presta servizio presso la Stazione di Cervignano (UD) e, dal 1970, presso la Tenenza di Gradisca d’Isonzo. E’ decorato di Medaglia d’Argento al Valor Civile “alla memoria” concessa il 16 maggio 1973 e di Medaglia d’Oro di
vittima del terrorismo.

 Donato Poveromo

 

 Si arruolò nell’Arma nel 1959. Operò in numerosi Reparti della Regione Friuli Venezia Giulia; dal 1971, era in servizio presso la Tenenza di Tarvisio. Insignito della medaglia d’argento al Valor Civile “alla memoria”, il 16 maggio 1973.

Nella scheda realizzata nella rivista dei Carabinieri, si legge: 

Nato a Campomaggiore (PZ) il 7 agosto 1939. Si arruola nell’Arma nel 1959, conseguendo la qualifica di Carabiniere Scelto nel 1966. Opera in numerosi Reparti territoriali del Friuli Venezia Giulia. Dal 1971 è in servizio presso la Tenenza di Tarvisio. Lascia un figlio di 6 anni. E’ decorato di Medaglia d’Argento al Valor Civile “alla me-moria” concessa il 16 maggio 1973 e di Medaglia d’Oro di vittima del terrorismo.

 

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