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Peccioli: quando il fotovoltaico conviene

Peccioli, un piccolo comune di circa 5000 abitanti, nella valle dell’Alta Vadera vicino a Montecchio.

Il paese è ricordato in una pergamena nella quale si fa riferimento alla località Petiole posta sull’Era, pervenuta alla badia di Poggibonsi per donazione di un certo Marchese Alberto figlio del Marchese Obizzo; nonostante un luogo denominato Pecciole desse il titolo ad una chiesa nel secolo VIII, come riportato da una pergamena del maggio 793 scritta presso la chiesa di San Quirico in Picciole.

La storia di Peccioli si conosce a partire dalla prima della metà del sec. XII. Un’importante iniziativa è stata realizzata dall’Amministrazione Comunale e dalla Società Belvedere Spa. Il titolo è suggestivo "L’energia in un ettaro di cielo". 


Si tratta infatti della realizzazione di uno dei più grandi parchi fotovoltaici esistenti in Italia. Un esempio riuscitissimo di come si può facilmente passare alle energie rinnovabili anche se prevarica la tesi del nucleare e subito.

La cosa interessante non è soltanto, e qui potrei citare numeri e numeretti sul risparmio energetico, ma sopratutto il fatto che l’azionarato di questo parco è stato sottoscritto da 300 cittadini virtuosi. Che hanno cioè sottoscritto le azioni messe in vendita dalla partnerships tra Amministrazione Comunale e Spa Belvedere.

Questi cittadini, oltre al vantaggio di non pagare piu’ la "fatidica bolletta" oggi, grazie alla greeneconomy, producono energia che viene immessa in rete e venduta e loro ricevono un rendimento netto del 5%. In questo momento di crisi globale questa mi sembra una buona notizia. Meritevole di essere presa ad esempio.


Commenti all'articolo

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.3) 19 agosto 2009 11:54

     splendida storia. Complimenti a chi la ha realizzata.

  • Di Fabiano (---.---.---.200) 20 agosto 2009 12:42

    Iniziativa stupenda, si è fatto qualcosa del genere anche nel mio comune con un impianto di pannelli sopra al parcheggio multipiano di un ipercoop. E’ stato fatto un condiminio fotovoltaico e, data la dimensione, gli azionisti si sono potuti avvalere del know-how di grosse aziende che hanno curato l’installazione e ne curano la manutenzione ora. La corrente la vendono alla Coop che nel frattempo ne guadagna anche in immagine.
    Iniziative come questa, dal mio punto di vista, a tendere, dovranno essere prese in considerazione dalle banche perchè in effetti non sono così complicate. Come hai spiegato anche tu sono dei veri e propri affari a reddito fisso, quindi non vedo perchè non finanziare progetti di costruzione di grandi impianti, impacchettarli in fondi, o prodotti finanziari e rivenderli a chiunque.
    Ci sarebbero milioni di cittadini virtuosi.
    Ciao

  • Di Renzo Riva (---.---.---.46) 26 agosto 2009 22:36

    L’estensore di questo articolo ed i primi due entusisti commentatori dello stesso sanno dire dopo aver installato una potenza di 1 GW in pannelli fotovoltaici quanta potenza di termoelettrico tradizionale a carbone o idrocarburi potremo chiudere?


    Scrivono gli accademici di Galileo2001 ed io riprendo per rispondere ad un lettore d’un quotidiano locale.

    I parametri
    di Kyoto
    costeranno molto

    2008÷2010.....15,9 MLD Euri
    2011÷2020......150,0 MLD Euri
    2021÷2025.....106,5 MLD Euri

    totale...............272,4 MLD Euri

    Vorrei proporre una lettura diversa del tema trattato dal Signor Carlo Pellegrini ne “L’intervento” sulle pagine del Nordest e dal signor Daniele Papa nella rubrica “Lettere” da Udine. I parametri di Kyoto costeranno alle casse dello Stato 5,3 mld euro all’anno da qui al 2010, 15 mld euro l’anno per il decennio 2011÷2020 e 21,3 euro mld l’anno per il periodo dal 2020÷2025. Insistere poi con le cosiddette Fonti Energetiche Rinnovabili (Fer) è il massimo dell’incompetenza scientifica prima che d’incompetenza politica.
    Quale responsabile territoriale in Friùli del Cirn (Comitato italiano rilancio nucleare) segnalo un passo della lettera inviata da personale accademico e scientifico e da me sottoscritto on-line nel sito di Galileo 2001.
    “All’impossibilità pratica di rispettare gli impegni assunti fanno riscontro le pesanti sanzioni previste dal Protocollo per i Paesi inadempienti, che rischiano di costare all’Italia oltre 40 miliardi di euro per ciò che avverrà nel solo periodo 2008-2012.
    Al fine di indirizzare correttamente le azioni volte al conseguimento degli obiettivi di riduzione, occorre tenere presente che i settori dei trasporti e della produzione elettrica contribuiscono, ciascuno, per circa 1/3 alle emissioni di gas serra (il restante terzo è dovuto all’uso d’energia non elettrica del settore civile/industriale). Giova allora valutare cosa significherebbe tentare di conseguire gli obiettivi del Protocollo in uno dei seguenti modi: sostituire il 50% del carburante per autotrazione con biocarburante; sostituire il 50% della produzione elettrica da fonti fossili con tecnologie prive di emissioni.
    1. Biocarburanti. Per sostituire il 50% del carburante per autotrazione con bioetanolo, tenendo conto dell’energia netta del suo processo di produzione, sarebbe necessario coltivare a mais 500.000 kmq di territorio, di cui ovviamente non disponiamo. Anche coltivando a mais tutta la superficie agricola attualmente non utilizzata (meno di 10.000 kmq), l’uso dei biocarburanti ci consentirebbe di raggiungere meno del 2% degli obiettivi del Protocollo di Kyoto.
    2. Eolico. Sostituire con l’eolico il 50% della produzione elettrica nazionale da fonti fossili significherebbe installare 80 GW di turbine eoliche, ovvero 80.000 turbine (una ogni 4 kmq del territorio nazionale). Appare evidente il carattere utopico di questa soluzione (che, ad ogni modo, richiederebbe un investimento non inferiore a 80 miliardi di euro). In Germania, il paese che più di tutti al mondo ha scommesso nell’eolico, i 18 GW eolici - oltre il 15% della potenza elettrica installata - producono meno del 5% del fabbisogno elettrico tedesco.
    3. Fotovoltaico. Per sostituire con il fotovoltaico il 50% della produzione elettrica nazionale da fonti fossili sarebbe necessario installare 120 GW fotovoltaici (con un impegno economico non inferiore a 700 miliardi di euro), a fronte di una potenza fotovoltaica attualmente installata nel mondo inferiore a 5 GW. Installando in Italia una potenza fotovoltaica pari a quella installata in tutto il mondo, non conseguiremmo neanche il 4% degli obiettivi del Protocollo di Kyoto.
    4. Nucleare. Per sostituire il 50% della produzione elettrica nazionale da fonti fossili basterebbe installare 10 reattori del tipo di quelli attualmente in costruzione in Francia o in Finlandia, con un investimento complessivo inferiore a 35 miliardi di euro. Avere 10 reattori nucleari ci metterebbe in linea con gli altri Paesi in Europa (la Svizzera ne ha 5, la Spagna 9, la Svezia 11, la Germania 17, la Gran Bretagna 27, la Francia 58) e consentirebbe all’Italia di produrre da fonte nucleare una quota del proprio fabbisogno elettrico pari alla media europea (circa 30%).
    Come si vede, nessuna realistica combinazione tra le prime tre opzioni (attualmente eccessivamente incentivate dallo Stato) può raggiungere neanche il 5% degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Agli impegni economici corrispondenti si dovrebbe poi sommare l’onere conseguente all’acquisto delle quote di emissioni o alle sanzioni per il restante 95% non soddisfatto.
    Esprimiamo quindi viva preoccupazione per gli indirizzi che il Governo e il Parlamento stanno adottando in tema di politica energetica e ambientale, e chiediamo pertanto:
    1. che si promuova la definizione di un piano energetico nazionale (Pen), anche con la partecipazione di esperti europei, che includa la fonte nucleare - che è sicura e rispettosa dell’ambiente e l’unica, come visto, in grado di affrontare responsabilmente gli obiettivi del Protocollo di Kyoto - e che dia alle fonti rinnovabili la dignità che esse meritano ma entro i limiti di ciò che possono realisticamente offrire;
    2. che la comunità scientifica sia interpellata e coinvolta nella definizione del Pen e che si proceda alla costituzione di una task force qualificata per definire le azioni necessarie a rendere praticabile l’opzione nucleare;
    3. che si interrompa la proliferazione di scoordinati piani energetici comunali, provinciali o regionali e che non siano disposte incentivazioni a favore dell’una o dell’altra tecnologia di produzione energetica al di fuori del quadro programmatico di un Pen trasparente e motivato sul piano scientifico e tecnico-economico.”
    Renzo Riva
    Buja - UD

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=374562&page=3#1

    #32 renzoriva (7) - lettore
    il 17.08.09 alle ore 18:21 scrive:
    Pagheremo caro quest’anno - 800 milioni di Euri - la fregola del Pecoraro di farsi bello in Europa che invece di presentare il dato consigliatogli dal ministero dello sviluppo di 230 milioni di Ton. di CO2 quale limite massimo su cui calcolare poi le riduzioni negli anni successivi in Europa sparò invece 201 milioni e per questo meriterebbe di essere appeso a testa in giù. Leggete il libro di S. Fred Singer “La natura, non l’attivita’ dell’uomo, governa il clima” - Riassunto ad uso dei responsabili politici del Rapporto del Comitato Internazionale Non-governativo sui Cambiamenti Climatici. La conclusione potrebbe essere riassunta così: scambio della causa con l’effetto; ovvero l’aumento della CO2 non è causata dal falso problema GHS che provoca il GW bensì l’aumento della temperatura provoca l’aumento della CO2. Viene poi posta in risalto la “stretta correlazione” fra O18, C14 e altro che assolverebbe la CO2. Invece quelli della “spesa dirigistica” pur di spandere … Renzo Riva

     

    Volete sapere perché?

    Perché il Pecoraro, per fare la "ruota" (come il tacchino) in Europa invece di comunicare il dato delle emissioni totali di CO2 del ministero dello sviluppo di 230 milioni di tonnellate di CO2, che negli anni successivi avrebbe costituito la base di partenza per le future riduzioni, fece la "penzata" di dare invece il dato di 201 milioni di tonnellate di CO2.

    Questo, secondo il "tapino" Pecoraro, doveva spronare le aziende al risparmio ed all’efficienza energetica: il "tapino" non aveva e non capiva un "klinz" della materia perché le aziende italiane, già da anni penalizzate rispetto ai competitori internazionali, avevano già fatto risparmi ed efficienza.

    Tant’è vero che cito un caso per tutti: l’acciaieria ARVEDI, oggi leader mondiale nella produzione dei coils in lamiera, nell’anno 2006 riusciva a produrre la stessa quantità con un risparmio di energia elettrica del 75%.

    Oggi per effetto dell’insensatezza pecoraria le famiglie pagheranno mediamento Euri 40 in più solla bolletta dell’Enel per effetto dell’obbligo all’acquisto di sertificati per le emissioni di CO2 che quest’anno ammonteranno a Euri 800 milioni.

    PECORARIZZATI SCANIOTI! PAGATE!
    ZITTI E MOSCA!
    E non lamentatevi perché chi si lamenta oggi è stato ieri la causa del degrado del sistema elettrico nazionale votando i vari Pecorari & C.
    Avanti, BEaTI d’Italia!

    PAGATE!!!!

    Ricordate il ritornello: Pagherete caro! pagherete tutto!

    OGGI È IL MOMENTO DI PAGARE LE CAZZATE FATTE IN PASSATO.

    Mandi,

    Renzo Riva

    [email protected]

    349.3464656

    • Di michele carannante (---.---.---.97) 27 agosto 2009 00:18

       Egregio dott. Riva,

      ho letto attentamente la sua riferita all’articolo redatto dal sottoscritto: Peccioli quando il fotovoltaico conviene.
      L’articolo, corredato anche da un filmato posto su you tube, altro non è che un servizio estrapolato da una trasmissione televisiva, da me ideata e realizzata in collaborazione con Accademia Kronos, associazione ambientalista riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio del Mare. In particolare questa trasmissione si avvale della consulenza scientifica del Prof. Riccardo Valentini dell’Università della Tuscia di Viterbo che rappresenterà l’Italia al CUP 15 che si terrà a Copenaghen a dicembre 2009 e del Prof. Vincenzo Ferrara, climatologo dell’Enea. La puntata, ancora visivile sul sito di Accademia Kronos www.accademiakronos.it, è stata finanziata dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare in particolare dalla direzione il cui direttore generale è Corrado Clini, uno dei massimi esperti mondiali di Global Change. 
      Le sembrerà strano, sia a lei che al Giornale.it, succursale elettronica del Giornale, ma qui il Pecoraro non c’entra nulla.
      Se lei è per il nucleare, faccia pure. Io posso augurarmi che, qualora la scelta del nucleare dovesse diventare operativa, gli otto reattori nucleari vengano costruiti ad Udine e provincia.
  • Di Renzo Riva (---.---.---.74) 29 agosto 2009 10:48

    Consiglio all’articolista Michele Carannate la lettura del - Manuale di conversazione politica

    "Verdi fuori Rossi dentro"
    L’inganno ambientalista


    Liberamente scaricabile dal seguente collegamento

    http://www.freefoundation.it/libri/Verdi_fuori_Rossi_dentro.pdf

    Oppure la lettura de

    "Lillusione dell’energia dal Sole"
    del prof. Franco Battaglia

    Scoprirà che 13 GW di FV per poter rientrare nei parametri di Kyoto costeranno la modica cifra di 700 miliardi di Euri e solo per trent’anni (20 anni di vita dei pannelli FV perché successivamente hanno una minor resa del 15% - circa 0,7% anno) mentre la pari potenza col nucleare costa di 40 miliardi di Euri ma per una vita degli impianti di anni 60.

    Pertanto il costo del FV deve essere x2 perciò pari a 1.400 miliardi di Euri.

    Ora si provi a dire chi insulta l’intelligenza dell’altro dando i numeri del lotto.

    Mandi,
    Renzo Riva
    Via Avilla, 12
    33030 Buja - UD

    [email protected]
    349.3464656

    PS Qualora desiderasse ascoltare la relazione del prof. Frnco Battaglia la invito al convegno che organizzo a Buja per il giorno 25 Settembre 2009.

    • Di Renzo Riva (---.---.---.68) 29 agosto 2009 23:43

      Non sono dottore ma perito elettronico diplomato nell’anno 1969 all’istituto tecnico industriale A. Malignani di Udine.
      Ho poi avuto l’occasione di farmi una buona esperienza nell’elettrotecnica di potenza.

      Mandi,
      Renzo Riva
      Via Avilla, 12
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  • Di Renzo Riva (---.---.---.158) 6 settembre 2009 19:29

    Ing. Bartolazzi,
    vuole fare una capatina a Buja il 25 settembre?

    Mandi,
    Renzo Riva
    Via Avilla, 12
    33030 Buja - UD

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    VENERDÌ 25 SETTEMBRE 2009_______ORE 20:00

    BUJA

    CASA DELLA GIOVENTÙ



    Franco Battaglia

    Docente di Chimica Ambientale
    Università di Modena



    ENERGIA NUCLEARE?
    SÌ, PER FAVORE …


    editore “21mo SECOLO”

    Renzo Riva
    C.I.R.N.
    (Comitato Italiano Rilancio Nucleare)


    vignetta di Gregory nelle prime pagine che rappresenta due cavernicoli dove uno fa le seguenti considerazioni:

    "C’è qualcosa che mi sfugge fratello: da quando Alfonso ha inventato la ruota, tutti ci muoviamo in bicicletta e respiriamo aria pulita; beviamo acqua di sorgente, mangiamo cibo rigorosamente biologico e la nostra energia è al 100% solare ...
    Eppure nessuno di noi vive oltre di 30 anni ...

    ISBN 978-88-87731-45-3

    Codice a Barre

    9 788887 731453

    Si può ordinarlo direttamente a Roberto Irsuti.
    Penso che sarà nelle librerie dal 1 Luglio.

    e-mail: [email protected]

    http://www.21mosecolo.it/

    21mo SECOLO scienza e tecnologia
    casa editrice in Milano
    via Ludovico di Breme 18
    20156 Milano

    tel.: 02 33408361   - tel.: 02 37074234   - tel.: 02 38000534

    - fax: 02 91618035

       

  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 12 ottobre 2009 20:14

    http://renzoslabar.blogspot.com/search?updated-min=2007-01-01T00%3A00%3A00-08%3A00&updated-max=2008-01-01T00%3A00%3A00-08%3A00&max-results=1

    ECCO PERCHè LE COSIDDETTE ENERGIE ALTERNATIVE

    NON HANNO NEMMENO IL PREGIO DI ESSERE INTEGRATIVE

    Mandi,

    Renzo Riva

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    DA FESTAMBIENTE A GROSSETO

    14.08.2009
     

    ECCO COME FUNZIONAVA REALMENTE LA POMPA SOMMERSA
     

    MACCHÈ PANNELLO FOTOVOLTAICO!
     

    FUNZIONAVA COL SOLE dell’Enel!

    Mandi,

    Renzo Riva

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